Edmond Rostand
Carissime ragazze, carissimi ragazzi, questa volta la lezione ce l’avete data voi !
Carissime ragazze, carissimi ragazzi,
ve lo vogliamo dire, questa volta la lezione ce l’avete data voi. E bella grande.
Siamo i vostri docenti, vi vediamo tutti i giorni per molte ore, vi giudichiamo con un voto, ma non vi conosciamo.
E’ forse colpa di un mestiere sempre più difficile, in una istituzione troppo spesso chiusa e burocratica come è sempre stata la scuola; sarà colpa della retorica della ricerca dell’efficienza e dell’eccellenza a tutti i costi che si è ormai diffusa in essa. Ma ciò che è successo ci ha posto di fronte ad una dura realtà e siete stati voi a sbattercela in faccia.
Noi, troppo spesso ce lo dimentichiamo, non siamo impiegati del catasto. Dovremmo essere costruttori di teste, guide della conoscenza, edificatori dal basso di quella cosa bella e grande che si chiama democrazia. E troppo spesso non lo siamo stati.
Ecco perché oggi, dopo questi giorni intensi e convulsi, sentiamo il bisogno di andare al di là della stessa condanna di ogni forma di molestia, di violenza, di prevaricazione tanto più grave e imperdonabile se praticata da chi è chiamato a svolgere una funzione educativa.
Diciamoci la verità, al di là del merito dei fatti specifici emersi in questi giorni, sui quali ormai indaga l’autorità giudiziaria, di fronte all’evidente inadeguatezza di chi doveva offrire in questi giorni ben altre risposte, noi docenti forse non siamo stati in grado di ascoltare, di vedere e quindi di capire il disagio che evidentemente pervadeva nel profondo questa scuola.
E di questo, noi tutti, non possiamo non sentire il rimorso.
Come diceva Edmond Rostand, “Anche se non si è fatto nulla di male/Si han di sé mille piccole nausee il cui totale/Non dà un rimorso, no, ma un oscuro tormento.
Al di là di come finirà questa vicenda dal punto di vista giudiziario rispetto a chi vi è coinvolto (e per il quale vale sempre la presunzione di innocenza), il tema che ci avete posto di fronte è quindi molto più grande, per certi versi anche più grave.
A cominciare da quello di superare fino in fondo una cultura sessista e del possesso, certa concezione predatoria della relazione tra i sessi, su cui, nonostante la modernità che pervade le nostre vite, non si riflette mai abbastanza.
Una cultura che non può essere banalizzata solo come espressione di atavici pregiudizi e di comportamenti scorretti e che è, invece, qualcosa di molto più pervasivo e radicato per poter essere sconfitto solo con le denunce e le iniziative giudiziarie.
Qualcosa che sta dentro di noi e di cui troppo spesso siamo inconsapevoli e che emerge in forme troppo spesso superficialmente sottovalutate ma che feriscono, lacerano nel profondo, distruggono coscienze.
Ecco, care ragazze e cari ragazzi, quando rientreremo in classe insieme dovremo lavorare su come tornare ad essere davvero una comunità protesa alla difesa della dignità di tutte e di tutti.
E magari ci insegnerete a superare quel rimorso e quell’oscuro tormento di cui parlava Rostand.
Firmato i docenti
Gabriele Petrone
Angela Pagliarulo
Alfonso Tarantino
Francesco Cirillo
Biancamaria Iusi
Giovanna Migliano
RASSEGNA STAMPA
Risposta di un modesto “professore di periferia” al prof. Vittorio Sgarbi.
Questa campagna elettorale per le elezioni amministrative di Cosenza ha già prodotto un paradosso: l’annuncio di una querela per diffamazione dall’uomo più querelato per diffamazione d’Italia !!!
Voglio subito tranquillizzare il prof. Vittorio Sgarbi: nella mia vita ho sempre fatto polemiche di contenuto esclusivamente politico, e qualora fossi chiamato a difendermi davanti ai giudici, sono sicuro che non si potrà che dimostrare che è stato così anche nella polemica con lui.
Nel merito, infatti, a chiunque avesse voglia di approfondire i temi che tanto scuotono il prof. Sgarbi, sarà agevole rinvenire (anche in internet) ampia documentazione di quanto da me riportato.
Mi viene da aggiungere che il contraddittorio giudiziario anticipato da Sgarbi potrà essere altresì sede per avere ragione piuttosto dei toni (questi davvero diffamatori della mia persona!!) della sua replica; con le pesanti, quanto gratuite, affermazioni espresse sui miei titoli professionali conseguiti all’Università della Calabria, ateneo tutt’altro che in declino e, anzi, prestigiosa fucina di tante intelligenze di questa terra. Continua a leggere