Gabriele Petrone

Nonostante tutto…

Umanità e pace

Nonostante Aleppo,
Nonostante gli imbecilli e i mascalzoni che se la prendono sempre con il più debole,
Nonostante gli immorali e gli amorali che ti fanno la morale,
Nonostante coloro che scambiano il loro dito per la luna,
Nonostante tutti coloro che pensano il loro interesse come il centro del mondo,
Nonostante tutto,
Continuo ad amarti dolce e terribile umanità.
Auguri di Buon Natale a tutti.

Emergenza sociale in città: sarebbe colpevole restare fermi

Povertà

L’emergenza sociale in città diventa, di giorno in giorno, sempre più grave.

Le segnalazioni di individui e famiglie che non riescono nemmeno a reperire i più elementari mezzi di sussistenza si susseguono e trovano spazio nelle cronache dei giornali e dei mezzi di informazione.

Il Governo nazionale ha emanato un provvedimento denominato “reddito di inclusione” che ha consentito ai Comuni di pubblicare bandi rivolti alle famiglie che si trovano sostanzialmente in condizioni di povertà assoluta. Ma non basta.

La povertà aggredisce sempre più ceti sociali che prima ne erano esclusi per effetto di una crisi che continua a far sentire i propri effetti in Italia e soprattutto nel Sud e in Calabria.

Di fronte a questa situazione riteniamo sia necessario fare di più.

Il Comune di Cosenza non si limiti ai bandi già finanziati dal governo e individui all’interno delle proprie risorse di bilancio un fondo che consenta di affrontare le emergenze sociali più urgenti. Continua a leggere

Riconoscere sempre le sconfitte. Ora al voto prima possibile

Scheda del referendum

In democrazia bisogna riconoscere immediatamente le sconfitte. Io l’ho sempre fatto e non conto nulla, ma quello che più conta, lo ha fatto Renzi, assumendosi in pieno le responsabilità di avere personalizzato un voto referendario che invece avrebbe dovuto essere sganciato da ogni considerazione politica. E il voto rispecchia pienamente le appartenenze politiche. Il voto ha completamente ignorato il merito della riforma ed è diventato un giudizio su un governo e un leader. Sul Si c’era praticamente solo il PD. Ha vinto elettoralmente il No di Salvini, Grillo, Berlusconi. Ora si apre una fase difficile. Chi ha vinto ha il dovere della proposta, a cominciare dalle cose più urgenti, come una legge elettorale funzionante visto che al Senato c’è il proporzionale e alla Camera il maggioritario, che significa nessun Governo. Non sarà facile. Vedremo che succederà. Spero il meglio perché il tanto peggio tanto meglio non ha mai portato nulla di buono. In ogni caso credo che si debba andare al voto al più presto.

Non rompersi la testa…votiamo Si

Baarìa

Finalmente è finita questa lunga campagna referendaria.

Non mi va di fare qui una analisi di come sia stata: diciamo che certe cose ce le potevamo risparmiare tutti, chi più chi meno.

Una cosa è certa, al netto degli insulti, delle bugie e delle sciocchezze apodittiche diffuse a piene mani, comunque in queste settimane si è parlato di politica, di Costituzione, del futuro del nostro Paese. E questo, al di là di chi vincerà, è una cosa positiva per la democrazia.

Per quanto mi riguarda, a cinquant’anni, vorrei dire ai quattro o cinque che mi leggono, che il Si è l’unico voto che ha un senso.

Sulle questioni di merito ho avuto modo di discutere sui social e in decine di iniziative e confronti sul territorio e non ci ritorno.

Voglio qui limitarmi ad una sola considerazione politica: con il Si la nostra democrazia potrà fare un passo in avanti in termini di efficacia ed efficienza del suo funzionamento. Continua a leggere

Uomini che segnano la storia…

Fidel Castro

Ci sono uomini che, con le loro azioni, giuste e sbagliate che siano, segnano la storia dei tempi che vivono e quello delle generazioni future. Tutto si potrà dire di Fidel Castro ma nessuno potrà mai negarne il ruolo di avere saputo portare una piccola isola marginale al centro della storia del mondo. Fu vera gloria ? A volte si, a volte no. Nessuno comunque potrà scrivere una storia del secolo breve senza incrociare il nome di Fidel Castro Ruz. Adios, Fidel…

Caro Matteo…

Commemorazione di Matteo BaroneMatteo Barone

Caro Matteo,

oggi non c’ero a ricordarti come avrei voluto, come avresti meritato. Ma come sai e come sanno i tuoi genitori, le alterne vicende della vita mi hanno portato lontano da Paola, dalla tua scuola, dalla nostra scuola. È passato un anno da quel maledetto pomeriggio che ti portò via ma il dolore e la rabbia per la tua assenza non ci abbandona.

Oggi la tua scuola ti ricorda, tuo fratello percorre gli stessi corridoi che hai percorso tu, qui sono i tuoi amici, i tuoi insegnanti, un pezzo del tuo mondo continua a vivere, nonostante questo dolore assurdo.
Molto si deve alla tua splendida famiglia se questo dolore comunque non ci impedisce la speranza. Oggi non mi resta che abbracciarti ancora una volta, ragazzo mio, e a serbare nel mio cuore il tuo ricordo e il privilegio di avere avuto la possibilità di essere parte della tua vita come insegnante e di avere incontrato il tuo sorriso su questa terra. Continua a leggere

La pedagogia per il recupero dei webeti

Webeti

Scusate se insisto, non sono diventato all’improvviso un bacchettone moralista o un moderato doroteo. Sono, invece, profondamente convinto che tutte le persone che non hanno mandato il cervello all’ammasso devono condividere una battaglia pedagogica contro il webetismo, contro coloro cioè che usano i social come sfogatoio di impulsi irrazionali e non come luogo bello, largo, democratico di confronto di idee e posizioni. L’ideologia del bar dello sport c’è sempre stata ma in passato i corpi intermedi (partiti, sindacati, associazionismo, ecc.) svolgevano un efficace ruolo di filtro contro atteggiamenti e situazioni che, se lasciate sole a svilupparsi, alimentavano rabbia e rancore sociale senza sbocchi democratici e di avanzamento reale delle istanze popolari. Ecco perché tutti, pur conservando con determinazione le nostre posizioni politiche e culturali, dobbiamo lavorare perché il dibattito pubblico non degeneri. Quando ciò è accaduto storicamente abbiamo poi dovuto faticosamente raccogliere i cocci. Molto devono fare le classi dirigenti, non c’è dubbio, ma se cominciamo noi non è male.

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