Archivi del mese: giugno 2014
La paura del popolo caprone dei soliti gattopardi.
La democrazia moderna è nata quando si disse al popolo: ora puoi scegliere.
Ovviamente agli inizi si pensava che il popolo fosse solo quello composto dai possidenti, perché, si diceva, solo chi ha da perdere e guadagnare può davvero decidere delle sorti dello Stato.
Spaventava, insomma, l’idea che il popolo caprone, analfabeta ed ignorante, potesse scegliere davvero.
Le prime leggi elettorali furono, quindi, censitarie: poteva votare soltanto chi pagava le tasse.
Questo criterio superava persino quello della capacità, per cui se il ricco era ignorante come una capra e analfabeta (fatto non raro a quei tempi) poteva votare lo stesso. I suoi saperi erano meno importanti dei suoi averi.
Decenni e decenni di battaglie democratiche hanno poi progressivamente affermato l’allargamento del diritto di voto fino all’affermazione del suffragio universale prima solo maschile, poi anche femminile. Fu un fenomeno mondiale e con il suffragio universale nacquero anche i grandi partiti di massa.
Ma la paura del popolo caprone è rimasta comunque, arrivando fino ai giorni nostri.
Certo oggi nessuno ha la faccia di proporre una legge elettorale censitaria, anche se non ci giurerei sopra.
Prevale, in tanti e trasversalmente, una sostanziale avversione alla decisioni frutto della reale volontà popolare. E’ anzi diffusa la convinzione che solo pochi siano davvero quelli in grado di scegliere. Al popolo, al massimo, spetta la ratifica della scelta
Se ci riflettete bene questa paura sottende tanto della politica di oggi.
Così quando si tratta di eleggere i deputati e i senatori non si può prescindere dalle liste bloccate, quando si parla di primarie si dice si, ma chi vince lo decidiamo prima a tavolino.
Costoro hanno una concezione della democrazia per cui si decide solo “colà dove si puote”, con la differenza che non sono padreterni, anzi.
Sono come quei vecchi feudatari la cui autorità derivava da titoli e possessi, che si riprodussero, come il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, sotto forma di deputati e senatori nei primi parlamenti italiani.
Oggi i loro epigoni li ritroviamo dappertutto anche nel campo cosiddetto progressista a propugnare la solita solfa: tu, caro popolo sei troppo caprone per poter scegliere, lascia fare a noi. Ma il popolo caprone, tutt’altro che mansueto, una bella cornata prima o poi, finisce per dargliela “laggiù ove si puote…e si deve”.
Esame di maturità: niente panico ragazzi !!!
Anche domani esami di stato.
Rivedremo le scene di sempre, ragazze e ragazzi tesi nelle loro t-shirt e nei loro jeans, con le bottigliette d’acqua e le merende amorevolmente preparate dai loro genitori che presenzieranno davanti ai cancelli delle scuole in trepida attesa alla ricerca di un angolo d’ombra in attesa non si sa di che cosa.
Anche domani ci sarà il solito rito collettivo della ricerca del testo della prova, l’interrogarsi senza speranza sul modo come far arrivare o recuperare la “copia”, questa volta sotto forma da file da scaricare sullo smartphone…insomma dalla cartuccera ai PDF.
La tecnologia ha almeno alleviato le sofferenze dei poveri bidelli sottoposti a vere proprie torture ed a tentativi di corruzione che per tre giorni li facevano diventare più importanti di un ministro.
Scherzi a parte ci ritroveremo davanti uno scenario antico in cui si riproducono vecchi riti che ormai fanno parte del folklore e che in genere trascurano la circostanza che anche copiare è difficile e se uno è ciuccio non riuscirà a fare nemmeno quello.
Per questo ai ragazzi dico: domani niente panico.
Leggete bene le tracce e spremete le meningi costruendo scalette per ordinare logicamente il discorso.
Se scegliete l’articolo, il saggio breve o il tema cercate di evitare sia la ricerca dell’originalità a tutti i costi sia le banalità.
Insomma cercate di usare il cervello e di andare oltre le letture superficiali (si chiama lettura critica).
Una regola che dovrete seguire sempre e che nel nostro Belpaese sono in troppi a trascurare.
Siate dunque più maturi di tanti adulti.
Vedrete che andrà bene e come tutti noi ricorderete l’esame di stato come un momento importante ma alla fine non traumatico della vostra vita.
FESTA DELLA REPUBBLICA.
Principii fondamentali
“Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
La repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini”. (…).
Dalla “COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA” (1849)