Archivi del mese: febbraio 2018
90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza
90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza. Non è una promessa elettorale ma la pura e semplice realtà, frutto del lavoro svolto dai parlamentari PD e da Enza Bruno Bossio con la loro interpellanza di due anni fa e di quello della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio. Noi del PD siamo fatti così, facciamo quello che diciamo. Siamo Governo anche quando siamo opposizione in una città. Perché per noi vengono prima i cittadini e la città. Perché per noi la politica non è fatta né di promesse né di fake news. Ora l’Amministrazione comunale non ha più scuse per non intervenire nel cuore culturale di Cosenza. Ci sono i fondi, ci vogliono idee e progetti. Nelle prossime settimane incalzeremo Sindaco e Giunta per questa che è un’occasione che assolutamente non può andare sprecata.
La vera questione sulla “rimborsopolli” dei grillini.
Roba da strizzacervelli. I parlamentari grilini versano volontariamente parte dei loro stipendi nel fondo per il micro credito alle imprese. Nessuno li forza, è una scelta politica. Come quella dei deputati PD che versano al partito per finanziarne le attività dopo l’abolizione del finanziamento pubblico. Ma alcuni di loro facevano il bonifico, postavano la ricevuta sul loro sito e poi lo revocavano. Il massimo dell’ipocrisia: neanche il coraggio di tenersi soldi già loro. Più che rimborsopoli grillina dovremmo definirla “rimborsopolli”.
Ma la vera questione su questa vicenda è che non sono riusciti a controllare la rendicontazione di una iniziativa sulla quale hanno basato tutta la loro credibilità sin dall’inizio. Sulla quale dovevano necessariamente essere rigorosi: Se non riescono a fare questo sulla loro bandiera di questi anni come possono pensare di governare un Paese ?
Continuate a difenderli ancora quanto volete, fate il conto di quanto hanno dato e quanto non hanno dato, disquisite su mele marce e mele sane. Magari votateli pure. Ma fatelo con la consapevolezza che questi sono, degli incompetenti e pure presuntuosi, oltre che portatori di una cultura qualunquista e reazionaria. Al netto dei rubagalline ipocriti e ciucci persino a rubare che hanno fatto diventare parlamentari della Repubblica Italiana.
Dal 2010 con Enza Bruno Bossio per il reddito minimo. Oggi il reddito di inclusione
Con Enza Bruno Bossio stasera abbiamo ricordato le iniziative sul reddito minimo in Calabria. Quando cominciammo a parlarne noi, nel 2010, Grillo faceva i Vaffa Day e Berlusconi cianciava di ristoranti pieni. Oggi abbiamo il reddito di inclusione, La dotazione finanziaria è ancora bassa, 2 miliardi e mezzo di euro, ma si è già deciso di portarla a 9 miliardi di euro, la cifra necessaria a coprire sia la povertà assoluta che quella relativa. Ma il principio è stato fissato. E possiamo dire che in questo risultato c’è molto di Calabria e della determinazione di Enza.
RASSEGNA STAMPA
Fascismo, altro che balle.
Chi ha sparato a Macerata sarà mentalmente disturbato ma è un fascista. SA ed SS erano piene di psicopatici e delinquenti comuni che trovavano la legittimità alle loro nefandezze con l’ideologia. I regimi totalitari di destra e sinistra hanno fatto uso massiccio di certa gente, dov’è la novità? La democrazia è un’altra cosa, per fortuna. Ma la democrazia esige responsabilità, da parte di tutti. Prima di incitare all’odio razziale ci si pensi sopra 100 volte. C’è sempre lo psicopatico in ascolto che vuole passare dalle parole ai fatti. E ci si renda conto che quello che è successo ieri a Macerata è un salto di qualità assai preoccupante.
22 anni ma sei sempre la mia piccola Barbara
Né trasformismo né strabismo
Chi scrive in passato ha avuto momenti di fortissima polemica con Giacomo Mancini finiti persino in Tribunale.
Mancini mi citò in sede civile quando era deputato ed io ero, come sono adesso, un semplice dirigente dei DS, sentendosi diffamato da un mio intervento sulla stampa.
La cosa finì con il mio pieno proscioglimento ma devo dire che la vissi piuttosto male, come un vero e proprio tentativo di intimidazione, visto che sempre ho condotto le mie polemiche politiche nel massimo rispetto delle persone.
Ci siamo ritrovati con Giacomo nel settembre del 2015, alla vigilia delle elezioni per il comune di Cosenza, in una iniziativa da lui organizzata nel cuore del Centro storico di Cosenza, a Largo Vergini, un luogo altamente simbolico per storia della sinistra cosentina. Mancini, lasciato il centrodestra si impegnò a costruire una lista a sostegno del candidato del PD a sindaco di Cosenza Carlo Guccione.
Non mi pare che all’epoca siano stati molti ad avere qualcosa da dire per la presenza di Mancini nella coalizione di centrosinistra, ma può essere che fossi distratto.
Oggi Giacomo è candidato, espressione di una delle liste che sostengono la coalizione di centrosinistra in Italia nel collegio di Cosenza, un collegio certamente non sicuro.
Avrebbe potuto starsene a casa, magari aiutare Orsomarso sottobanco per subentrargli come consigliere regionale.
Ha scelto invece di mettersi in gioco per affermare nettamente il carattere strategico della sua scelta di campo. E riportare la storia dei Mancini nella sua collocazione naturale, a sinistra.
Dopo gli errori del passato un atto di coraggio, che sarebbe da apprezzare. Ed io lo apprezzo, da uomo da sempre di sinistra. Tutti possono sbagliare: l’importante è assumersene le responsabilità. Giacomo lo ha fatto.
Pertanto gli lascerei fare la sua campagna elettorale in pace, con la sua faccia e la sua storia. E magari parlare di altri atti di vera incoerenza, come quella di un sottosegretario in carica del governo Gentiloni che candida suo figlio nelle liste di Forza Italia. Non dopo anni o in un’altra elezione, ma ora, in queste elezioni.
Perché, in politica, una cosa altrettanto insopportabile del trasformismo è lo strabismo.