DAD
Corona virus: i nodi sono arrivati al pettine…
Pubblicato su “Il Casinistanews.wordpress.com”
Dobbiamo renderci conto che il Corona virus resterà un problema aperto per un tempo molto lungo, forse anche decenni.
Non è la prima volta che accade nella storia, del resto, che un virus si accompagni alla vicenda umana e condizioni lo sviluppo sociale delle comunità. Sarà così anche questa volta.
Contro il corona virus però è stata trovata in tempi davvero rapidissimi un’arma assai efficace con i vaccini.
I vaccini, tutti i vaccini, nonostante la virulenza delle varianti (e ce ne saranno anche altre se la circolazione non viene arginata dalla cosiddetta “immunità di gregge” che siamo ancora ben lungi dall’aver raggiunto non solo in Italia ma anche in altri paesi del mondo) ci proteggono non solo e non tanto dal contagio, ma soprattutto dalla malattia grave e dalla morte.
Di fronte a questo scenario dobbiamo guardare in faccia alla realtà e vaccinarci, per fare del covid una influenza fastidiosa ma gestibile senza andare in ospedale. E qui abbiamo il vero problema: la campagna di vaccinazione sta arrivando a quel nocciolo duro di coloro che, per tutta una serie di ragioni, non vuole vaccinarsi. Ed è un nocciolo piuttosto esteso. Che non crea le condizioni della immunità di gregge e rende permanente la circolazione del contagio. L’esperienza di questi mesi ci ha, inoltre dimostrato come questa situazione non si può fronteggiare con i lock down totali o parziali che siano, perché il viurs continua comunque a circolare.
I nodi sono quindi arrivati al pettine. O si introduce l’obbligo vaccinale (che non è uno scandalo visto che in passato intere generazioni sono state vaccinate avendone salvaguardato la salute) o una forma di pass per accedere ad alcuni servizi che potenzialmente creano assembramento. O si sceglie una strada o l’altra. Non ci sono vie d’uscita.
In questo contesto va inquadrata anche la questione della scuola. Di recente sono usciti i dati sulla preparazione dei maturandi: una vera e propria ecatombe educativa.
Il Paese di Dante e del Rinascimento rischia la desertificazione culturale più di quanto era successo nel passato. E allora con franchezza dobbiamo chiederci: ce lo possiamo permettere un altro anno di DAD perché qualcuno non si vuole vaccinare ?
Appare pertanto evidente anche ad un bambino di sei anni che se vogliamo tenere aperto il Paese, recuperare le libertà alle quali abbiamo dovuto rinunciare, dare alle giovani generazioni la formazione cui hanno diritto e le opportunità che meritano, siamo chiamati ad una assunzione di responsabilità individuale e collettiva. Perché un altro anno di chiusure che ammazzano non solo l’economia ma soprattutto la vita sociale e culturale del Paese non ce li possiamo davvero permettere.
La DAD è solo un surrogato di scuola…
Voglio dire una cosa ai tanti che mostrano di preferire la DAD per i propri figli (e magari nulla hanno da dire sul fatto che questi ragazzi bivacchino in gregge per strada e nelle piazze): la DAD sta alla scuola in presenza come il surrogato sta al caffè. Cerchiamo di essere tutti coscienti di questo, del danno culturale e sociale che si sta producendo sulle giovani generazioni. Per cui suggerirei su questi temi una minore superficialità e la presa di coscienza che tenere le scuole aperte è una priorità assoluta.
La scuola non è un servizio a domanda individuale…
Posso dire una cosa ? l L’ordinanza di Spirlì (e di altri Presidenti di Regione) sulla scuola è una sciocchezza indicibile. Invece di pensare ai trasporti, allo screening dei ragazzi e del personale scolastico (che sono dirette competenze regionali) si interviene sulla didattica che è competenza delle istituzioni scolastiche e della loro autonomia e dello Stato. La libertà di scelta è poi una aberrazione giuridica. La scuola è un diritto costituzionale e NON È UN SERVIZIO A DOMANDA INDIVIDUALE. Invece di sostenere la scuola in questo sforzo difficile si emettono ordinanze populiste e per lo più su Facebook e alle 17,30 di sabato. Giusto per creare ancora più confusione. Stendiamo un velo pietoso.