Politica

Quando popolo e rappresentanze istituzionali si muovono insieme i risultati arrivano.

Il Quarto Stato

La buona notizia che viene dal Senato per gli LSU LPU della Calabria mi ha riempito di gioia. Ci vedo qualcosa di più di una semplice vertenza sindacale. E’ la dimostrazione che unendo rappresentanze istituzionali e popolo si possono difendere i nostri territori non solo dai pregiudizi ma anche dalla semplice indifferenza. Una bella pagina, anche se è solo l’inizio. Tanto resta da fare e non solo per gli LSU LPU. Consentitemi alla fine, non per piaggeria, di ringraziare il mio partito che si è mosso a tutti i livelli (quando fa bene bisogna avere l’onestà di riconoscerlo) e la mia amica Enza Bruno Bossio che su questa cosa ci ha messo la faccia sin dal primo giorno. Ma ora andiamo avanti…

Questo Governo eviti la Vandea in Calabria…

Vandea

Quanto è accaduto oggi al Senato è vergognoso. 5000 famiglie di lavoratori precari calabresi vengono derubricati a fattore locale, ai soliti calabresi che cercano assistenza. Non si dice che si tratta di consentire alla Regione Calabria di spendere soldi propri. Non si dice che si tratta di difendere un percorso di contrattualizzazione che metta lo Stato italiano nella legalità facendolo uscire da una condizione di sostanziale sfruttamento di lavoro a nero. La battaglia comunque prosegue. Le forze politiche progressiste calabresi e la Giunta Oliverio sanno bene che la posta in gioco, oggi, è evitare che la Calabria precipiti in un ribellismo sanfedista e antipolitico. Il governo nazionale faccia di tutto per evitare che questa parte del Paese precipiti nella Vandea.

L’assurdità del diritto allo sputtanamento…

Le vite degli altri

Spiegatemi come fossi un bambino di sei anni: cosa c’entra il diritto di cronaca con il diritto da dare a chiunque di registrare, all’insaputa dell’interessato, conversazioni o immagini ? Un conto è riconoscere alla magistratura il diritto/dovere di indagare (ma anche di tenere riservate queste intercettazioni per usarle solo ai fini processuali e non per ottenere lo sputtanamento di chicchessia, fosse anche Totò Riina) un conto è costruire una repubblica in cui chiunque può registrarti anche quando fai un rutto…

Ciao compagni….

L'ultimo selfie dei giovani socialisti unccisi a Suruc

L’ultimo selfie dei giovani socialisti unccisi a Suruc

Salut camarades,
Hola compañeros,
Hei kamerater,
Hallo mates,
Hello mates,
Merhaba arkadaşları,
L’ultimo selfie dei giovani compagni socialisti morti nella strage in Turchia. 30 morti e oltre 100 feriti. Si erano dati appuntamento per ricostruire Kobane distrutta dalla guerra. Sono morti vittime di un attacco kamikaze di una ragazza di 18 anni dell’ISIS che si è fatta esplodere in mezzo a loro. Pace contro Guerra. Guerra contro Pace. Ed ancora una volta a morire sono sempre i ragazzi, il futuro, come da secoli a questa parte. Nell’anniversario della strage di Utoya in Norvegia dove a morire furono ancora giovani socialisti. In nome loro il socialismo europeo oggi dovrebbe riflettere e ritrovare le proprie radici di solidarietà, giustizia e tolleranza, invece di ritrarsi impaurito di fronte al volto arcigno dell’austerità imposto dai conservatori e al razzismo becero dell’ultradestra.
Nel loro nome e guardando i loro volti…

Dare sepoltura al cranio di Villella è una priorità

Cranio del brigante Villella

Pubblicato su “Il Garantista” del 20 luglio 2015

Leggo sulla stampa locale e anche sul vostro giornale un atteggiamento di sufficienza e un certo benaltrismo rispetto al documento licenziato all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale della Calabria che chiede la restituzione del cranio del brigante Villella attualmente custodito nel museo lombrosiano di Torino per dargli sepoltura nel suo paese natale, Motta Santa Lucia.

Io credo, invece, che quel documento sia non solo opportuno ma abbia anche un importante valore culturale.

Intendiamoci, nessuno vuole sminuire considerazioni che, giustamente, mettono in evidenza le grandi emergenze che si pongono davanti al nuovo governo regionale ed all’intero sistema politico calabrese.

