Politica
#diteloallaNesci
Lega e 5 stelle presentano due emendamenti per togliere i 50 milioni destinati agli LSU LPU della Calabria. Firmataria dell’emendamento dei 5 stelle la calabrese Nesci. Per questi signori LSU ed LPU sono assistiti, improduttivi, parassiti. Cari LSU-LPU della Calabria, #diteloallaNesci che senza il vostro lavoro lo Stato in Calabria semplicemente chiuderebbe. Altro che assistenza.
Caro circo mediatico-giustizialista, quousque tandem abutere patientia nostra ?
A questo mondo di immemori indignati in servizio permanente effettivo, la notizia che un amministratore processato è stato assolto non solo perché non è né un corrotto né un ladro ma semplicemente perché il fatto non sussiste, vale a dire non c’era neanche il reato, non fa né caldo né freddo ? Caro circo mediatico-giudiziario, quousque tandem abutere patientia nostra ? Fino a quando dovremo sopportare i processi mediatici ? Oggi la giustizia, quella vera, restituisce a Filippo Penati il suo onore, ma in questi quattro anni le pagine dei giornali e dei siti web sono stati riempiti di ricostruzioni che, oggi, una sentenza, ci riconsegna come insussistenti.
E’ troppo chiedere, dopo questa ennesima dimostrazione che i teoremi giustizialisti spesso valgono meno della carta su cui sono scritti, fermarsi un attimo a riflettere prima di condannare alla gogna mediatica una persona ?
Il valore dell’Europa di pace che i nostri padri hanno costruito
Pubblico solo ora (non lo avevo fatto per rispetto del mio alunno Matteo Barone morto proprio mentre ero lì) le foto della mia esperienza a Bruxelles presso le sedi della UE. Le pubblico perché bisogna ricordare a tutti, in questo momento così difficile, il valore di quanto siamo riusciti a costruire in questi 70 anni di pace in Europa. Per i nostri figli che oggi vivono in questo continente come fratelli e che nessun terrorismo riuscirà a spaventare. Continua a leggere
Cinque anni fa la proposta di reddito minimo in Calabria
Pubblicato su “Il Garantista” del 16 novembre 2015.
Sono passati cinque anni da quando il direttore Piero Sansonetti (con al seguito un Davide Varì ancora “pischello” come dicono a Roma) appena giunto in Calabria, organizzò un convegno nel corso del quale Enza Bruno Bossio lanciò la proposta del reddito minimo in Calabria.
Allora non c’erano i cinque stelle in parlamento e il dibattito su questo tema era affidato ai pochi testardi che ci credevano.
La stessa Bruno Bossio non era ancora deputata ma soltanto componente della Direzione Nazionale del PD a trazione Bersani che sul reddito minimo aveva sempre dimostrato una certa freddezza.
Proporre il reddito minimo dalla Calabria governata da Giuseppe Scopelliti e in una Italia ancora dominata da Berlusconi sembrava, in effetti, un’utopia.
Eppure fu proprio in quei giorni di novembre del 2010 che cominciò lentamente una “lunga marcia” con la costituzione dei Comitati per il reddito minimo in diversi comuni calabresi, la raccolta di oltre 10mila firme a sostegno di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare e il pronunciamento di numerosi consigli comunali. Continua a leggere
L’evidente “cretineria”
Insomma quelli dell’Isis scatenano il terrorismo per suscitare una guerra di religione dell’occidente contro tutto l’Islam…per ottenere, loro che adesso sono soltanto una piccola ma agguerrita minoranza, la leadership del mondo islamico. Programma noto e dichiarato. Quindi tutti coloro (la destra europea e quella più casereccia di noartri) che oggi invocano improbabili riedizioni delle crociate sono, in realtà, i migliori alleati dell’Isis. Più che il razzismo bisognerebbe contestargli l’evidente “cretineria”.
