Cultura
A San Mauro Pascoli, nella casa natale di Giovanni Pascoli…
Il gelsomino notturno…e qui sembra di vederlo…
“E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova”.
Auguri di Buona Pasqua a tutti…
Viaggiare come metafora…
Viaggiare in treno, in fondo, è una rappresentazione abbastanza simile della vita…esistenze che scorrono fuori dati finestrini, altre dentro che viaggiano con te, ognuna per conto suo e solo casualmente accostate…e anche un “anaffettivo cultuale” come me non può fare a meno di coglierne la sottile ironia…
Ricordare l’angoscia della guerra, perché la vita e la pace vincono sempre…
Dai nostri ragazzi…
Dedicato a chi, spesso dimentica o ricorda il passato sbagliato…
“Forsan et haec olim meminisse iuvabit”. La frase che, citando Virgilio, pronunciò Eleonora Pimentel Fonseca salendo sul patibolo dove l’avevano mandata Ferdinando di Borbone (detto “il re Lazzarone”) e Maria Carolina d’Asburgo sovrani del regno di Napoli. Significa: “forse un giorno ci piacerà ricordare anche queste cose”. Dedicato a chi, troppo spesso, dimentica o fa finta di non ricordare. Dedicato a chi spesso rimpiange passati improbabili. Dedicato a chi dimentica, quanto lunga, aspra e difficile è la strada verso i diritti. Che nessuno ti concede se non sei disponibile a lottare per essi…
I Fantaveicoli di Carnevale ad Imola…
In fondo cos’è l’amore ?
Auguri Barbara, amore di papà…
Una Pigotta con il tuppo…
Un regalo assai gradito da parte dei ragazzi e degli insegnanti di Sesto Imolese: una Pigotta realizzata da loro con il “tuppo”…lo chignon. Interamente realizzata da loro. Si chiama Calipso e il “tuppo” come il nome sono un omaggio alle mie origini meridionali e mediterranee. Come sapete voi tutti a sud della ”linea gotica” l’espressione “volere la bambola col tuppo” significa “pretendere troppo”. Non a caso l’ho messa sulla mia scrivania…