Archivi del mese: aprile 2016

Ritiro di Presta va rispettato

Lucio Presta

Lucio Presta si è ritirato per gravi motivi personali che farebbero tremare le vene ai polsi a tutti. Ma il progetto politico che aveva messo in campo insieme al Centrosinistra ed ad una vasta alleanza civica contro chi, in questi anni ha letteralmente occupato il Comune con interessi particolari se non addirittura privati, resta in campo. Noi lo porteremo avanti alla faccia degli sciacalli e degli avvelenatori di pozzi che continuano ad imperversare anche in queste ore. ‪#‎andiamoavanti

Agi del 28 aprile 2016

Sgarbi assessore a Cosenza non è una proposta seria

Obelix

Voglio fare outing con il prof. Sgarbi: ebbene si, sono sovrappeso, dica pure obeso, e come diremmo a Cosenza: “Eh moh?”.

Sgarbi non smentisce il suo tratto, la tendenza al turpiloquio ed all’offesa personale, il trascinare la contrapposizione politica, anche polemica, sul piano della rissa.

Le diffamazioni, quelle presunte e quelle reali si discuteranno, se sarà il caso, in Tribunale.

Anche se – per vero – l’infantilismo elementare degli ultimi insulti (“obeso e incontinente”) m’hanno piuttosto riportato all’età felice, al punto che dovrei forse dire tutto alla maestra, più che invocare il giudice !!!

Non sfugge a nessuno, tuttavia, che l’accanimento polemico di Vittorio Sgarbi contro di me è piuttosto il frutto dei/delle soliti/solite suggeritori/suggeritrici locali, usi all’antica pratica dell’avvelenamento dei pozzi e che credono di poter utilizzare il noto critico d’arte come oggetto contundente contro gli avversari politici. Continua a leggere

Risposta di un modesto “professore di periferia” al prof. Vittorio Sgarbi.

Professore

Questa campagna elettorale per le elezioni amministrative di Cosenza ha già prodotto un paradosso: l’annuncio di una querela per diffamazione dall’uomo più querelato per diffamazione d’Italia !!!

Voglio subito tranquillizzare il prof. Vittorio Sgarbi: nella mia vita ho sempre fatto polemiche di contenuto esclusivamente politico, e qualora fossi chiamato a difendermi davanti ai giudici, sono sicuro che non si potrà che dimostrare che è stato così anche nella polemica con lui.

Nel merito, infatti, a chiunque avesse voglia di approfondire i temi che tanto scuotono il prof. Sgarbi, sarà agevole rinvenire (anche in internet) ampia documentazione di quanto da me riportato.

Mi viene da aggiungere che il contraddittorio giudiziario anticipato da Sgarbi potrà essere altresì sede per avere ragione piuttosto dei toni (questi davvero diffamatori della mia persona!!) della sua replica; con le pesanti, quanto gratuite, affermazioni espresse sui miei titoli professionali conseguiti all’Università della Calabria, ateneo tutt’altro che in declino e, anzi, prestigiosa fucina di tante intelligenze di questa terra. Continua a leggere

Per Cosenza utilizziamo i nostri “gioielli di famiglia”

Cultura

La proposta di affidare a Vittorio Sgarbi l’assessorato alla Cultura trasuda di provincialismo subalterno ed anche un tantino straccione.

Evidentemente Mario Occhiuto ritiene che i cosentini abbiamo l’anello al naso e si lascino abbindolare da annunci ad effetto o che non conoscano la storia politica ed amministrativa di Vittorio Sgarbi che da anni percorre in lungo e in largo lo Stivale come candidato ed amministratore di comuni i cui cittadini, da San Severino Marche a Salemi (dove l’amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose) sono ancora traumatizzati per i disastri da lui prodotti.

E’ da almeno un ventennio poi che ascoltiamo le chiacchiere e le esternazioni di Vittorio Sgarbi sul Centro storico di Cosenza.

Insomma, se è Sgarbi la soluzione che il centrodestra cosentino e Mario Occhiuto intendono offrire per recuperare l’identità culturale di Cosenza siamo davvero alla frutta.

Il rilancio e la valorizzazione della vocazione culturale di Cosenza, il recupero e l’implementazione di politiche di sviluppo del suo Centro storico sono, invece, questioni assai più serie ed importanti per poter essere affidate ad un ormai attempato frequentatore di talk show.

