La società senza memoria e senza vergogna
È lodevole l’iniziativa di tanti sinceri democratici che, in queste ore di egoismo elevato a cultura di stato, raccontano di quando eravamo noi italiani ( e anche tanti europei) ad essere migranti, maltrattati, calpesti e derisi. Io stesso c’ho provato e continuerò a provarci.
Ma comincio a pensare che siano davvero troppi gli italiani egoisti e fondamentalmente razzisti, tranne quando li si sorprende a caccia di prostitute a buon mercato e di colore sulla tangenziale o a fare affari sporchi con i paesi del quarto mondo (patata et pecunia non olent).
Oggi si indignano perché la Francia ha chiuso le frontiere, ma solo perché il problema rimane loro sul groppone ed i neri deturpano le belle stazioni costruite sulle tangenti. Hai voglia a ripetere che i nostri nonni li lasciavano sei mesi ad Ellis Island, che morivano di fame e di colera sulle navi esattamente come questi poveracci, e che quando sbarcavano li chiamavano tutti mafiosi. Niente da fare, l’egoista non ha memoria e non ha vergogna. Preferisce girare la testa dall’altra parte e plaudire al gesto atletico del calciatore nero ultimo acquisto della squadra del cuore, perché si sa, la domenica è del pallone.
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