Archivi del mese: aprile 2013
La blogger cubana Yoani Sanchez contestata a Perugia
Domenica scorsa la nota blogger cubana Yoani Sanchez era stata invitata a tenere una conferenza al Festival del giornalismo di Perugia. Proprio nel momento in cui stava per prendere la parola è stata rumorosamente contestata da una trentina di “castristi” italiani.
Che esistessero “castristi” in Italia mi giunge nuova. Non mi sorprende, però, l’intolleranza ideologica di certa parte della sinistra italiana, per fortuna elettoralmente e politicamente ormai assai marginale nel nostro Paese.
La giovane cubana che con grande sacrificio personale e non poche persecuzioni conduce la sua battaglia per la libertà di informazione nel suo Paese, ha espresso un commento che è stata come una lapide per i contestatori: “Anche noi a Cuba vorremmo protestare come hanno fatto loro. E’ bello vedere gente libera di manifestare e per questo li ringrazio. Le loro proteste rendono più alta la mia voce”.
La cosa più sorprendente è che questi “castristi” italiani si sono dimostrati anche più intolleranti di quelli originali, che comunque alla Sanchez hanno concesso un permesso per un ciclo di conferenze in Europa.
A Cuba sono stato anch’io, due volte. Del mito rivoluzionario di Fidel Castro e Che Guevara, sinceramente, ho ritrovato ben poco. Solo molta miseria, una popolazione comunque molto dignitosa e, nonostante tutto, allegra.
La stessa allegria con la quale dico ai “castristi” italiani: “una risata vi seppellirà”.
Enza Bruno Bossio: “Io voterò questo governo, ma non continuerò a farmi travolgere dalla valanga. Voterò la fiducia ma non voterò le fiducie. Non accetterò le giustificazioni del governo Monti”.
La deputata calabrese del PD nel suo intervento all’Assemblea del Gruppo sulla fiducia al governo Letta.
Premesso che avrei voluto ad ogni costo un governo senza il PdL. Non un governo massimalista ma un governo riformista, con la contraddizione che la maggioranza avremmo dovuto cercarla anche tra i massimalisti. Pur avvertendo questa contraddizione ho appoggiato incondizionatamente e con convinzione la linea di Bersani. Avrei voluto che Napolitano avesse consentito di verificare la maggioranza anche al Senato, anche per provare a rompere l’aggregazione massimalista. Avrei voluto con più chiarezza, quando è stato proposto Marini, discutere di una rosa di nomi e come e intorno a chi costruivamo una maggioranza nelle prime ma anche nella quarta votazione. E avrei voluto capire meglio perché abbiamo abbandonato Marini. Nel momento in cui si è scelto Prodi e si è di nuovo rovesciata una linea avrei voluto, aldilà delle ovazioni e delle alzate di mano, di nuovo discutere con quale maggioranza si andava ad eleggere Prodi, visto che non c’era nemmeno Scelta civica sulla proposta e il M5stelle non si sarebbe spostato dalla proposta Rodotà. Avremmo potuto votare Rodotà ? Forse, ma nel frattempo la valanga era partita. E la cosa più grave che tutti noi siamo diventati traditori, con una vergognosa distinzione nelle votazioni tra Marini e Prodi. Ci sono stati vari errori ma non ci sono traditori, è un concetto integralista che non condivido. Che ha anche alimentato qualunquisticamente una valanga che era già partita e ci ha travolti tutti. E non importa se qualcuno di noi ha fatto, nonostante le proprie convinzioni, il proprio dovere. La valanga ci ha travolti e l’accettazione da parte di Napolitano ci ha solo fatto prendere respiro, ma siamo fuori appena con la testa. Tutto ciò premesso: io ho detto nelle consultazioni che a questo punto avrei votato un governo con qualunque ministro del PdL. Non c’è contraddizione. Non si può andare al voto. Non perché abbiamo paura di perdere. Ma perché dobbiamo fare delle scelte immediate che risolvano alcune urgenze sociali ineludibili. Io voterò questo governo, ma non continuerò a farmi travolgere dalla valanga. Voterò la fiducia ma non voterò le fiducie. Non accetterò le giustificazioni del governo Monti. Non accetterò l’esclusione del Mezzogiorno non come questione locale, ma come area decisiva di esplosione delle contraddizioni della crisi. È un gesto disperato ma non casuale quello dell’attentato davanti a Palazzo Chigi. Votando la fiducia a questo governo ognuno di noi parlamentari ci metterà la faccia, per questo dobbiamo subito: 1. Negoziare con l’Europa il vincolo della politica dell’austerità 2. Attuare il decreto imprese 3. Recuperare 1,5 miliardi per esodati e cassaintegrati 4. Avviare un percorso per un nuovo welfare 5. Salario minimo ( per gli occupati) e reddito minimo per i disoccupati 6. Legge elettorale per ridurre i costi della politica e affermare con nettezza la democrazia dell’alternanza. Tutto questo deve avvenire in tempi necessari ma rapidi per recuperare pienamente il ruolo di partito riformista alternativo e vincere perché abbiamo saputo governare.
