We cry for Manchester…
25 anni fa…
Festa della mamma, una festa non scontata…
Non pensate che a Festa della mamma sia cosa poi tanto scontata. E non solo per tutte le volte che la maternità viene violata nel mondo ma per il fatto che nella stessa cultura occidentale la maternità è stata vissuta come un “accidente necessario”. Il maschilismo imperante ha spesso vissuto questa prerogativa femminile con invidia e fastidio, in ogni caso negando alla madre il ruolo educativo che naturalmente le competeva. Rifletteteci solo un attimo: c’è la figura della madre nella grande letteratura per l’infanzia ? In “Cuore” è il padre la figura educativa centrale. In “Pinocchio” la madre è forse la Fata turchina, quindi posta in una dimensione soprannaturale. I grandi romanzi europei per l’infanzia vedono protagonisti bambini orfani. I personaggi di Walt Disney sono tutti senza mamma, in una concezione completamente asessuata dell’educazione. Ecco perché la Festa della mamma è anche una forma di riconoscimento civile ad una figura centrale della vita di ciascuno. Auguri mamme…
Negare il patrocinio al Gay Pride è atto di ipocrisia ispirato da vecchio bigottismo
Non ci convincono per nulla le argomentazioni con le quali il Comune di Cosenza ha negato il proprio patrocinio al Gay Pride che si svolgerà nella nostra città il 1 luglio.
La tolleranza, caro Sindaco Occhiuto, non si enuncia, si pratica.
Dire che Cosenza è una città tollerante e poi negare il patrocinio con la motivazione che non si vuole la “spettacolarizzazione” della preferenza sessuale è il classico tentativo di arrampicarsi sugli specchi.
Evidentemente il Sindaco fa finta di non capire che è proprio la celebrazione dell’”orgoglio” della propria preferenza sessuale lo scopo fondamentale del Gay Pride.
Gay Peide significa non solo dire: “io sono come sono” ma “non mi nascondo, mi mostro come sono”.
Assistiamo quindi alla riproposizione dei vecchi stereotipi che “tollerano” l’omosessualità e la diversità purché se ne stiano ben nascoste e magari si vergognino anche un po’. Della serie “io non sono razzista ma i neri stiano lontano da me”.
La concezione culturale alla base del rifiuto del patrocinio è, quindi, quanto di più conformistico e conservatore ci possa essere. Altro che innovazione.
Da Mario Occhiuto, sindaco di Forza Italia (troppo spesso egli cerca di nasconderlo non avendo forse l’orgoglio della propria appartenenza politica) non ci aspettavamo altro.
Forse questa è una delle poche decisioni politiche non ipocrite assunte in sei anni di sindacatura.
Gratta via la patina del “rivoluzionario visionario” ed esce fuori la solita destra reazionaria e bigotta.
Damiano Covelli (Capogruppo PD Comune di Cosenza)
Gabriele Petrone (Segretario I Circolo PD Cosenza)
Una questione di onestà…
Lo posso dire a tutti i sinistrosi a nonna che fanno i cacadubbi sulla vittoria di Macron ? Non sarebbe più onesto ammettere che, se foste stati francesi, pur di non far vincere un riformista forse un po’ troppo liberal eravate disponibili a votare una fascista pura? E che quando si voterà in Italia votereste tranquillamente Grillo e finanche Salvini pur di non far vincere il PD ?
Atru ca 30 click…
Atru ca 30 click…Quasi due milioni di votanti durante il primo vero ponte della stagione e nel momento di peggiore difficoltà politica del PD dopo la sconfitta al referendum. Se ne facciano una ragione tutti coloro che già ci facevano il funerale…il PD resta l’unica forza e speranza democratica di questo Paese…
Una persona degna di essere ricordata…
Ho conosciuto l’avv. Ernesto D’Ippolito attraverso mio fratello Massimo, che ne è stato allievo nella nobile professione forense. Persona di straordinaria cultura era un piacere conversare con lui. Era profondamente anticomunista ma non ideologico, da buon liberale. Con me si prendeva il gusto di “sfottermi”. Quando mi lamentavo con lui sulla debolezza del “garantismo” nella sinistra amava punzecchiarmi: “Perché nonostante tutte le vostre svolte voi comunisti, sui temi della giustizia, non siete mai stati laici. Anzi non solo sulla giustizia, siete rimasti una Chiesa”.
