Gabriele Petrone

Lectio Magistralis di Mogol presso l’IIS di San Marco Argentano

Mogol a San Marco Argentano

Oggi presso l’IIS di San Marco con il Maestro Mogol, che ha tenuto una lezione sul cammino della musica e della canzone popolare (il pop) nel dopoguerra. Una lezione di straordinario spessore culturale e umano. Straordinari i nostri ragazzi, che hanno partecipato con performance musicali, lavori di gruppo e tante domande. Una bella giornata.

Mogol a San Marco Argentano 2Mogol a San Marco Argentano 3

Il testo del mio intervento di introduzione alla lectio magistralis di Mogol

Mogol organizzatore culturale dell’Italia del dopoguerra

Mi sia consentito innanzitutto ringraziare tutti per questa giornata, a cominciare dal Maestro Mogol che ci onora con la sua presenza, dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Saveria Veltri che ha sposato con entusiasmo e ha reso possibile l’iniziativa di oggi, i colleghi (saluto qui, per tutti, la cara Selene Falcone che è l’anima organizzativa di questa scuola) che hanno lavorato nelle classi, gli studenti e tutti coloro che si sono impegnati per offrirci il loro contributo stamattina.
Ringrazio, infine, la cara Claudia Battaglia, componente della struttura della Presidenza della Giunta Regionale che, con i suoi buoni uffici, ha reso possibile la presenza di Mogol tra noi.
Già la nostra dirigente ci ha detto, molto bene, il significato educativo e didattico della lezione che il Maestro ci terrà oggi.
Io mi limiterò ad offrire, e spero di riuscirci, soltanto qualche spunto di riflessione sul ruolo che Giulio Rapetti Mogol ha svolto e continua a svolgere non solo nella storia della canzone ma, più in generale, della cultura italiana.
Innanzitutto una premessa: la canzone italiana, per come è andata delineandosi nel corso di un secolo e mezzo di storia unitaria, ha svolto e svolge la stessa funzione che ha svolto il melodramma nell’Ottocento ed è andata sostituendosi ad esso nei consumi culturali nazionali e popolari soprattutto nel corso del ’900.
Che le canzoni che accompagnano le varie fasi della nostra vita non sono più soltanto “canzonette”, utilizzando l’espressione autoironicamente dispregiativa di Edoardo Bennato, è ormai chiaro da tempo non soltanto ai critici musicali ma anche a quelli della letteratura italiana.
La canzone italiana è uno dei prodotti più preziosi di quello che una volta veniva definito il “genio italiano” ed ha conquistato un suo posto d’onore nel panorama internazionale accanto ad altri grandi fenomeni musicali di massa come il jazz, il rock, la new wave, la bossa nova, ecc., in quello che possiamo definire con un termine necessariamente generico, pop.
Neppure tanti anni fa, probabilmente, l’idea che le “canzonette” potessero diventare oggetto di studio da parte di critici letterari e “dentro” le scuole, poteva sembrare quasi “blasfemo”. Continua a leggere

Io voto PD

Camera ManciniCamera Incarnato

Camera AielloSenato Ferrari Senato Scalzo

Siamo arrivati alla fine di una campagna elettorale in cui si è appalesata con evidenza la classica dicotomia tra riformisti e populisti, tra chi cerca faticosamente di risolvere i problemi e chi si limita ad enunciarli e ad urlarli solo per capitalizzare consenso.

Avrei preferito un altro tipo di confronto, ma tant’è !

Per me ci sono pochi dubbi: il voto al PD è l’unico possibile, non solo per i risultati positivi di questi anni (ma ce la siamo dimenticati l’Italia del 2011 che rischiava di non pagare neanche le pensioni e gli stipendi ?, Io no !) ma perché tiene in piedi una prospettiva per il Paese nel quadro di una Europa che dobbiamo cambiare ma dalla quale non possiamo prescindere.

