futuro
Uno splendido cinquantottenne…
Non vi sembri presuntuoso il titolo di questo post ma splendido è essere qui con i miei cari a festeggiare 58 anni. Abbiamo passato il “mezzo del cammin di nostra vita” del poeta e sostanzialmente possiamo guardare al passato con soddisfazione. Tutto si può fare meglio compreso la vita che ci è data di vivere. Sapere che comunque tanti ti stimano e ti vogliono bene ti fa guardare al futuro con speranza. Perché senza speranza non c’è futuro…GRAZIE A TUTTI PER GLI AUGURI E AD MAIORA SEMPER… Vi voglio bene…
Montagne verdi nel tuo futuro…
Mentre ascoltavo la tua esposizione e la tua proclamazione, nel momento stesso in cui il Presidente ha detto: “110 e lode”, mi sono tornate in mente le innumerevoli immagini della tua vita e di quella di Umberto, la tua dedica a me nella tua tesi: “mio padre, una montagna troppo alta da scalare, causa prima di ideali e passioni che hanno fatto di me quella che sono”. Ho pensato che forse avresti preferito un padre più presente. Ho pensato che forse le mie assenze hanno pesato sulla tua vita e su quella di tuo fratello più di quanto credessi. Ma ci ho letto anche il tuo grande amore per me. E ho pianto come un bambino. Amore di papà tu non hai bisogno che qualcuno ti liberi posti da occupare, tu te lo sei conquistato da sola e con l’aiuto soltanto del tuo essere donna forte e autentica di questa terra il posto che meriti in questa società. E a te, ed ai ragazzi come te tocca cambiarla, davvero. Perché non ci sono montagne troppo alte ma solo le montagne verdi del tuo futuro.
Tuo padre
Il futuro di tutti…
Ieri abbiamo festeggiato i 18 anni di mio figlio Umberto e i 23 anni di mia figlia Barbara. Portano il nome dei nonni, i miei genitori. Come è tradizione. Questa mattina è partita Barbara. Andrà in Portogallo per sei mesi, con l’Erasmus. Confesso che ieri e oggi a stento ho trattenuto le lacrime. Ho visto scorrere gli anni. Ho rivisto gli amici (alcuni non ci sono più) quando parlavamo del futuro anni fa, animati dalla speranza di cambiare il mondo. E li ho rivisti negli occhi dei miei figli e dei loro amici. Credo che tutti, in Italia, dovremmo guardare e ascoltare di più questi ragazzi. Loro sono il futuro. Ma noi abbiamo cessato da tempo di pensare al futuro, come facevano i nostri genitori e i nostri nonni. Oggi guardiamo al futuro in termini strettamente individualistici. Pensiamo al nostro di futuro, non a quello di tutti, l’unico che può offrire uno sbocco anche ai nostri figli. Il futuro vero, infatti, consiste nel creare opportunità per tutti. Come fecero i nostri padri quando, stanchi di guerre, costruirono l’Europa che oggi consente, ad esempio, a mia figlia di andare a studiare fuori dal suo Paese. Una società muore quando pensa che ci si salva da soli, o peggio, contro gli altri. Se vogliamo davvero bene ai nostri figli pensiamo a tutti i ragazzi del mondo come se fossero i nostri figli. E forse salveremo anche noi stessi.