Gabriele Petrone

Ricordare Luigi Tarsitano

Il Centro di Cultura Popolare di Roggiano Gravina

Il Centro di Cultura Popolare UNLA di Roggiano Gravina

È venuto a mancare Luigi Tarsitano, dirigente del PCI e consigliere regionale degli anni ‘80. Negli ultimi anni aveva dedicato la sua attività all’Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo, storica e benemerita associazione protagonista delle campagne di alfabetizzazione in Calabria negli anni ‘50 e ‘60, di cui era Vicepresidente. Soprattutto in questa veste lo avevo conosciuto agli inizi degli anni ‘90 quando conducevo ricerche per il mio libro “I pionieri dell’alfabeto” dedicato proprio all’esperienza dell’UNLA in Calabria. Uomo di straordinaria cultura, appartenente ad una famiglia di giuristi (il fratello Fausto operò a Roma dove difese i partigiani di Via Rasella e partecipò a importanti processi come il processo Valpreda, Antonio è stato uno degli avvocati calabresi più importanti degli ultimi decenni, e l’altro fratello Elio) e di dirigenti politici della sinistra, lascia alla nostra comunità regionale il dovere della memoria collettiva dell’esempio alle giovani generazioni di cui si sente davvero il bisogno.

Dal film “Mississippi Burning. Le radici dell’odio”.

Mississippi Burning.  Le radici dell'odio. Locandina.

“Sai, quando ero un ragazzino, c’era un vecchio contadino negro che viveva lungo la strada da noi. Si chiamava Monroe. E lui era, uh, beh, suppongo che fosse solo un po’ più fortunato di quanto lo fosse il mio papà. Si era comprato un mulo. Era un grosso problema in quella città. Ora mio papà odiava quel mulo, perché i suoi amici lo prendevano in giro: “oh, hai visto Monroe uscire con il suo nuovo mulo?” e “Monroe affitterà un altro campo ora che ha un mulo”. E una mattina quel mulo fu trovato morto. Avevano avvelenato l’acqua. E dopo questo nessuno parlò di quel mulo a mio padre. Non se ne parlò più. Una volta, siamo andati al bar lungo la strada e abbiamo superato la casa di Monroe e abbiamo visto che era vuota. Aveva appena fatto le valigie e se n’era andato, immagino. Andato al nord, o qualcosa del genere. Ho guardato il viso di mio padre – e sapevo che l’aveva fatto. E ha visto che lo sapevo. Si vergognava. Immagino che si vergognasse. Mi guardò e disse: “Se non sei migliore di un negro, figlio, di chi sei meglio ?“. Era un uomo vecchio così pieno di odio che non sapeva che era la sua povertà ciò che lo stava uccidendo”.
Ci possiamo riflettere su ? Grazie.

Unità, unità, unità

Logo del PD

Adesso congresso subito. Discutiamo laicamente e poi decidiamo su questioni, programmi, temi e uomini. Il gruppo dirigente nazionale del PD dimostri TUTTO senso di responsabilità e visione. Subito, tutti insieme, a fare opposizione al governo più di destra della storia repubblicana. UNITI PER ANDARE OLTRE. Solo così potremo ripartire. IL PRIMO CHE PARLA DI RENZIANI E ANTIRENZIANI CHIAMO I CARABINIERI.

Io sto con Mattarella senza se e senza ma

Sergio Mattarella sul corpo di suo fratello Piersanti ucciso dalla mafia

Sergio Mattarella sul corpo di suo fratello Piersanti ucciso dalla mafia

Sto cancellando dai miei contatti Facebook tutti coloro che stanno attaccando il Presidente della Repubblica che ha esercitato una prerogativa assegnatagli dalla Costituzione. E’ successo anche in altri momenti della storia repubblicana che queste prerogative siano state esercitate dai Presidenti della Repubblica nei confronti di maggioranze ben più ampie e altrettano sostenute dal consenso popolare di quelle di oggi e nessuno ha urlato a complotti e si è sempre trovato un punto di equilibrio tra i diversi poteri dello Stato. Il Presidente è il Capo dello Stato, garante della Costituzione e dei trattati internazionali. Se si vuole l’Italia fuori dall’euro bisognava avere il coraggio di dirlo a tutti gli italiani con franchezza. Nessuno di questi signori ha fatto la campagna elettorale su questo ma su una giusta esigenza, che condivido, di riefinizione dei trattati. La vera questione è che hanno fatto di Savona un casus belli per andare al voto. Con la Lega che si è giocato i cinque stelle e Di Maio come polli, visto che alle elezioni, scommetto 100 euro contro un fagiolo, si ripresenterà con Berlusconi che si potrà anche candidare. Il tutto sulla pelle degli italiani, con lo spread che si sta già mangiando i mutui e la borsa le imprese. Se volete per l’Italia il destino della Grecia del governo con Varoufakis con la gente che correva ai bancomat, impiegati statali licenziati e pensioni cancellate (altro che riforma della Fornero) dovete avere il coraggio di dirlo agli italiani, Perché nessun partner internazionale rinuncierà ai suoi crediti con l’Italia perché un Savona, un Di Maio o un Salvini qualunque fanno la voce grossa. La rinegoziazione dei trattati vuole politica, mediazione, capacità di costruire alleanze, magari anche unità di tutte le forze politiche italiane, perchè no ? L’Italia si difende così, non con le chiacchiere contro le “inique sanzioni” di mussoliniana memoria, e sappiamo la fine che abbiamo fatto. Io alla Costituzione nata contro quel signore che distrusse l’Italia continuo ad essere attaccato. Io sto con Mattarella senza se e senza ma.

