Se il recupero del Centro Storico di Sgarbi è questo, poveri noi…
Pare che ieri sera Vittorio Sgarbi, che ricordo a tutti, prima di essere un assiduo frequentatore dei talk show, è uno storico dell’arte, abbia affermato, parlando del Centro storico di Cosenza: “Meglio un crollo che un cattivo restauro”. La cosa peggiore è che quella del critico show man non è una battuta provocatoria. Bisognerebbe avvertire Sgarbi che il candidato che è venuto a sponsorizzare a Cosenza da anni lo ha preso in parola. In questi anni il Centro storico di Cosenza è stato infatti tutto un crollo e nessun restauro. Anzi, alcuni pregevoli beni, come la chiesetta dell’Ecce Homo a Portapiana (che ricordo a tutti era la porta storica della città) sono stati impacchettati in costose e bruttissime scatole di ferro o chiusi con più povere assi di legno. Che dire poi di quei discutibili e storiograficamente improbabili pannelli dipinti che sono stati appesi su alcuni muri della Città vecchia ? Si è preferito infatti nascondere i segni del decadimento ma anche della storia, rinunciando anche ai più semplici interventi di messa in sicurezza dei beni culturali e delle persone. Insomma se la soluzione dei problemi del Centro storico di Cosenza secondo Mario Occhiuto sta nella figura di Vittorio Sgarbi c’è da essere seriamente preoccupati. Ancora oggi, infatti, i cittadini di Salemi e di San Severino Marche ricordano con apprensione i disastri provocati da Sgarbi sindaco. Che il candidato Mario Occhiuto lo proponga assessore a Cosenza rappresenta la prova evidente del vecchio adagio: “Dio li fa e poi li accoppia”.
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