Avec la France
La Francia per prima ha scoperto i diritti dell’uomo e del cittadino…la lotta per affermarli è ancora aperta. No al terrorismo, #aveclaFrance
Verità giudiziaria e giudizio politico
Premesso che la presunta trattativa Stato-Mafia mi è sempre sembrata avere la stessa attendibilità dei complotti della Spectre nei film di 007, francamente trovo assai discutibili certi commenti dopo la sentenza che ha assolto Calogero Mannino. Sono commenti che continuano a confondere due piani, quello giudiziario e quello politico. Si può avere il giudizio peggiore su uomini e vicende della storia politica italiana passata e recente (ed io sono tra questi) ma ciò non significa che questo giudizio corrisponda a reati commessi. Perché il nostro sistema giudiziario, che è espressione di un regime democratico, può solo perseguire reati, che hanno colpevoli con nomi, cognomi ed indirizzi, non tramutare in reati giudizi politici e storici come spesso ha cercato di fare una parte della magistratura italiana e il sistema mediatico giustizialista che prospera attorno ad essa. Giudizi politici che non reggono, come è giusto che sia, i dibattimenti nelle aule giudiziarie.
L’ideologia del rancore e dell’invidia sociale
Pubblicato su “Il Garantista” del 26 ottobre 2015
Ma ci siamo chiesti perché, nonostante da più di vent’anni in Italia il discorso pubblico sia “fissato” sulle coordinate della “moralizzazione” ogni giorno le cronache ci consegnano un quadro desolante di corruzione (vera o presunta) e di comportamenti non etici che investono non soltanto i potenti, politici e “colletti bianchi”, ma anche larghe fasce della società, dagli impiegati che imbrogliano con il cartellino ai falsi invalidi che prendono pensioni come ciechi e poi vengono sorpresi a guidare la macchina.
Insomma, nonostante i Travaglio, i Santoro, i talk show, i giornali di successo e le ondate continue di indignazione on line, la corruzione non solo non diminuisce ma addirittura si ha la sensazione che aumenti giorno dopo giorno, con episodi che ne dimostrano praticamente il carattere di massa.
A mio parere non è soltanto un problema di dissociazione tra comportamento pubblico e comportamento privato (la doppia morale gesuitica è sempre stata di casa dalle nostre latitudini) che pure porta gli impiegati arrestati di Sanremo ad esprimere sulle loro bacheche social il massimo della indignazione contro la “casta politica corrotta” e contemporaneamente truffare lo Stato rubando sul tempo e gli straordinari. Continua a leggere
Il Sindaco Matamoros…
Capitan Matamoros è un personaggio della commedia dell’arte, un fanfarone arrogante quanto al fondo pauroso, millantatore di imprese inesistenti, simbolo della prepotenzadella dominazione spagnola del XV e XVI secolo in Italia. Con le dovute differenze mi è sembrato di rivederlo nei panni del sindaco di Locri, tal Calabrese, che ieri ha fatto il capopopolo da strapazzo in una manifestazione assai seria convocata per difendere l’ospedale e il diritto alla salute dei cittadini.
L’atto con cui si toglie la fascia tricolore, simbolo della istituzione che rappresenta in nome del popolo e della Repubblica italiana, e incita la folla contro una donna che rappresenta un’altra istituzione e poi, non contento, sui social attacca un’altra donna, rappresentante di un’altra istituzione ancora, è la rappresentazione plastica di questa arroganza insopportabile. Continua a leggere
La sindrome di Iago
La cattiveria è un elemento fondante della natura umana, ma ce n’è una specie di tipo particolare, quella rappresentata magistralmente da Shakespeare nel personaggio di Iago in “Otello”.
Iago è cattivo in sé, senza alcuna ragione evidente, gode della sua perfidia che si nutre di un sentimento assurdamente complesso come l’invidia.
Iago è quello che riesce a rovesciare la realtà, trasformando la verità in falsità, l’innocenza in colpevolezza, presentandosi proprio lui, l’essenza stessa della malvagità, come un campione di bontà agli occhi del credulone Otello.
La vicenda di Otello è in fondo la metafora dei tempi correnti, in cui tanti piccoli e grandi Iago operano per rovesciare la realtà presentandosi come i migliori degli uomini, gli inflessibili moralizzatori di un mondo presentato indifferentemente come tutto corrotto. E le vittime sono i tanti Otello creduloni e le innocenti Desdemona e quello stesso mondo nel quale i veri corrotti continueranno a prosperare.