La caccia al pokemon Calabria
Francamente a leggere sui social sembra di assistere ad una caccia senza quartiere al Pokemon Calabria. Si perché la Calabria è un bersaglio facile, quasi come la mitica Croce Rossa dei primi giochi elettronici. Poco importa se in quel gioco quando colpivi l’ambulanza perdevi punti. L’importante per tanti, e molti calabresi purtroppo, è sparare sulla Croce Rossa, costruire un minimo di visibilità mediatica.
Soprattutto d’estate ci si scatena agitando questioni vere o presunte.
Si pensi all’ormai rituale querelle sul mare sporco: hai voglia a dire che forse ‘sto mare calabrese, come certificano ARPACAL e autorevoli istituti di ricerca è più pulito che in altre parti d’Italia e che magari la singola zona, afflitta dal solito depuratore non funzionante o dalla foce del fiume non ripulita per chiare negligenze politiche e amministrative, sarà pure sporca ma a pochi km non è più così, anzi il contrario. Insomma invece di affrontare i veri problemi, che significa circoscriverli e chiamare chi di dovere alle sue responsabilità, si preferisce sparare nel mucchio, dicendo “è tutto uno schifo”, che è il modo migliore per garantire l’impunità dei veri responsabili.
In queste ore, invece, tiene banco la presunta pericolosità del ponte di Celico che è affossato al centro da decenni, eppure ci passano sopra mezzi pesanti e volumi di traffico considerevoli in tutti i periodi dell’anno e con qualsiasi condizione climatica.
Sindaci del territorio, ANAS e Prefettura stanno monitorando questo ponte da tempo e se non l’hanno chiuso ci saranno ragioni tecniche che ne attestano la non pericolosità.
Da notare che comunque lavori di consolidamento strutturale sono già stati programmati, quindi non mi pare che, almeno in questo caso, ci troviamo di fronte ad un caso di negligenza da parte delle istituzioni.
Ma ecco che dalla sua splendida Olbia in Sardegna, interviene Selvaggia Lucarelli e scrive a Renzi denunciando la sua non conoscenza del problema e soffiando sul fuoco dell’allarmismo che alcuni buontemponi calabresi hanno montato sul web.
Una giornalista rigorosa magari prima si sarebbe informata, avrebbe scoperto che ANAS, Comuni e Prefettura non stanno dormendo, magari avrebbe responsabilmente dato conto di questo per completezza di informazione.
Ma vuoi mettere una bella polemica pubblica e di grande effetto mediatico sotto l’ombrellone o tra coloro che si recano in Sila e quella strada la percorrono ogni giorno, in stile caccia al Pokemon-Calabria ? La verità, si sa, è sempre meno interessante della bufala.
Nel merito, premesso che le disgrazie possono sempre accadere, la possibilità che il Ponte di Celico possa crollare è pari, stando ad un tecnico in vena di battute, a quella di un asteroide che colpisca Olbia e la nostra Lucarelli.
Ovviamente non ci auguriamo, perché apparteniamo alla schiera di coloro che le disgrazie non le evocano sia pure per le elementari regole della scaramanzia, che ciò succeda.
Da ottimisti continuiamo ad ispirarci alla Torre di Pisa, che pende da quasi mille anni e non è ancora crollata. Almeno fino a quando Selvaggia Lucarelli e qualche allarmista calabrese non decidano che il crollo sia ormai imminente !
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