Fabrizio Barca
Replica al Commissario del PD: “Nessuna falsa affermazione nella nostra dichiarazione”
Caro Miccoli, la nostra dichiarazione stampa non contiene nessun falso, né lieve e né clamoroso. Infatti, nella nostra nota non abbiamo mai affermato che la tua segreteria è stata commissariata, che il rapporto Barca si riferisse specificatamente all’anno 2012, che le iscrizioni online risalissero a quella data. Abbiamo solo affermato che il tuo agire di commissario a Cosenza risente dalla sindrome che ti avrà procurato l’analisi impietosa che Fabrizio Barca ha fatto del partito romano. A quel partito tu non eri affatto estraneo, né puoi tirarti indietro rispetto alle responsabilità di un modello fondato sui capibastone e sui pacchetti di tessere.A Roma anche le pietre sanno come e perché tu ne sei stato un protagonista di quel sistema, non certo da spettatore passivo. Ci teniamo, pertanto, a ribadirti che non puoi pensare di importare quel modello a Cosenza, dove la tradizione e la storia dei gruppi dirigenti del PD è assolutamente lontana mille miglia da quei metodi. Del resto dalla tua precisazione non smentisci nulla dei contenuti e dei fatti politici riportati nella nostra dichiarazione. Non hai potuto smentire neanche che il tentativo di restaurazione al circolo di Tor Bella Monica sia avvenuto attraverso un pacchetto di tessere on line. Anzi, giustifichi pure che durante la tua segreteria non si fecero iscrizioni online, quasi quasi lasciando intendere quanto fosse deleteria questa forma di tesseramento che tu da commissario vorresti, invece, imporre come via esclusiva per la iscrizione al partito. Infine, non di poco conto, è curioso il fatto che tu non abbia ancora risposto alla nostra richiesta di ritiro del ‘tuo’ regolamento, di applicare anche a Cosenza, come nel resto della Calabria e di tutta l’Italia, il regolamento e lo statuto nazionale. Rimane, poi, ancor di più attuale la nostra richiesta di convocazione di una assemblea provinciale dei segretari di circolo.
Gabriele Petrone
(Segretario Circolo PD Centro Storico e Frazioni Cosenza)
Damiano Covelli
(Capogruppo PD Comune di Cosenza)
A Cosenza il PD ha una storia gloriosa…
“Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura”. Niente più delle parole del Metastasio può rendere l’idea di quello che è effettivamente il metodo di direzione del partito che anima l’agire del Commissario della Federazione del PD di Cosenza, Marco Miccoli. Ognuno giudica gli altri partendo da come effettivamente è egli stesso e dalla sua esperienza. Miccoli non ha memoria storica e conoscenza della tradizione e della gloriosa storia dei gruppi dirigenti che hanno dato vita e diretto il PD cosentino. Lui pensa di dirigere Cosenza allo stesso modo di come ha fatto da segretario del PD romano. Probabilmente, ancora oggi non si è liberato dalla sindrome che gli avrà potuto provocare il rapporto di Fabrizio Barca sullo stato del tesseramento e dei circoli a Roma. Erano i tempi in cui si registravano gli effetti devastanti di “mafia capitale”. Il PD diretto da Marco Miccoli, poi commissariato, fu oggetto di una analisi impietosa. Quello di Fabrizio Barca fu un atto di accusa senza appello: si denunciavano esplicitamente “i tratti di un partito non solo cattivo ma pericoloso e dannoso”, dove “non c’era trasparenza” e che “lavorava per gli eletti anziché per i cittadini”.
Proprio a Roma, poi, fu emblematica l’esperienza del Circolo di Tor Bella Monica dove, proprio grazie ad un pacchetto di 100 tessere online, si registrò il tentativo di una scalata ostile ad un autentico processo di rinnovamento i cui protagonisti erano ragazzi e ragazze, anche coraggiosi per fronteggiare la realtà sociale di quel quartiere. Insomma con le tessere online si sarebbe voluto consegnare il comando del partito al peggio dei capibastone e dei padroni dei pacchetti di tessere.
