Attualità

Unità, unità, unità

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Adesso congresso subito. Discutiamo laicamente e poi decidiamo su questioni, programmi, temi e uomini. Il gruppo dirigente nazionale del PD dimostri TUTTO senso di responsabilità e visione. Subito, tutti insieme, a fare opposizione al governo più di destra della storia repubblicana. UNITI PER ANDARE OLTRE. Solo così potremo ripartire. IL PRIMO CHE PARLA DI RENZIANI E ANTIRENZIANI CHIAMO I CARABINIERI.

Mercati, Bruxelles Germania e Savona

Populismo

Cerchiamo di ragionare un attimo, mettendo in ordine le questioni:
1. Ammettiamo per un attimo che ci sia un complotto contro il nascente “governo del cambiamento” con la speculazione sui mercati ordito dai cattivi, Bruxelles, mercati internazionali e Germania. Certo bisognerebbe capire perché non era un complotto quando accadde durante il governo Berlusconi ma tant’è. Perché subirlo alimentando sospetti su cose che mettono in allarme i mercati, primo fra tutti che l’Italia non voglia onorare il suo debito con i suoi partner internazionali ? Perché non adottare una politica più prudente anche nel quadro di una esigenza di arrivare ad una rinegoziazione dei trattati (che, ricordo, è cosa assai difficile visto che il problema sta nel fatto che siamo i più indebitati nella UE ma sembra che ce lo dimentichiamo spesso, a partire dai chi ha vinto le elezioni) magari creando le opportune alleanze anche con altri partner europei senza allarmare gli altri partner? E’ cosa difficile ma sta nella logica della politica che significa mediare e raggiungere obiettivi possibili.
2. E’ davvero da ingenui pensare che se si minacciano schiaffi a destra e a manca qualcuno non pensi di cominciare a darteli per primo. La speculazione sui mercati, che non si era manifestata finora, ha cominciato ad emergere negli ultimi giorni quando è stato reso noto il famoso contratto i cui contenuti economici sono a dir poco aleatori e che dicono esplicitamente di voler sforare i parametri economici, in sostanza non contenere il nostro debito pubblico che oggi è garantito dal sistema bancario europeo (anche tedesco e americano, il che spiega anche la freddezza dell’altro sovranista Trump nei confronti dei nostri).
3. Il problema non è Savona, che è tutt’altro che un eroe anti-esteblishment essendone parte integrante da almeno un quarantennio, ma il segnale che manderebbe la sua nomina in un momento in cui la speculazione è già in atto e sta bruciando miliardi, rendendo ancora più difficili le ambizioni della politica economica dei contrattisti e già sta colpendo coloro che hanno un contratto di mutuo a tasso variabile (con buona pace della difesa degli interessi del “popolo”).
4. Il braccio di ferro con il Presidente della Repubblica, oltre a cercare di forzarne le prerogative indicate dall’art. 92 della Costituzione (che vale sempre mica a giorni alterni) crea ulteriori danni alle istituzioni oltre che all’economia. Voglio ricordare che non è la prima volta che un Presidente della Repubblica dice no ad un ministro: lo fece Oscar Luigi Scalfaro con il primo governo Berlusconi sulla nomina di Previti a ministro della giustizia (spostato poi alla difesa) per le sue posizioni anticostituzionali e per essere l’avvocato di Berlusconi. Ci possono essere ragioni di opportunità politica che Presidente del Consiglio, forze politiche di maggioranza e Presidente della Repubblica valutano laicamente senza creare strappi alle istituzioni che sono a garanzia di tutti.
5. Io credo che chi ha vinto deve governare, ma con realismo. Personalmente trovo velleitario e dannoso dire che faremo la guerra a tutti quando sappiamo che le economie sono tutte interdipendenti (altrimenti non si comprende perché Salvini, ad esempio, insiste per superare le sanzioni alla Russia che danneggiano le esportazioni delle aziende italiane). A meno che non teorizziamo la realizzazione del “socialismo in un solo Paese”. A parte che chi lo fece in passato fu sconfitto a prezzo di gravi danni per il suo popolo, non mi pare che il prossimo governo sia composto da bolscevichi, anzi.

La democrazia si costruisce rispettando le persone. Sempre e soprattutto quando stanno male.

