Cultura
Il diritto all’amore
Cominciò tre secoli fa il cammino lungo e faticoso dei diritti e della tolleranza. Gli illuministi (e prima ancora gli esponenti della rivoluzione scientifica del ’600) raccolsero i resti e le rovine lasciate da quasi duecento anni di persecuzioni e guerre di religione e dissero: adesso basta !!! L’uomo ha diritto ad adorare Dio come vuole, pensarla come vuole e a comportarsi di conseguenza, purché rispetti la legge, la legge che nasce dal diritto naturale e dalla volontà dei popoli. Ci sono volute rivoluzioni, guerre e tanta violenza ma la libertà è oggi un valore riconosciuto. Solo pochi osano negarlo: i nostalgici di un mondo perduto che vedono nella riedizione di un Islam medievale la possibilità di trovare un senso alla loro esistenza e resistenza ad un modo occidentale che comunque li ha già ingoiati. O i loro omologhi occidentali che, con diverse gradazioni pensano alla riedizione di improbabili crociate ed all’innalzamento di nuovi muri. Entrambi sono destinati alla sconfitta perché credono di bloccare un presente ed un futuro che è già dentro di loro. Chi oggi in Italia crede che sia possibile bloccare il riconoscimento del diritto all’amore assomiglia a quel folle che credeva di potere riportare indietro il tempo semplicemente spostando le lancette dell’orologio. Ma il tempo, al di fuori di casa sua, continuava a scorrere come prima.
Moralismo gene dei fascismi
Durante la fase che li portò alla conquista del potere fascismo e nazismo condussero una vigorosa polemica populista contro la vera o presunta immoralità delle classi dirigenti liberali, democratiche e socialiste che avevano governato Italia e Germania fino ad allora. Tutto, crisi economica, povertà, persino la sconfitta militare nella Grande Guerra (nel caso della Germania) o la vittoria mutilata (nel caso dell’Italia) veniva ricondotta alla incapacità e ala corruzione della “vecchia” politica e dei suoi esponenti, magari personalità che, con tutti i loro limiti e difetti, erano comunque riusciti a realizzare importanti risultati e a risolvere importanti problemi. Singoli casi di corruzione venivano assunti come paradigmatici del marciume di un intero sistema. Il Mussolini che minacciava di fare del Parlamento (l’aula sorda e grigia) un bivacco di manipoli riuscì poi ad abolirlo del tutto, imitato poi da Adolf Hitler. Insomma i due riuscirono a convincere i loro popoli che ad essere corrotti non erano solo alcuni politici ma l’intero sistema democratico. Ecco perché rabbrividisco quando la sacrosanta esigenza di riportare la politica ad una dimensione etica viene troppo spesso tradotta, anche nei nostri disgraziati tempi, in puro moralismo. Perché il moralismo è il contrario dell’etica, ed è praticato prevalentemente da mascalzoni opportunisti (Montanelli docet). E il moralismo opportunista è uno dei geni più fecondi dei fascismi.
Il valore dell’Europa di pace che i nostri padri hanno costruito
Pubblico solo ora (non lo avevo fatto per rispetto del mio alunno Matteo Barone morto proprio mentre ero lì) le foto della mia esperienza a Bruxelles presso le sedi della UE. Le pubblico perché bisogna ricordare a tutti, in questo momento così difficile, il valore di quanto siamo riusciti a costruire in questi 70 anni di pace in Europa. Per i nostri figli che oggi vivono in questo continente come fratelli e che nessun terrorismo riuscirà a spaventare. Continua a leggere
Avec la France
La Francia per prima ha scoperto i diritti dell’uomo e del cittadino…la lotta per affermarli è ancora aperta. No al terrorismo, #aveclaFrance
Visita a Waterloo
Rassegna fotografica
Che cosa sono le nuvole
In ricordo di Pier Paolo Pasolini
Ho pensato, come tanti, a scrivere qualcosa sui quarant’anni della morte di Pasolini…tutto mi sembrava però poco, riduttivo. Ed allora ecco la scena finale di uno dei suoi film, forse tra i meno noti, “Che cosa sono le nuvole” con un cast straordinario (Totò, Ciccio e Franco, Ninetto Davoli, ecc.) e questo cameo del giovane Modugno che interpreta un operaio della nettezza urbana che raccoglie i resti di due burattini che hanno appena interpretato Otello e Iago e sono stati distrutti dalla furia degli spettatori immedesimatisi nella vicenda della tragedia di Shakespeare. È un film bellissimo che si interroga sulla tradizionale contrapposizione tra realtà e rappresentazione e si chiude con un atto d’amore.
