Beppe Grillo
L’intransigente purezza rivoluzionaria delle mie b…
Non discuto la Casellati Mazzanti Vien Dal Mare ma solo l’ipocrisia dei grillini e dei Travaglio e co. Io che non credo alle manichee divisioni tra tutti buoni da una parte e tutti cattivi dall’altra spero per le istituzioni che sarà un buon Presidente. Faccio sommessamente notare che dicevano “mai con Berlusconi” e che prima era inciucio ora, invece, è la vittoria della coerenza (parole di Di Maio). Io dico soltanto “benvenuti nel Paese reale”. Ora proveranno come sa di sale il pane della politica che spesso ti fa mangiare ciò che prima dichiaravi indigesto. E capiranno che per governare dovranno ingoiare tanti di quei rospi che Verdini e Alfano gli sembreranno delle principesse. Solidarietà anche ai sinistri sinistri col tre per cento o che hanno votato direttamente 5 stelle pensando di fare la rivoluzione d’ottobre e adesso si ritrovano con la commare di Ghedini alla seconda carica dello Stato, quella che si è assunta la figlia al Ministero della salute, per intenderci. È la politica bellezza, ma almeno finirete di passeggiarci sui cosiddetti con la “intransigente purezza rivoluzionaria” delle mie b…
La vera questione sulla “rimborsopolli” dei grillini.
Roba da strizzacervelli. I parlamentari grilini versano volontariamente parte dei loro stipendi nel fondo per il micro credito alle imprese. Nessuno li forza, è una scelta politica. Come quella dei deputati PD che versano al partito per finanziarne le attività dopo l’abolizione del finanziamento pubblico. Ma alcuni di loro facevano il bonifico, postavano la ricevuta sul loro sito e poi lo revocavano. Il massimo dell’ipocrisia: neanche il coraggio di tenersi soldi già loro. Più che rimborsopoli grillina dovremmo definirla “rimborsopolli”.
Ma la vera questione su questa vicenda è che non sono riusciti a controllare la rendicontazione di una iniziativa sulla quale hanno basato tutta la loro credibilità sin dall’inizio. Sulla quale dovevano necessariamente essere rigorosi: Se non riescono a fare questo sulla loro bandiera di questi anni come possono pensare di governare un Paese ?
Continuate a difenderli ancora quanto volete, fate il conto di quanto hanno dato e quanto non hanno dato, disquisite su mele marce e mele sane. Magari votateli pure. Ma fatelo con la consapevolezza che questi sono, degli incompetenti e pure presuntuosi, oltre che portatori di una cultura qualunquista e reazionaria. Al netto dei rubagalline ipocriti e ciucci persino a rubare che hanno fatto diventare parlamentari della Repubblica Italiana.
Il Meeting sul reddito minimo a Cosenza del 2011
Era il 23 novembre del 2011. Facebook mi riporta al nostro convegno sul reddito minimo. Mettemmo insieme sindacalisti, esperti, uomini delle istituzioni come il compianto Luigi De Sena, giuristi come il giudice Greco e tantissimi sindaci e amministratori locali calabresi. Da qui partimmo per raccogliere oltre 10mila firme in Calabria per una legge regionale per il reddito minimo. Al governo c’era Monti, alla Regione Scopelliti. Grillo faceva solo i vaffa day. Allora eravamo soli a parlarne e qualcuno ci rideva anche su, oggi siamo in tanti. Oggi il reddito di inclusione è legge dello Stato. Molto resta da fare ma è bene ricordare da dove siamo partiti anche grazie alla tenacia di una donna, allora ancora non deputata, Enza Bruno Bossio.
L’illusoria alleanza della sinistra sinistra con i 5 stelle
Una questione di onestà…
Lo posso dire a tutti i sinistrosi a nonna che fanno i cacadubbi sulla vittoria di Macron ? Non sarebbe più onesto ammettere che, se foste stati francesi, pur di non far vincere un riformista forse un po’ troppo liberal eravate disponibili a votare una fascista pura? E che quando si voterà in Italia votereste tranquillamente Grillo e finanche Salvini pur di non far vincere il PD ?
La vera natura del Movimento 5 Stelle
C’è una cosa che molti, per sciatteria, per sciocco idelogismo o per becero opportunismo fanno finta di non vedere: la vera natura dei 5 stelle.
Se il PD, dopo aver fatto celebrare le primarie in un qualunque comune dello Stivale, avesse negato il simbolo al vincente per darlo al perdente, avrebbe avuto le Federazioni occupate da militanti incazzati e il linciaggio mediatico di tutti, giornali, TV, Rete, talk show, ecc.
Grillo, tranne qualche rara eccezione, non solo non subisce il linciaggio mediatico ma viene allisciato e blandito, la protesta dei suoi militanti viene derubricata a semplice protesta sulla rete, quindi nemmeno fisica.