Caro Miccoli noi stiamo dalla parte della pasionaria Pina Coccia, la storica dirigente del circolo di Tor Bella Monica, ed è per questo che non possiamo accettare che attraverso artifici e raggiri di un regolamento provinciale del Commissario (unico in Italia) si possa riproporre nella Provincia di Cosenza quel modello caratterizzato da forti “deformazioni clientelari” e da “una presenza massiccia di carne da cannone di tesseramento” (citazione testuale rapporto Barca).
Sappi che il corpo militante e vitale degli iscritti del nostro partito, a partire dai Segretari di Circolo, dei simpatizzanti e degli elettori non consentirà che ciò avvenga.
Ti chiediamo che anche nella nostra Federazione venga coerentemente applicato lo Statuto nazionale e il Regolamento nazionale del tesseramento.
Ti chiediamo pertanto di ritirare il “tuo” regolamento e di convocare una assemblea provinciale di tutti i segretari di circolo del partito, per poter avere finalmente una sede legittima e trasparente nella quale discutere sulle forme organizzative e sulla campagna di tesseramento del PD nella provincia di Cosenza.
Gabriele Petrone
Segretario Circolo PD “Centro Storico e Frazioni”
Damiano Covelli
Capogruppo PD Comune di Cosenza
Fabrizio Barca e il “catoblepismo” calabrese
Pubblicato su “Calabria Ora” del 12 maggio 2013
Alzi la mano chi conosce il significato del termine “catoblepismo”.
No, non preoccupatevi, credo che in Italia siano davvero in pochi, senza l’ausilio di Santa Wikipedia, a sapere che questa parola tanto astrusa significa “circolo vizioso”, rapporto distorto fra due soggetti di cui uno chiamato a controllare e l’altro ad essere controllato.
L’ex ministro Fabrizio Barca, oggi nelle vesti di nuovo commentatore del PD nel PD (categoria assai affollata di questi tempi) l’ha usata per definire la relazione distorta che è intervenuta spesso nel rapporto tra partiti e Stato.
Parola difficile usata nel contesto di ragionamenti colti, quelli che di solito animano il discorrere di Fabrizio Barca. Eppure qualcuno deve avergli consigliato di parlare un tantino più potabile e, infatti, nella sua visita in Calabria l’ex ministro ha sviluppato discorsi molto più chiari.
Ha detto, per esempio, che la Calabria è stata “mal governata anche dal centrosinistra”. Poi si è espresso con nettezza quando ha chiesto retoricamente riferendosi all’allagamento degli scavi di Sibari “dov’era il PD ?”.
Tutto condivisibile il discorrere di Barca salvo che nell’aver trascurato uno dei “catoblepismi” calabresi. Infatti, nei cinque anni di governo del centrosinistra in Calabria per tre anni la delega ai beni culturali (quindi competente sul parco archeologico di Sibari) è stata tenuta da uno dei suoi punti di riferimento calabresi, insieme alla vicepresidenza della Giunta regionale.
Senza trascurare il fatto che la personalità in questione fa parte di una scuola di economisti e maitre à penser che da anni ha costituito il centro di elaborazione e per lunghi periodi di gestione e direzione politica della programmazione dei fondi europei in Calabria, scuola di cui l’eminente prof. Fabrizio Barca è capofila.
Allora forse un tantino di prudenza maggiore sarebbe stata necessaria perché se saranno pochi i calabresi che conoscono il significato di “catoblepismo” certamente tutti conoscono la vecchia pratica del predicar bene e razzolare male di cui è pervasa non solo la politica ma anche l’intellighenzia prestata alla politica. E forse Fabrizio Barca la prossima volta farà bene a cambiare esempi per sostenere la sua “mobilitazione cognitiva”.