Gabriele Petrone

Oltre il pregiudizio nei confronti del Sud e della Calabria

Sui pedali della libertà. Oltre il pregiudizio

Nell’Ottocento, grazie anche agli studi di Cesare Lombroso sul cosiddetto “atavismo criminale” basati sulla presunta “fossetta occipitale” trovata nel cranio di un povero disgraziato morto di miseria in un carcere di Pavia, il “brigante”  di Motta Santa Lucia, i calabresi e i meridionali furono tutti classificati come naturalmente inferiori e criminali. Oggi la narrazione della “Calabria canaglia” luogo solo di ndrangheta e malaffare purtroppo continua. Ne abbiamo parlato al insieme al grande scrittore e giornalista Mimmo Gangemi con Roberto Sensi de “Il Dubbio” al termine del bellissimo tour d’Italia in bici “Sui pedali della libertà. Oltre il pregiudizio” che, partendo proprio dal Museo Criminale “Cesare Lombroso” di Torino, dove rimane esposto il teschio di Villella, è arrivato proprio a Motta Santa Lucia, il suo paese natale. Qui di seguito il video delle interviste per riflettere e costruire una nuova e finalmente vera narrazione della nostra terra, basata sulla responsabilità dei calabresi e sulla ricchezza della nostra storia e della nostra gente. Perché solo così potremo cambiare davvero non solo la Calabria e il Mezzogiorno, ma l’Italia intera.

Il Dubbio.it

VIDEO DELL’INTERVISTA

La straordinaria avventura del primo giro del mondo…

Nave Victoria Siviglia

Una delle cose da vedere per chi capita a Siviglia è il recente allestimento della Nave Victoria e l’annesso museo multimediale, completato poco prima dell’esplodere della pandemia, nel marzo del 2020. E’ uno spazio che ricostruisce la prima circumnavigazione del globo operata dalla spedizione di Ferdinando Magellano che era composta da cinque navi e 245 uomini, tra cui 26 italiani, e partì proprio dal porto fluviale di Siviglia il 10 agosto del 1519.
La Victoria, che aveva a bordo il nostro Antonio Pigafetta che redasse il diario di bordo e grazie al quale dobbiamo il resoconto preciso della spedizione, fu l’unica a fare ritorno il 6 settembre 1522 nel porto di partenza.
Magellano morì ucciso dagli indigeni nelle isole che lui aveva chiamato Filippine in onore del re di Spagna Filippo II.
La ricostruzione della nave, il museo annesso ricostruiscono in maniera precisa le motivazioni della spedizione, le terribili condizioni di vita a bordo e lo straordinario coraggio di uomini che hanno cambiato il corso della storia.
Ferdinando Magellano, portoghese al servizio della Spagna, era partito per trovare un passaggio verso il Pacifico (nome che gli attribuì quando lo attraversò trovandolo calmo per diverse settimane) e l’Estremo Oriente (le mitiche Indie ricche di spezie che erano allora più preziose dell’oro) di cui si conosceva l’esistenza sotto il nome di Mare del Sud grazie alla spedizione terrestre di Vasco Nunez de Balboa che aveva attraversato l’istmo di Panama in America Centrale nel 1513.
La scoperta di quello che si chiama oggi Stretto di Magellano all’estremo sud del continente sudamericano in uno dei mari più tempestosi del pianeta fu una impresa davvero straordinaria.
La nave che si può visitare nella fedele ricostruzione di Siviglia descrive bene la realtà di quella impresa. Una nave piuttosto piccola, su cui stavano per mesi e mesi più di 40 uomini, mangiando davvero poco e male e in condizioni igienico-sanitarie spaventose al giorno d’oggi.
Eppure con queste navi questi uomini sfidarono gli oceani attratti certamente dal miraggio della ricchezza (un carico di spezie in Europa quintuplicava e a volte anche decuplicava il suo valore) ma anche da straordinario coraggio e speranza nel futuro che si fondevano in una spinta formidabile a conoscere e “conquistare” il mondo, in tutti i sensi.
Insomma una visita che consiglio vivamente, in tempi in cui la speranza e il coraggio nell’affrontare il futuro sono merce assai preziosa.
Unica nota critica la considerazione che forse il ruolo di Antonio Pigafetta andava meglio valorizzato…

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Corona virus: i nodi sono arrivati al pettine…

Immagine Corona Virus

Pubblicato su “Il Casinistanews.wordpress.com”