Le parole di Totò-burattino-Iago che, guardando le nuvole vere esclama: “Ah, meravigliosa e straziante bellezza del creato”. Ve lo dedico, amici miei, in ricordo di uno dei più straordinari artisti ed intellettuali del nostro tempo…
Scena finale di: Cosa sono le nuvole
A Napoli con i miei studenti
L’ideologia del rancore e dell’invidia sociale
Pubblicato su “Il Garantista” del 26 ottobre 2015
Ma ci siamo chiesti perché, nonostante da più di vent’anni in Italia il discorso pubblico sia “fissato” sulle coordinate della “moralizzazione” ogni giorno le cronache ci consegnano un quadro desolante di corruzione (vera o presunta) e di comportamenti non etici che investono non soltanto i potenti, politici e “colletti bianchi”, ma anche larghe fasce della società, dagli impiegati che imbrogliano con il cartellino ai falsi invalidi che prendono pensioni come ciechi e poi vengono sorpresi a guidare la macchina.
Insomma, nonostante i Travaglio, i Santoro, i talk show, i giornali di successo e le ondate continue di indignazione on line, la corruzione non solo non diminuisce ma addirittura si ha la sensazione che aumenti giorno dopo giorno, con episodi che ne dimostrano praticamente il carattere di massa.
A mio parere non è soltanto un problema di dissociazione tra comportamento pubblico e comportamento privato (la doppia morale gesuitica è sempre stata di casa dalle nostre latitudini) che pure porta gli impiegati arrestati di Sanremo ad esprimere sulle loro bacheche social il massimo della indignazione contro la “casta politica corrotta” e contemporaneamente truffare lo Stato rubando sul tempo e gli straordinari. Continua a leggere
Il Sindaco Matamoros…
Capitan Matamoros è un personaggio della commedia dell’arte, un fanfarone arrogante quanto al fondo pauroso, millantatore di imprese inesistenti, simbolo della prepotenzadella dominazione spagnola del XV e XVI secolo in Italia. Con le dovute differenze mi è sembrato di rivederlo nei panni del sindaco di Locri, tal Calabrese, che ieri ha fatto il capopopolo da strapazzo in una manifestazione assai seria convocata per difendere l’ospedale e il diritto alla salute dei cittadini.
L’atto con cui si toglie la fascia tricolore, simbolo della istituzione che rappresenta in nome del popolo e della Repubblica italiana, e incita la folla contro una donna che rappresenta un’altra istituzione e poi, non contento, sui social attacca un’altra donna, rappresentante di un’altra istituzione ancora, è la rappresentazione plastica di questa arroganza insopportabile. Continua a leggere
La sindrome di Iago
La cattiveria è un elemento fondante della natura umana, ma ce n’è una specie di tipo particolare, quella rappresentata magistralmente da Shakespeare nel personaggio di Iago in “Otello”.
Iago è cattivo in sé, senza alcuna ragione evidente, gode della sua perfidia che si nutre di un sentimento assurdamente complesso come l’invidia.
Iago è quello che riesce a rovesciare la realtà, trasformando la verità in falsità, l’innocenza in colpevolezza, presentandosi proprio lui, l’essenza stessa della malvagità, come un campione di bontà agli occhi del credulone Otello.
La vicenda di Otello è in fondo la metafora dei tempi correnti, in cui tanti piccoli e grandi Iago operano per rovesciare la realtà presentandosi come i migliori degli uomini, gli inflessibili moralizzatori di un mondo presentato indifferentemente come tutto corrotto. E le vittime sono i tanti Otello creduloni e le innocenti Desdemona e quello stesso mondo nel quale i veri corrotti continueranno a prosperare.