Cosenza ha bisogno di sprovincializzarsi: è arrivato il momento di ritrovare quella dimensione profondamente progressiva e illuminata che, partendo da una “cosentinità” orgogliosamente rivendicata e autenticamente vissuta, sia in grado di proiettarsi in una dimensione più ampia, nazionale ed europea. Continua a leggere

Se il recupero del Centro Storico di Sgarbi è questo, poveri noi…

Cosenza Centro Storico

Pare che ieri sera Vittorio Sgarbi, che ricordo a tutti, prima di essere un assiduo frequentatore dei talk show, è uno storico dell’arte, abbia affermato, parlando del Centro storico di Cosenza: “Meglio un crollo che un cattivo restauro”. La cosa peggiore è che quella del critico show man non è una battuta provocatoria. Bisognerebbe avvertire Sgarbi che il candidato che è venuto a sponsorizzare a Cosenza da anni lo ha preso in parola. In questi anni il Centro storico di Cosenza è stato infatti tutto un crollo e nessun restauro. Anzi, alcuni pregevoli beni, come la chiesetta dell’Ecce Homo a Portapiana (che ricordo a tutti era la porta storica della città) sono stati impacchettati in costose e bruttissime scatole di ferro o chiusi con più povere assi di legno. Che dire poi di quei discutibili e storiograficamente improbabili pannelli dipinti che sono stati appesi su alcuni muri della Città vecchia ? Si è preferito infatti nascondere i segni del decadimento ma anche della storia, rinunciando anche ai più semplici interventi di messa in sicurezza dei beni culturali e delle persone. Insomma se la soluzione dei problemi del Centro storico di Cosenza secondo Mario Occhiuto sta nella figura di Vittorio Sgarbi c’è da essere seriamente preoccupati. Ancora oggi, infatti, i cittadini di Salemi e di San Severino Marche ricordano con apprensione i disastri provocati da Sgarbi sindaco. Che il candidato Mario Occhiuto lo proponga assessore a Cosenza rappresenta la prova evidente del vecchio adagio: “Dio li fa e poi li accoppia”.

Il Dispaccio

Cosa significa essere di sinistra

Enrico Berlinguer

“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”. È questa una delle frasi più belle, la mia preferita, di Enrico Berlinguer. Quando penso alla mia vita la penso in questa frase. Non ho mai rinunciato, anche ora che mi avvio a compiere i cinquant’anni, a questa lotta, a questa speranza. Si possono commettere mille errori, si possono vivere mille contraddizioni ma se si pensa alla propria vita e al proprio impegno politico come ad un servizio da rendere alla comunità, tutto ritrova un senso, tutto diventa chiaro e la vita stessa degna di essere vissuta. Se con il nostro agire quotidiano saremo riusciti a migliorare la condizione anche di un solo essere umano, avremo vinto. Questo, per me, significa essere di sinistra. Non altro. Lo dico a coloro che ad essere di sinistra hanno rinunciato da tempo, hanno trasformato l’ansia di giustizia in rancore sociale o in un confuso agitare di forche e manette o in una politicistica ricerca della soddisfazione di meschini interessi personali o particolari. Lo dico a tutti questi che nella loro vita hanno tradito mille volte se stessi e si permettono anche di farci la morale. Non eravate nulla, non siete nulla e di voi non resterà nulla. Il mondo, questo confuso, intricato, terribile mondo appartiene a noi che siamo disposti a lottare per cambiarlo, davvero.

A Cosenza è necessario ricostruire il senso di una comunità…

Il Dispaccio foto

Intervista su Il Dispaccio.it di Francesca Gabriele

A Cosenza più di tutto occorre ricostruire il senso di una comunità che è andato progressivamente perdendosi, che non significa coltivare il vezzo un po’ snob di parlare in dialetto, ma interrogarsi sul ruolo e sulla funzione che Cosenza deve avere rispetto alla Calabria, al Mezzogiorno, all’Italia e persino rispetto al Mediterraneo e all’Europa. I cosentini sono stati questo nel corso dei secoli, i più europei dei calabresi, i più internazionalisti del Mezzogiorno, quelli capaci di guardare a ciò che si agita nel “mondo grande e terribile”. Noi siamo la città di Telesio, di Salfi solo per fare due nomi, gente che elaborava idee che hanno cambiato l’Europa e il mondo. Il Comune di Cosenza nei primi anni dell’Unità d’Italia votava mozioni per l’abolizione della pena di morte partecipando ad un dibattito internazionale promosso da Victor Hugo e Alexandre Dumas che a Cosenza ha anche abitato scrivendo uno dei suoi racconti. Eppure a Dumas non abbiamo dedicato nessuna via, nessuna piazza, nessun museo. Ecco, io credo che Cosenza debba ritrovare questo orgoglio del suo essere una grande città produttrice di cultura. Che è altra cosa rispetto a certa paccottiglia sulla leggenda di Alarico che non può essere l’unico brand di una città come Cosenza o, con tutto il rispetto, la lista “Capra” di Vittorio Sgarbi. Leggi l’intervista completa

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