Dobbiamo renderci conto che il Corona virus resterà un problema aperto per un tempo molto lungo, forse anche decenni.
Non è la prima volta che accade nella storia, del resto, che un virus si accompagni alla vicenda umana e condizioni lo sviluppo sociale delle comunità. Sarà così anche questa volta.
Contro il corona virus però è stata trovata in tempi davvero rapidissimi un’arma assai efficace con i vaccini.
I vaccini, tutti i vaccini, nonostante la virulenza delle varianti (e ce ne saranno anche altre se la circolazione non viene arginata dalla cosiddetta “immunità di gregge” che siamo ancora ben lungi dall’aver raggiunto non solo in Italia ma anche in altri paesi del mondo) ci proteggono non solo e non tanto dal contagio, ma soprattutto dalla malattia grave e dalla morte.
Di fronte a questo scenario dobbiamo guardare in faccia alla realtà e vaccinarci, per fare del covid una influenza fastidiosa ma gestibile senza andare in ospedale. E qui abbiamo il vero problema: la campagna di vaccinazione sta arrivando a quel nocciolo duro di coloro che, per tutta una serie di ragioni, non vuole vaccinarsi. Ed è un nocciolo piuttosto esteso. Che non crea le condizioni della immunità di gregge e rende permanente la circolazione del contagio. L’esperienza di questi mesi ci ha, inoltre dimostrato come questa situazione non si può fronteggiare con i lock down totali o parziali che siano, perché il viurs continua comunque a circolare.
I nodi sono quindi arrivati al pettine. O si introduce l’obbligo vaccinale (che non è uno scandalo visto che in passato intere generazioni sono state vaccinate avendone salvaguardato la salute) o una forma di pass per accedere ad alcuni servizi che potenzialmente creano assembramento. O si sceglie una strada o l’altra. Non ci sono vie d’uscita.
In questo contesto va inquadrata anche la questione della scuola. Di recente sono usciti i dati sulla preparazione dei maturandi: una vera e propria ecatombe educativa.
Il Paese di Dante e del Rinascimento rischia la desertificazione culturale più di quanto era successo nel passato. E allora con franchezza dobbiamo chiederci: ce lo possiamo permettere un altro anno di DAD perché qualcuno non si vuole vaccinare ?
Appare pertanto evidente anche ad un bambino di sei anni che se vogliamo tenere aperto il Paese, recuperare le libertà alle quali abbiamo dovuto rinunciare, dare alle giovani generazioni la formazione cui hanno diritto e le opportunità che meritano, siamo chiamati ad una assunzione di responsabilità individuale e collettiva. Perché un altro anno di chiusure che ammazzano non solo l’economia ma soprattutto la vita sociale e culturale del Paese non ce li possiamo davvero permettere.

Il Casinistanews.com

Antonella mancherà a tutti…

Antonella Scavelli

Antonella Scavelli

Antonella Scavelli, affettuosa, solare, disponibile, amata da tutti i colleghi e soprattutto dai suoi alunni, non c’è più.
Restiamo attoniti e sconvolti alla notizia che ci pone di fronte alla crudeltà di quello che i poeti hanno chiamato “male di vivere”.
Resterà a tutti, soprattutto alla sua famiglia e a tutti coloro che le hanno voluto bene, la consolazione della certezza che nessuno potrà dimenticarla, cara signora sorridente e simpatica professoressa che amava la scuola e questo nostro meraviglioso quanto difficile mestiere.
Un forte e abbraccio Antonella, mancherai a tutti…

Addio Raffaella Carrà, ti ricorderemo sempre da Trieste in giù…

Raffaella Carrà

E se ne è andata anche lei, Raffaella Carrà, la modella di grazia e bellezza della prima generazione televisiva di questo nostro bellissimo e complesso Paese. Per noi era il simbolo stesso dell’allegria, della spensieratezza del varierà, ma anche la portatrice di un grande patrimonio di professionalità artistica. Le volevamo bene perché era una di noi. Ciao Raffa, ti ricorderemo sempre da Trieste in giù…

Il garantismo è una cosa seria…

Cesare Battisti

Cesare Battisti

Il garantismo è una cosa seria. Il garantismo non è ricerca di impunità ma difesa dei diritti. Cesare Battisti deve scontare la sua pena secondo i principi dettati dalla nostra Costituzione all’art. 27. La giustizia non è vendetta, è giustizia. Sempre. Il garantismo o è per tutti o non è. Il garantismo con lo sterzo nega sé stesso e diventa il suo contrario. Per essere garantisti ci vuole il coraggio di guardare al merito delle questioni non allo specchio deformato delle ideologie, avendo il coraggio di difendere i diritti anche del proprio peggior nemico. Grazie Enza Bruno Bossio e Adriano D’Amico.

75 anni della Repubblica italiana

Strilloni de l'Unità con il giornale che annuncia la vittoria della Repubblica il 2 giugno del 1946

Strilloni de l’Unità con il giornale che annuncia la vittoria della Repubblica il 2 giugno del 1946

Quel 2 giugno del 1946 fu Repubblica, fu Italia, fu il compimento della Liberazione da un passato fatto di autoritarismi e dittature e l’avvio di un processo profondo di rinnovamento politico, istituzionale, sociale e culturale del nostro Paese testimoniato in quei giorni proprio dal voto concesso per la prima volta alle donne.
Nostro dovere è continuare a portare avanti questo processo cominciato 75 anni fa.
Buona Festa della Repubblica a tutti !!!

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