Se un qualunque sindaco del PD avesse operato come i neanche sei mesi della Raggi a Roma vedremmo innalzare le forche in Campidoglio. Continua a leggere
Stendiamo un pietoso velo…
Non mi appassiona questo agitare forche sulla vicenda delle presunte firme false dei grillini a Palermo. Se ci sono risvolti penali sarà la magistratura ad accertarlo. Certo emerge un quadro desolante di superficialità, una certa ignoranza delle norme (anche nei vertici che cercano di metterci maldestramente una pezza), un gioco a “fricacumpagno” tra gli stessi componenti di una organizzazione, ecc. Io ci stenderei sopra un pietoso velo…
L’ideologia del Tutti a casa
Molti amici condividono spesso i post di “Dimissioni, tutti a casa”…penso sia un elemento di propaganda indiretta dei grillini, infatti ci trovo molti post di esponenti del 5 stelle. Ora, fermo restando la libertà di ciascuno di pensare e condividere quello che gli piace, vorrei esprimere il mio modesto punto di vista a riguardo. Per antica indole non credo mai che la ragione sia da una parte sola e le affermazioni apodittiche mi puzzano sempre di ideologia. La critica alla classi dirigenti è sacrosanta ma bisogna sempre saper distinguere nel merito. A chi ha il potere, in generale si dovrebbe chiedere più responsabilità non, semplicisticamente, di farsi da parte se, di chi aspira a sostituirle, non sappiamo se sono davvero migliori. Del resto è dal 1992 ad Continua a leggere
Il volo del grillino
Non so attraverso quali ragionamenti e considerazioni di marketing elettorale il candidato grillino della Calabria ha deciso di utilizzare come strumento di propaganda il buttarsi da un’altura di Praia con il parapendio. Dice il nostro – voglio dimostrare di avere il coraggio di governare la Calabria – . La cosa mi ricorda quelle sfide tra ragazzi quando, ad esempio, per dimostrare di essere uomini ci si buttava senza freni con la bici da una discesa di 50 gradi. Di certo emerge la dimensione di un “dannunzianesimo de noartri” che, sotto una estetica eroicomica come la traversata a nuoto dello Stretto del Caro Leader, cela la mancanza di un minimo di idea di cosa andare a fare se eletti nelle istituzioni. Lo spettacolo di 140 parlamentari accampati a Roma affaccendati in liti via web su scontrini e fatture o sul presunto complotto della Spectre per governare il mondo ne rappresenta la plastica dimostrazione. In ogni caso auguro a Cono Cantelmi di avere miglior fortuna dei miei amici di gioventù che nella sfida con la bici in discesa spesso si rompevano la testa.
Grillo la mafia l’ha vista solo al cinema
Le parole pronunciate da Grillo sulla mafia non devono sorprendere.
Vale, invece, la pena riportarle per comprenderne senso e portata: “La mafia è stata corrotta dalla finanza, la mafia non metteva bombe nei musei o uccideva i bambini nell’acido, prima aveva una sua condotta morale…“.
Lo dico subito, non son parole di sen sfuggite, ma una provocazione studiata e calcolata, come tutte quelle che caratterizzano il cianciare del nostro.
Insomma, Grillo ha detto che la mafia aveva prima una “condotta morale” perché ne è davvero convinto e perché pensa che molti la pensano come lui.
Siamo di fronte alla riproduzione populista di un tema che ha avuto ed ha una certa diffusione, l’idea cioè di una mafia regolatrice, garante di certe regole, sia pure violente, ma in fondo ispirate ad una forma di etica ancestrale.
Questa rappresentazione della mafia (o meglio delle mafie) violenta e terribile, ma in fondo animata da un qualche senso di giustizia che viene rovinata dagli interessi più grossi (ricordiamo, ad esempio, che il conflitto ne “Il Padrino” si scatena per il rifiuto del vecchio boss ad entrare nel mercato della droga), emerge ancora oggi in alcune rappresentazioni cinetelevisive o letterarie.
Si tratta niente di più che di pura paccottiglia culturale e, per di più anche diseducativa, visto che alimentano l’idea di una criminalità in fondo “positiva”, di uomini che non vogliono essere “pupi” ma che si affermano con intelligenza e determinazione e magari solo “costretti” alla violenza.
Quello che sfugge a Grillo ed a tanti che la mafia l’hanno vista solo al cinema ed alla TV, è la sua vera natura, che è stata, nonostante le evoluzioni, sempre la stessa: una organizzazione che tende ad accumulare ricchezza e potere ai danni dei più deboli con l’uso della coercizione morale e della violenza fisica.
Sin dai tempi in cui vessava contadini e pastori in difesa degli interessi dei latifondisti, le mafie non sono mai state dalla parte del popolo, ma solo uno strumento della sua oppressione.
Oggi, come ieri, le mafie sono il principale ostacolo allo sviluppo, alla libertà individuale e di impresa, all’affermazione dei diritti. Sono, in una parola, le principali avversarie della democrazia.
Alla faccia della “condotta morale”.