Tuttavia avere scelto di compiere un atto politico per chiedere che sia cancellata una vera e propria vergogna culturale dalla nostra storia unitaria è da considerare di per sé non solo giusto ma addirittura prioritario. Continua a leggere

Non fermarsi…

La Buona Scuola comincia da chi ci lavora

La cosiddetta “Buona Scuola” è stata approvata. È una pessima legge e, secondo me, anche inapplicabile, come dimostra l’uragano di ricorsi che già si annuncia. Una legge senza capo né coda, una assemblato di slogan che non affronta nessuno dei problemi della scuola italiana.
Il vasto movimento che si è espresso in questi giorni non deve, dunque, disperdersi.
Occorre però che tutti abbiano consapevolezza che la battaglia, con gli strumenti che si sceglieranno (referendum, o altro) potrà essere vinta soltanto se non ci si limiterà a dire no e, invece, si costruirà finalmente e dal basso, la vera “buona scuola” di cui il Paese ha bisogno.

Accade in Calabria

Papa Alessandro VI Borgia

Papa Alessandro VI Borgia

Un giornale online, nel pieno di una polemica con una parlamentare (assolutamente legittimo per carità !!!) si inventa di sana pianta una notizia. Parla di siti oscurati che oscurati non sono, parla di finanziamenti di società di un imprenditore inquisito che, invece, non appartengono a quell’imprenditore. La cosa bella è che si tratta dello stesso imprenditore che ad alcuni dei giornalisti di quella testata, direttore in testa, ha pagato lo stipendio fino a qualche anno fa. Ma come si dice “pecunia non olet”, o meglio “olet” solo quando non è la mia. Di fronte a questa palese montatura che poteva essere verificata con una semplice cliccata sul PC o sul tablet, una deputata 5stelle ha trascinato alcuni suoi colleghi in una figura barbina per il solo gusto di fare la Savonarola. Peccato che in questo caso la Savonarola non ha fatto altro che leggere la predica scritta da papa Alessandro Borgia, che non era certo un campione di costumi parchi e morigerati.

La riforma della scuola facciamola noi

La Scuola di Daniele Luchetti

Pubblicato su La C News 24

Link: La riforma della scuola facciamola noi

Quella che il Parlamento sta varando a colpi di voti di fiducia è una pessima legge e chiamarla riforma non solo è pretenzioso ma addirittura ridicolo.

Questa legge non affronta nessuno dei problemi della scuola.

L’articolato scaturito dopo diversi rimaneggiamenti parlamentari è confuso, pasticciato e genererà sin dall’avvio del prossimo anno scolastico una marea di ricorsi con docenti e dirigenti che passeranno più ore nelle aule dei tribunali amministrativi che a scuola.

Una legge confusa ma anche ingiusta perché assume solo una parte dei precari che pure avrebbero titolo ad entrare nel mondo della scuola per il semplice fatto che già ci lavorano da anni;  con profili di incostituzionalità nella parte che riguarda la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, nonostante positivi ma insufficienti aggiustamenti; una legge che sconvolge fino a negarli i diritti alla mobilità territoriale e professionale. Continua a leggere

I muri nella storia non hanno mai fermato nessuno.

Strage in Siria

Vi stanno dicendo: “chissenefrega”, ci rubano il lavoro, sono sporchi e portano malattie, sono solo la scusa per imbrogli e tangenti…ma loro continueranno a venire semplicemente perché vogliono scappare da morte certa.

Forse che quando si sta per annegare non ci si aggrappa anche ad un pezzo di legno pieno di chiodi acuminati ? Forse che la paura di morire annegati è peggiore di quella di morire ammazzati, sgozzati, fatti a pezzi da bombe e armi automatiche ? Cosa fareste voi per mettere in salvo voi stessi e/o per dare una speranza ai vostri figli che rischiano di morire ogni giorno di fame, di persecuzione e di guerra se non cercare di scappare dove pensate che la vita sia migliore ? Vi farebbe forse paura un ragazzone con le felpe variopinte o una elegante signora bionda che vi urlano addosso “fuori i negri” ? Vi fermerebbero forse muri alti, sentinelle, filo spinato ? Continua a leggere

La società senza memoria e senza vergogna

Migranti

È lodevole l’iniziativa di tanti sinceri democratici che, in queste ore di egoismo elevato a cultura di stato, raccontano di quando eravamo noi italiani ( e anche tanti europei) ad essere migranti, maltrattati, calpesti e derisi. Io stesso c’ho provato e continuerò a provarci.

Ma comincio a pensare che siano davvero troppi gli italiani egoisti e fondamentalmente razzisti, tranne quando li si sorprende a caccia di prostitute a buon mercato e di colore sulla tangenziale o a fare affari sporchi con i paesi del quarto mondo (patata et pecunia non olent).

Oggi si indignano perché la Francia ha chiuso le frontiere, ma solo perché il problema rimane loro sul groppone ed i neri deturpano le belle stazioni costruite sulle tangenti. Hai voglia a ripetere che i nostri nonni li lasciavano sei mesi ad Ellis Island, Continua a leggere

Commenti
    Archivio