LE PAROLE UCCIDONO NON MENO DELLE PALLOTTOLE. STIAMO ATTENTI !!!
Ciò che è successo oggi non va né sopravvalutato né sottovalutato. Certamente è il frutto di un brutto clima, di anni di campagne contro la politica.
Intendiamoci, la politica ha molte colpe, soprattutto quella di non essersi assunta fino in fondo le sue responsabilità e di aver alimentato la rabbia sociale quando è apparsa non solo inefficiente ma anche detentrice di privilegi assurdi e spagnoleschi.
Ma va anche detto che questa campagna antipolitica è stata spesso indiscriminata, ha fatto di tutte le erbe un fascio e spesso ha trascurato di denunciare le tante sacche di privilegio presenti nella società italiana anche più insopportabili di quelle della politica.
Come sorprendersi che un poveraccio senza lavoro e oppresso dai debiti si procuri una pistola, si vesta di tutto punto e vada davanti a Palazzo Chigi a cercare qualche politico da sparare ? In mancanza di un politico non ha trovato di meglio che prendersela con due poveri carabinieri che stavano lì a fare il loro dovere.
Per questo quando leggo post del tipo: “solidarietà ai carabinieri e non ai politici”, oppure “ha solo sbagliato bersaglio” mi preoccupo e dico, stiamo attenti tutti, anche noi semplici cittadini. Le parole sono importanti, le parole possono uccidere non meno delle pallottole.
Questo è un Paese che ha già conosciuto, in passato, la violenza politica spesso generata da parole in libertà.
La critica anche aspra è sempre legittima. Ma deve saper essere critica, saper distinguere e soprattutto essere corretta. Perché non ha ragione chi grida più forte o insulta di più, ma chi sa portare ragioni ed argomenti a quello che dice.
Dire questo non è né scontato, né buonista, né pedagogico. E’ semplicemente la regola fondamentale della democrazia. E, come si dice, repetita iuvant.
GOVERNO LETTA: FARE I CONTI CON LA REALTA’…
Non voglio valutare questo governo dalla sua composizione. Alcune scelte mi piacciono altre meno. Resto convinto che se si fosse perseguita la strada del governo che la realtà delle cose ci imponeva di percorrere sin dall’inizio non solo non avremmo perso tutto questo tempo, ma il PD forse starebbe meglio e Bersani sarebbe oggi Presidente del Consiglio.
Sin da subito, infatti, era chiaro a me, che non sono un premio Nobel, che:
a) non si poteva tornare a votare perché, con questa legge elettorale, avremmo solo riprodotto l’instabilità;
b) che, quindi, bisognava fare un governo che mettesse mano all’emergenza economica e istituzionale del Paese;
c) che i grillini erano e restano indisponibili ad ogni assunzione di responsabilità di governo perché interessati, per loro espressa dichiarazione, alla destrutturazione del sistema rappresentativo.
Quindi, quello varato da Enrico Letta è l’unico governo possibile in questa situazione.
Si poteva fare meglio ? Credo di sì.
E’ il governo che volevo ? Certamente no.
Ma bisogna fare i conti con la realtà. La realtà che ci ha consegnato il voto del 24 e del 25 febbraio.
Il resto sono chiacchiere e di chiacchiere non se ne sente davvero più alcun bisogno.
DIAMOCI UN TAGLIO O FAREMO LA FINE DELL’ASINO DI BURIDANO
Adesso diamoci un taglio a tutti questi piagnistei e onanismi…se c’è una cosa che queste giornate convulse ci devono insegnare è che il PD deve finalmente scegliere se essere una grande forza europea e riformista o rassegnarsi al triste ruolo di zimbello dei radicalismi, massimalismi, giustizialismi e grillismi di turno. Se la crisi di questi giorni è servita a qualcosa facciamo del prossimo congresso un luogo di discussione politica vera, altrimenti faremo la fine dell’asino di Buridano.
Ciao Giulio…
CICCIO RITROVATO NON E’ PIU’ CON NOI
Si è spento poco fa a causa di una rapida e micidiale malattia, Ciccio Ritrovato…
Con Ciccio tanti di noi perdono un amico sincero, un compagno, un pezzo di vita. Credo che pochi a Cosenza non lo conoscessero, non lo avessero in simpatia, non avessero scambiato con lui un’opinione, un commento o semplicemente un saluto.
L’ultima volta che l’ho visto era al comizio di D’Alema, in mezzo ai compagni di una vita…sorrideva commosso.
Addio amico mio, ti vorremo sempre bene…