Cultura
A proposito di questi giorni…
Nel dibattito tra garantismo e giustizialismo giova ricordare queste parole, pronunciate da Martin Niemöller, un pastore protestante tedesco per denunciare il silenzio degli intellettuali tedeschi di fronte al nazismo.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Vandea e Terrore divorano le rivoluzioni
In memoria del Cugino, oste e militante politico indimenticabile…
Si è spento stanotte Natale Barone, da tutti conosciuto come il Cugino. Da più di quarant’anni la sua osteria a Dipignano è stata il crocevia di compagni, militanti oltre che di tantissimi amici. Locale da cui sono passati dirigenti politici, ministri, presidenti, intellettuali, uomini di spettacolo. Ma l’osteria del “Cugino” è stata anche luogo di discussione politica oltre che di semplice godimento gastronomico. Natale non è stato soltanto un oste ma un “quadro politico”. Le sue analisi erano sempre acute e mai banali. Era un uomo di parte che tutti rispettavano anche quando non erano d’accordo con lui. Un uomo moderno che univa alla militanza politica il gusto antico e tutto calabrese dell’ospitalità. Un bicchiere di vino e una delle sue mitiche polpette appianavano ogni divergenza, aprivano praterie di condivisione…Era un mio amico e nel suo locale ho vissuto momenti bellissimi. Anche negli ultimi tempi, quando il locale era ormai affidato alle cure del suo figliolo Cesare Barone, non mancava di venire e parlare di politica e del sol dell’avvenire. Ti abbraccio Natale…mi mancherai come mancherai a tutti. Un abbraccio alla tua splendida famiglia, che saprà portare avanti il ricordo del tuo nome…
Un asino non può travestirsi da cavallo
C’era una volta un asino geloso che volle farsi cavallo. Si mise addosso i paramenti del cavallo, si fece crescere la criniera, insomma si travestì. Un giorno, però, volle andare ad un raduno di cavalli di razza e, appena aprì bocca invece di un nitrito gli uscì fuori un sonoro raglio. E chi l’ha voluta capire l’ha capita.
Ciao Franco…
È scomparso Franco Federico. A Luzzi e anche oltre lo conoscevano tutti. Senza esagerare, oggi perdiamo un pezzo dell’anima della sinistra luzzese. Umile muratore, era stato militante comunista sin da ragazzo. Non amava le cariche ma sosteneva il partito sempre, in un comune dove DC, PSI e PCI erano fortissimi in una dinamica complessa di contrapposizioni anche durissime ma anche di convergenze virtuose. Luzzi è stato il comune degli Smurra, dei Marchese, dei Peluso. Personalità forti. Eppure con Franco tutti dovevano parlare perché Franco era, in qualche modo, una delle voci più ascoltate non solo nel PCI ma in tutta Luzzi. Ricordo con affetto quando mi fece un “cazziatone” perché, inviato dalla Federazione (eravamo già DS) avevo dato troppa confidenza agli ex DC. Franco aveva visione e cultura politica da vendere. Abbraccio i suoi figli e i suoi nipoti. Non ultimo Umberto Federico, oggi sindaco, con larghissimi consensi, di Luzzi. Ciao Franco, ti ricorderemo sempre.
La forza devastante del pregiudizio
Splendido il film di Roman Polanski dedicato al caso Dreyfus che spaccò la Francia a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Costumi e scenografie storicamente ineccepibili e un ritmo incalzante e coinvolgente. Un capolavoro. Il film ci parla di qualcosa che avvelena il mondo ancora oggi, il veleno del pregiudizio e i suoi effetti devastanti quando questo diventa strumento del potere e della manipolazione mediatica. Il caso Dreyfus divise una Francia ossessionata dall’antigermanesimo e dall’antisemitismo dopo la sconfitta di Sedan. Dreyfus è risucchiato in un meccanismo incontrollabile nutrito da razzismo e teorie complottiste. Eppure, alla fine, nonostante tutto, vinse la giustizia che si nutre di un valore essenziale: l’onestà intellettuale. Per questo dobbiamo continuare a a definirci “dreyfusardi” e a non rinunciare mai a guardare alla verità oltre le apparenze.
9 novembre 1989, caduta del Muro di Berlino, ma la storia non finì…
Ciascun del proprio cuor l’altrui misura…
È proprio vero: “Ciascun del proprio cuor l’altrui misura”. Troverete sempre qualcuno che rimprovera ad altri quello che non riesce a giustificare per se stesso. Cercando affannosamente negli altri il proprio ritratto, come Dorian Gray.
L’opportunismo incurante persino delle pernacchie
Stato di diritto non Stato “etico”
Lo Stato democratico ha il dovere non solo di punire ma anche di recuperare alla vita civile i condannati. Scrissero questa norma della Costituzione persone che furono perseguitate e incarcerate ingiustamente da uno Stato che si inventò i Tribunali Speciali e dichiarava che la giustizia doveva rispondere ad un superiore principio “etico” che identificavano nella ideologia fascista. I padri costituenti ci ricordano che nello Stato democratico la giustizia deve perseguire i reati non le persone. Che non esiste lo Stato “etico” ma lo Stato di diritto. Ricordiamocelo in questi tempi bui. Anche quando discutiamo di persone che, per ideologie e distorte concezioni “etiche” presero le armi per uccidere innocenti servitori dello Stato. Lo Stato è sempre superiore, persino ai reati.