Giorgio Napolitano

Chi sui social sta augurando la morte a Giorgio Napolitano, sottoposto ad una delicata operazione, è un cialtrone e dovrebbe solo vergognarsi. Punto. Il rispetto delle persone oltre che delle istituzioni è la premessa fondante della democrazia. Ricordiamocelo, soprattutto oggi che è il 25 aprile.

L’emergenza male-educativa

Studente violento contro professore a Siena

A quel ragazzetto di Lucca che insolentisce e minaccia il suo professore c’è poco da dire. È un maleducato nel senso letterale del termine. Educato male dai suoi genitori, che non gli hanno insegnato il rispetto per gli altri, prima che per gli adulti. Punirlo è necessario ma dubito sarà sufficiente e lo farà cambiare, perché forse è già perduto.
Bisognerebbe riflettere sulle responsabilità, ma io ne vedo una, collettiva.
Abbiamo vezzeggiato i nostri figli scambiando l’amore che dobbiamo loro con accondiscendenza, con disponibilità a dargli tutto senza passione e soprattutto a dargli sempre ragione. Abbiamo fatto un grande danno. Non sanno, questi ragazzi, che prima o poi la vita presenterà il conto e sarà salato.
Perché c’è sempre uno più bullo che ti bullizza.
Dall’altra parte noi, insegnanti, abbiamo cessato di amare questo mestiere: parliamo solo di orari, di algoritmi, di trasferimenti, di professionalità docente o, al massimo, ci sorbiamo un corso di aggiornamento e pensiamo di avere imparato la didattica.
Abbiamo cessato di amare tutti. Al massimo ci indigniamo. E quando non c’è amore emerge solo il rancore, la presunzione, la supponenza, il vittimismo, tutte cose sulle quali non si costruisce nulla, a cominciare dall’educazione.

Caro Nicola Adamo, questa sera non andare da Giletti

Non è l'Arena

Caro Nicola,
ho letto sul Quotidiano della Calabria di oggi che stasera sarai ospite della trasmissione su la 7 “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti.
Poiché, nonostante la frequentazione tra di noi e il continuo scambio di opinioni non hai inteso comunicarmi questa tua decisione, sento il dovere di chiederti pubblicamente di non partecipare.
Stasera immagino tu sarai la vittima designata di questa trasmissione.
Sarai oggetto di un processo mediatico e alla tua presenza sarà buttato fango sulla Calabria.
Magari tu credi che potrai argomentare.
Tu credi che riuscirai a spiegare quanta demagogia c’è nella proposta di abolizione dei vitalizi ?
Secondo me non te lo consentiranno.
Non ti faranno parlare, anzi, secondo me ti faranno passare per un simbolo della casta.
Loro si avvalgono di un pubblico che è chiamato a presenziare in studio solo per claque contro di te.
Utilizzeranno tecniche video ed audio per evidenziare solo aspetti negativi contro di te e poi ci sarà Giletti che non ti lascerà spazio perché è lui il vero protagonista dell’Arena.
Noi sappiamo che non è così. Ti conosciamo così come ti conoscono  e ti stimano decine e decine di migliaia di calabresi.
Per questo ti prego, per l’amicizia che ci lega e per ciò che tu rappresenti di non prestarti a questo gioco al massacro.
Snobbali come spesso, sempre, hanno snobbato noi.
Con l’affetto di sempre, il tuo amico

 

Gabriele Petrone

Guardare avanti…

Tesseramento del 2018

Mario Oliverio ha messo in campo una nuova Giunta con persone valide e capaci alle quali va il mio augurio di buon lavoro. A parte le conferme alcuni li conosco personalmente e hanno già dato modo di mostrare quanto valgono sia politicamente che amministrativamente. Nel contempo il PD di Cosenza si è dotato di organismi snelli e funzionali, con tanti giovani e donne. Credo che abbiamo creato le condizioni della ripartenza, non sufficienti ma necessarie. Ora tocca alla città. Come la pensiamo lo abbiamo detto nella nostra assemblea di circolo il 9 aprile u.s.. Dobbiamo essere conseguenti. Chi si attarda in polemiche fini a se stesse sbaglia. Il terreno per cambiare è qui ed ora. Nessuno ci capirà se non saremo coerenti con quanto abbiamo detto in questi giorni. Chi agisce può sbagliare, ci sta. Chi sceglie di non esserci e non ascolta ha già sbagliato.

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