Politica

VELTRONI IN CALABRIA PRESENTA LA SUA CORRENTE: “Qui ci sono tante energie nuove, fresche…”

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Walter Veltroni è venuto in Calabria con Fioroni e Gentiloni a presentare MODEM, la sua “corrente” (ma guai a chiamarla così, le correnti non piacciono all’ex segretario del PD…).

Come in passato ha espresso il suo sostegno all’azione di rinnovamento del Commissario Musi in Calabria, lo ha fatto sottolineando le presenze calabresi alla sua convention, usando l’espressione “qui ci sono tante energie nuove, fresche…”. Vediamole insieme, chiedendo scusa se ce ne scordiamo qualcuna o qualcosa dei loro passaggi curricolari:

-          Marco Minniti, ex viceministro, deputato da tre legislature, già segretario del PDS e del PD, ex Lothar dell’era dalemiana, ecc.;

-          Donato Veraldi, già Presidente della Regione Calabria, consigliere regionale della DC per non so quante legislature poi senatore dell’Ulivo per due legislature, poi eurodeputato, ecc.;

-          Franco Covello e la figlia Stefania, la cui carriera di entrambi è antica e si interseca: da consigliere comunale ad assessore provinciale, assessore e consigliere regionale fino a senatore (alla figlia Stefania manca ancora qualche passaggio, ma è giovane ed ha tanto tempo davanti)…;

-          Demetrio Naccari Carlizzi, consigliere comunale a Reggio Calabria, vicesindaco con Falcomatà battuto da Scopelliti nella sua corsa a sindaco di quella città, poi consigliere e assessore regionale nell’era Loiero, non eletto alle ultime elezioni regionali;

-          Mario Pirillo, consigliere regionale da quattro legislature, vicepresidente della Regione e potentissimo assessore all’agricoltura, oggi votatissimo eurodeputato.

Seguono poi personalità che certamente non sono dei giovanissimi sia anagraficamente che politicamente: il sindaco di Cosenza, Perugini, il presidente loieriano della Provincia di Vibo, De Nisi, Paolo Barbieri, sindaco per un quindicennio di Sant’Onofrio, vicepresidente della Provincia di Vibo e oggi assessore, sia come DS che come PD ecc., nonché dirigenti di partito come Mario Paraboschi, ex segretario della Federazione del PCI di Catanzaro ed eterno tesoriere regionale del PCI-PDS-DS-PD.

Non parliamo poi degli esponenti nazionali presenti all’incontro, a cominciare dallo stesso Veltroni, in politica dagli anni ’70, in segreteria nazionale del PCI con Alessandro Natta insieme al suo “avversario” storico D’Alema, segretario dei DS e del PD, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel primo governo Prodi nel 1996, ecc..

Tutte bravissime persone, alcuni bravi amministratori e dirigenti (di alcuni ho davvero la massima stima), ma sicuramente tutto il contrario di quelle che dovrebbero essere “energie nuove, fresche…”. Emerge ancora una volta una caratteristica peculiare del veltronismo: belle parole, retorica del nuovo ma purché questo sia sempre riferito agli altri, mai a se stessi.

Ci si meraviglia poi che un certo Renzi, grande avversario di Veltroni e D’Alema e che continua a non essermi simpatico, parli di “rottamazione” ? Perché sul nuovo c’è sempre qualcuno che è più nuovo, che è più coerente rispetto a questa categoria.

Una volta D’Alema disse che in politica non esiste il mercato del nuovo ma solo quello dell’usato…non so se aveva ragione. Ho paura però che si sbagli anche Renzi quando parla di rottamazione: in politica lo smaltimento avviene sempre e comunque attraverso il riciclo. Ma si sa, la sinistra ha una forte sensibilità ambientalista…

Volevano candidare Angelo Vassallo alla Camera, il sindaco di Pollica ucciso dalla camorra, Veltroni e Bettini lo ignorarono.

Angelo Vassallo

In un articolo pubblicato oggi su il Venerdì di Repubblica, si apprende che nel 2008 il PD di Pollica aveva scritto a Veltroni e Bettini per proporre la candidatura del sindaco Angelo Vassallo, alla Camera.
In quell’occasione i dirigenti democratici di Pollica non ebbero neanche la “confidenza” di una risposta. Pare che il Sindaco, all’oscuro dell’iniziativa assunta dai suoi amici si arrabbiò moltissimo con loro quando venne a saperlo e ci rimase ancora più male sapendo che essa non aveva avuto alcun riscontro.
In verità in quei mesi le liste venivano gestite come un “casting” per usare l’espressione di Matteo Renzi (mettiamo l’operaio, l’imprenditore, il giovane, lo scrittore…) e in Campania si scatenò la battaglia contro Bassolino e contro De Mita, il “vecchio” che aveva la pretesa di ricandidarsi con il PD (finendo poi parlamentare europeo con l’UDC).
Si inseguì la candidatura di Roberto Saviano che rifiutò parlando di un PD altrettanto camorrista del PDL…ma questa è storia.
L’episodio però deve farci riflettere al di là del merito della vicenda. Il povero Vassallo, un sindaco che nella Campania dell’emergenza rifiuti aveva realizzato uno dei comuni più avanzati dal punto di vista dell’ecosostenibilità e anche per questo inviso alle organizzazioni criminali che ordinarono la sua brutale eliminazione, non fu candidato nonostante avrebbe potuto dare molto al PD e al Centrosinistra.
Al suo funerale c’erano tutti, anche coloro che all’epoca non lo degnarono neanche di una risposta, a piangerlo, giustamente, e ad indicarlo come esempio di una buona amministrazione possibile anche nel Sud e come coerente testimonianza di lotta alla criminalità.
Non c’è in questo mio dire un giudizio di valore: solo l’amara constatazione che il Sud non è tutto “Gomorra” e che forse un atteggiamento meno “liquidatorio” su quanto esprime la politica del Mezzogiorno avrebbe consentito di valorizzare.
Un problema di approccio, quindi, che continua ad essere condizionato da pregiudizi e preconcetti, che non aiuta nella lotta contro i mali del Sud, a partire dalla criminalità organizzata. Ma è anche un problema, grande quanto una casa, di democrazia. Se ci fosse stata un’altra legge elettorale probabilmente Vassallo sarebbe stato in Parlamento a portare la sua esperienza in un contesto nazionale, meglio di tanti altri che sono stati “nominati” secondo il criterio della fedeltà ai gruppi dirigenti nazionali.
Dico di più, forse sarebbero bastate anche le primarie per farlo candidare e dare un contributo positivo ad una campagna elettorale difficile.
Questo episodio è la prova drammatica, che fermo restando questa legge, i parlamentari non possono più essere nominati né indicati attraverso “casting”, ma scelti dai cittadini attraverso le primarie.

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