Archivi del mese: ottobre 2019
Dell’amicizia
Tra le cose che considero fortunate c’è quella di avere avuto, nella miriade di frequentazioni che ho coltivato nella mia vita, alcune solide amicizie.
Non mi sono però mai illuso che quando tra due amici viene a cessare la condivisione di visioni comuni l’amicizia possa continuare. Può però permanere la stima delle persone, quella basata sul rispetto soprattutto di quello che si è stati, di quello in cui si è creduto e per cui si è lottato insieme.
Le uniche volte (poche, per fortuna) nelle quali ho davvero rotto con una persona che consideravo amica è stata quando ho percepito la rottura con ciò che ci aveva unito in passato, il suo rinnegamento. Non riesco a non pensare, in quel caso, di trovarmi di fronte ad una grande ipocrisia.
Le idee possono evolvere ma non si potrà mai sostenere oggi il contrario di ciò che si sosteneva ieri, perché o si mentiva allora o si mente adesso. Perché nessun bisogno, nessun risentimento per quanto giustificato possa essere può portare al tradimento di se stessi.
Ciascun del proprio cuor l’altrui misura…
È proprio vero: “Ciascun del proprio cuor l’altrui misura”. Troverete sempre qualcuno che rimprovera ad altri quello che non riesce a giustificare per se stesso. Cercando affannosamente negli altri il proprio ritratto, come Dorian Gray.
L’opportunismo incurante persino delle pernacchie
Capire bene il dolore per chi se ne va e per chi, disperato, resta
Chi è padre e madre comprende bene l’immenso dolore che oggi investe le famiglie di questi nostri quattro ragazzi. Comprende l’angoscia che in piccola parte sente ogni volta che non rispondete al telefono, nell’affanno di dirvi sempre “state attenti”, nel terrore latente che ci prende quando uscite e fate tardi. La vita che avete voi ragazzi è aperta ad un enorme futuro. Non potete, non dovete sprecarla. Un abbraccio forte a chi se ne è andato, bello e pieno di speranza, in una notte di autunno e a chi resta, nel pianto di un dolore che non sarà mai estinto…
Stato di diritto non Stato “etico”
Lo Stato democratico ha il dovere non solo di punire ma anche di recuperare alla vita civile i condannati. Scrissero questa norma della Costituzione persone che furono perseguitate e incarcerate ingiustamente da uno Stato che si inventò i Tribunali Speciali e dichiarava che la giustizia doveva rispondere ad un superiore principio “etico” che identificavano nella ideologia fascista. I padri costituenti ci ricordano che nello Stato democratico la giustizia deve perseguire i reati non le persone. Che non esiste lo Stato “etico” ma lo Stato di diritto. Ricordiamocelo in questi tempi bui. Anche quando discutiamo di persone che, per ideologie e distorte concezioni “etiche” presero le armi per uccidere innocenti servitori dello Stato. Lo Stato è sempre superiore, persino ai reati.