Da una parte ci sono i mestatori, i pressapochisti, i qualunquisti (come quello che accetta di essere l’ipotetico ministro di una forza politica che ha avversato una riforma della scuola che lui pochi mesi prima aveva contribuito a scrivere ed elogiava pubblicamente !) insieme ai razzisti, agli xenofobi, ai dichiaratamente fascisti, ai francamente egoisti (Mein cacchien uber alles), dall’altra gente seria che ha fatto il suo dovere che, al netto di qualche errore (e chi non ne fa ?) ha comunque dimostrato di essere una classe dirigente all’altezza del suo compito.

Ognuno quindi, scelga liberamente. Io ho scelto. Voto PD e consiglio di fare altrettanto.

In ogni caso buon voto a tutti e auguri.

Scusi, ma lei è favorevole o contrario ?

Salvatore Giuliano

Riepiloghiamo: Luigi Di Maio, nel caso assai improbabile dovesse vincere le elezioni, come futuro Ministro dell’Istruzione sceglie un preside già componente dello staff del Ministro Giannini, favorevole alla buona scuola che, com’è noto, è stata fortemente avversata dai 5 stelle. Ora questo preside nega di essere stato a favore ma un video in cui dice a Renzi: “Presidente vada avanti” lo inchioda. Ed io mi chiedo: o i meccanismi di scelta di Di Maio sono a dir poco approssimativi o i 5 stelle ora sono a favore della Buona scuola o lo erano anche allora fingendo di essere contro. In tutti e tre i casi mi sembra che o siamo alla commedia dell’assurdo o nel caro vecchio e sempreverde trasformismo italico.

La Stampa

 

90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza

Centro Storico Cosenza
90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza. Non è una promessa elettorale ma la pura e semplice realtà, frutto del lavoro svolto dai parlamentari PD e da Enza Bruno Bossio con la loro interpellanza di due anni fa e di quello della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio. Noi del PD siamo fatti così, facciamo quello che diciamo. Siamo Governo anche quando siamo opposizione in una città. Perché per noi vengono prima i cittadini e la città. Perché per noi la politica non è fatta né di promesse né di fake news. Ora l’Amministrazione comunale non ha più scuse per non intervenire nel cuore culturale di Cosenza. Ci sono i fondi, ci vogliono idee e progetti. Nelle prossime settimane incalzeremo Sindaco e Giunta per questa che è un’occasione che assolutamente non può andare sprecata.

La vera questione sulla “rimborsopolli” dei grillini.

Ipocrisia

Roba da strizzacervelli. I parlamentari grilini versano volontariamente parte dei loro stipendi nel fondo per il micro credito alle imprese. Nessuno li forza, è una scelta politica. Come quella dei deputati PD che versano al partito per finanziarne le attività dopo l’abolizione del finanziamento pubblico. Ma alcuni di loro facevano il bonifico, postavano la ricevuta sul loro sito e poi lo revocavano. Il massimo dell’ipocrisia: neanche il coraggio di tenersi soldi già loro. Più che rimborsopoli grillina dovremmo definirla “rimborsopolli”.

Ma la vera questione su questa vicenda è che non sono riusciti a controllare la rendicontazione di una iniziativa sulla quale hanno basato tutta la loro credibilità sin dall’inizio. Sulla quale dovevano necessariamente essere rigorosi: Se non riescono a fare questo sulla loro bandiera di questi anni come possono pensare di governare un Paese ?

Continuate a difenderli ancora quanto volete, fate il conto di quanto hanno dato e quanto non hanno dato, disquisite su mele marce e mele sane. Magari votateli pure. Ma fatelo con la consapevolezza che questi sono, degli incompetenti e pure presuntuosi, oltre che portatori di una cultura qualunquista e reazionaria. Al netto dei rubagalline ipocriti e ciucci persino a rubare che hanno fatto diventare parlamentari della Repubblica Italiana.