Per molti aspetti aveva ragione. Di certo si sentirà la sua mancanza in una città come Cosenza che, negli ultimi anni, si è sempre più impoverita e involgarita culturalmente. Anche per questo non possiamo non ricordarlo…
Basta ciance…Buon 25 aprile
Provateci un attimo…solo per un attimo provate ad immaginare cosa sarebbe successo se il 25 aprile del 1945 avessero vinto quegli altri…
Capirete allora il fastidio che mi produce il riproporsi ogni anno delle solite polemiche su questa Festa.
Vi apparirà anche discutibile l’ultima arrivata da Roma, quella sul con chi sfilare e con chi no. Per fortuna a Milano e nel resto d’Italia il corteo sarà, come sempre di tutti.
Perché io ci penso ogni anno a come sarebbe stata l’Italia, l’Europa e il mondo se a vincere fossero stati quegli altri.
Perché la libertà, la democrazia e la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo sono cose serie, per le quali dobbiamo ringraziare il cielo (e coloro che ce le hanno conquistare) tutti i giorni. E temercele ben strette, altro che ciance…
Psicopatologia del fallito esistenziale ai tempi di Internet…
Il fallito esistenziale è uno dei drammi del nostro tempo interconnesso. Prima dell’avvento dei social i falliti al massimo diventavano gli scemi del villaggio, magari circondati dalla solidarietà tollerante dei compaesani. Oggi se ne stanno abbarbicati alla tastiera di Facebook dispensando il loro rancore a piene mani contro tutti coloro che non sono falliti. Perché una cosa non è cambiata: il fallito crede che il suo fallimento sia il frutto di un complotto di tutti contro di lui, che chi ha avuto successo è solo un raccomandato, un imbroglione, un venduto, un lecchino, ecc.. Che solo lui è onesto e puro in un mondo di ladri. E magari ha appena parcheggiato la sua macchina, di cui ha pagato solo la prima rata, nel parcheggio per disabili. L’ideologia del rancore si nutre anche del risentimento sordo e cieco di tanti falliti, di eterni Peter Pan, di gente che è fallita anche nell’esercizio dell’imbroglio. Oggi si ritrovano spesso insieme a tanti altri come loro e a persone, tante, che qualche ragione per essere incazzate ce l’hanno pure e tra di loro si mimetizzano. Con il risultato che stanno trasformando la lotta di classe e per il cambiamento vero in un conflitto individualistico contro tutti i gatti che non riescono a vedere se non bigi. Continuo ad avere per i falliti esistenziali comprensione umana. Per la tolleranza confesso che ci devo lavorare…
Giulio Grandinetti, la credibilità dell’informazione e l’autonomia della politica
Dieci anni fa, il 22 aprile del 2007, moriva per gli effetti di una rapida e inesorabile malattia, Giulio Grandinetti.
Giulio è stato molte cose nel corso della sua vita: sin dalla giovanissima età dirigente assai ascoltato del PCI-PDS-DS, stimato imprenditore del ramo assicurativo e tra i fondatori de “Il Quotidiano”.
Confesso, per me che ho avuto l’onore di essere uno dei suoi amici più intimi, tutta la commozione e la difficoltà nel ricordarlo oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa a chi non l’ha conosciuto.
Giulio Grandinetti, infatti, merita di essere ricordato intanto per l’esempio di militanza politica attiva e disinteressata nella sinistra cosentina tanto da rifiutare più volte il passaggio nelle istituzioni che pure gli era stato offerto, preferendo il ruolo di consigliere e, in alcuni momenti, di vera e propria eminenza grigia dei gruppi dirigenti del partito. Continua a leggere
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