Mercati, Bruxelles Germania e Savona

Populismo

Cerchiamo di ragionare un attimo, mettendo in ordine le questioni:
1. Ammettiamo per un attimo che ci sia un complotto contro il nascente “governo del cambiamento” con la speculazione sui mercati ordito dai cattivi, Bruxelles, mercati internazionali e Germania. Certo bisognerebbe capire perché non era un complotto quando accadde durante il governo Berlusconi ma tant’è. Perché subirlo alimentando sospetti su cose che mettono in allarme i mercati, primo fra tutti che l’Italia non voglia onorare il suo debito con i suoi partner internazionali ? Perché non adottare una politica più prudente anche nel quadro di una esigenza di arrivare ad una rinegoziazione dei trattati (che, ricordo, è cosa assai difficile visto che il problema sta nel fatto che siamo i più indebitati nella UE ma sembra che ce lo dimentichiamo spesso, a partire dai chi ha vinto le elezioni) magari creando le opportune alleanze anche con altri partner europei senza allarmare gli altri partner? E’ cosa difficile ma sta nella logica della politica che significa mediare e raggiungere obiettivi possibili.
2. E’ davvero da ingenui pensare che se si minacciano schiaffi a destra e a manca qualcuno non pensi di cominciare a darteli per primo. La speculazione sui mercati, che non si era manifestata finora, ha cominciato ad emergere negli ultimi giorni quando è stato reso noto il famoso contratto i cui contenuti economici sono a dir poco aleatori e che dicono esplicitamente di voler sforare i parametri economici, in sostanza non contenere il nostro debito pubblico che oggi è garantito dal sistema bancario europeo (anche tedesco e americano, il che spiega anche la freddezza dell’altro sovranista Trump nei confronti dei nostri).
3. Il problema non è Savona, che è tutt’altro che un eroe anti-esteblishment essendone parte integrante da almeno un quarantennio, ma il segnale che manderebbe la sua nomina in un momento in cui la speculazione è già in atto e sta bruciando miliardi, rendendo ancora più difficili le ambizioni della politica economica dei contrattisti e già sta colpendo coloro che hanno un contratto di mutuo a tasso variabile (con buona pace della difesa degli interessi del “popolo”).
4. Il braccio di ferro con il Presidente della Repubblica, oltre a cercare di forzarne le prerogative indicate dall’art. 92 della Costituzione (che vale sempre mica a giorni alterni) crea ulteriori danni alle istituzioni oltre che all’economia. Voglio ricordare che non è la prima volta che un Presidente della Repubblica dice no ad un ministro: lo fece Oscar Luigi Scalfaro con il primo governo Berlusconi sulla nomina di Previti a ministro della giustizia (spostato poi alla difesa) per le sue posizioni anticostituzionali e per essere l’avvocato di Berlusconi. Ci possono essere ragioni di opportunità politica che Presidente del Consiglio, forze politiche di maggioranza e Presidente della Repubblica valutano laicamente senza creare strappi alle istituzioni che sono a garanzia di tutti.
5. Io credo che chi ha vinto deve governare, ma con realismo. Personalmente trovo velleitario e dannoso dire che faremo la guerra a tutti quando sappiamo che le economie sono tutte interdipendenti (altrimenti non si comprende perché Salvini, ad esempio, insiste per superare le sanzioni alla Russia che danneggiano le esportazioni delle aziende italiane). A meno che non teorizziamo la realizzazione del “socialismo in un solo Paese”. A parte che chi lo fece in passato fu sconfitto a prezzo di gravi danni per il suo popolo, non mi pare che il prossimo governo sia composto da bolscevichi, anzi.

L’angoscia che rafforzò la democrazia

Aldo Moro

40 anni fa. Ricordo il senso di angoscia che colsi in mio padre e mia madre quando, tornato da scuola (ero alle medie) mi dissero che avevano rapito Moro. Ricordo il dolore popolare che quasi si toccava, nei discorsi di tutti, quando fu rinvenuto il suo cadavere. La morte di Moro costituì uno spartiacque. L’Italia si strinse attorno alla sua democrazia così fragile e decise di difenderla. Comunque. Da ricordare a chi, con troppa disinvoltura, tratta le istituzioni democratiche spesso con sufficienza e superficialità.

Antonio Gramsci ad 81 anni dalla morte

Antonio Gramsci

“Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”.

(Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921)

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