Dal 2010 con Enza Bruno Bossio per il reddito minimo. Oggi il reddito di inclusione

Con Enza

Con Enza Bruno Bossio stasera abbiamo ricordato le iniziative sul reddito minimo in Calabria. Quando cominciammo a parlarne noi, nel 2010, Grillo faceva i Vaffa Day e Berlusconi cianciava di ristoranti pieni. Oggi abbiamo il reddito di inclusione, La dotazione finanziaria è ancora bassa, 2 miliardi e mezzo di euro, ma si è già deciso di portarla a 9 miliardi di euro, la cifra necessaria a coprire sia la povertà assoluta che quella relativa. Ma il principio è stato fissato. E possiamo dire che in questo risultato c’è molto di Calabria e della determinazione di Enza.

Con Enza a La ragione della passione

RASSEGNA STAMPA

Il Quotidiano del 10 febbraio 2018

Fascismo, altro che balle.

Luca Traini

Chi ha sparato a Macerata sarà mentalmente disturbato ma è un fascista. SA ed SS erano piene di psicopatici e delinquenti comuni che trovavano la legittimità alle loro nefandezze con l’ideologia. I regimi totalitari di destra e sinistra hanno fatto uso massiccio di certa gente, dov’è la novità? La democrazia è un’altra cosa, per fortuna. Ma la democrazia esige responsabilità, da parte di tutti. Prima di incitare all’odio razziale ci si pensi sopra 100 volte. C’è sempre lo psicopatico in ascolto che vuole passare dalle parole ai fatti. E ci si renda conto che quello che è successo ieri a Macerata è un salto di qualità assai preoccupante.

Né trasformismo né strabismo

Gli specchi deformanti

Chi scrive in passato ha avuto momenti di fortissima polemica con Giacomo Mancini finiti persino in Tribunale.

Mancini mi citò in sede civile quando era deputato ed io ero, come sono adesso, un semplice dirigente dei DS, sentendosi diffamato da un mio intervento sulla stampa.
La cosa finì con il mio pieno proscioglimento ma devo dire che la vissi piuttosto male, come un vero e proprio tentativo di intimidazione, visto che sempre ho condotto le mie polemiche politiche nel massimo rispetto delle persone.

Ci siamo ritrovati con Giacomo nel settembre del 2015, alla vigilia delle elezioni per il comune di Cosenza, in una iniziativa da lui organizzata nel cuore del Centro storico di Cosenza, a Largo Vergini, un luogo altamente simbolico per storia della sinistra cosentina. Mancini, lasciato il centrodestra si impegnò a costruire una lista a sostegno del candidato del PD a sindaco di Cosenza Carlo Guccione.

Non mi pare che all’epoca siano stati molti ad avere qualcosa da dire per la presenza di Mancini nella coalizione di centrosinistra, ma può essere che fossi distratto.

Oggi Giacomo è candidato, espressione di una delle liste che sostengono la coalizione di centrosinistra in Italia nel collegio di Cosenza, un collegio certamente non sicuro.
Avrebbe potuto starsene a casa, magari aiutare Orsomarso sottobanco per subentrargli come consigliere regionale.

Ha scelto invece di mettersi in gioco per affermare nettamente il carattere strategico della sua scelta di campo. E riportare la storia dei Mancini nella sua collocazione naturale, a sinistra.
Dopo gli errori del passato un atto di coraggio, che sarebbe da apprezzare. Ed io lo apprezzo, da uomo da sempre di sinistra. Tutti possono sbagliare: l’importante è assumersene le responsabilità. Giacomo lo ha fatto.

Pertanto gli lascerei fare la sua campagna elettorale in pace, con la sua faccia e la sua storia. E magari parlare di altri atti di vera incoerenza, come quella di un sottosegretario in carica del governo Gentiloni che candida suo figlio nelle liste di Forza Italia. Non dopo anni o in un’altra elezione, ma ora, in queste elezioni.

Perché, in politica, una cosa altrettanto insopportabile del trasformismo è lo strabismo.

La C News 24

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