Gabriele Petrone
L’angoscia che rafforzò la democrazia
40 anni fa. Ricordo il senso di angoscia che colsi in mio padre e mia madre quando, tornato da scuola (ero alle medie) mi dissero che avevano rapito Moro. Ricordo il dolore popolare che quasi si toccava, nei discorsi di tutti, quando fu rinvenuto il suo cadavere. La morte di Moro costituì uno spartiacque. L’Italia si strinse attorno alla sua democrazia così fragile e decise di difenderla. Comunque. Da ricordare a chi, con troppa disinvoltura, tratta le istituzioni democratiche spesso con sufficienza e superficialità.
Essere padre…
Mario Gualtieri non c’è più…
Antonio Gramsci ad 81 anni dalla morte
“Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”.
(Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921)
Discutere in maniera matura
Stiamo vivendo una fase assai delicata della vita del PD. Il dialogo con i 5 stelle è inevitabile ma sappiamo tutti quanto sia difficile e complesso. E comunque non potrà prescindere dai contenuti della nostra proposta politica, dalla dignità del nostro essere una forza riformista pienamente collocata nella dimensione europea. E soprattutto dobbiamo evitare a qualunque costo di dividerci. Discutiamo in maniera matura evitando di essere subalterni a categorie come renzismo e anti renzismo che sono fuorvianti. Il tema che abbiamo di fronte non è la conta tra di noi ma come una forza politica matura e responsabile, di fronte al teatrino indegno messo in atto in questi 50 giorni dai cosiddetti vincitori, prova a dare una mano per il bene del Paese. Sapendo che nulla è scontato. E partendo dalla analisi corretta della natura del Movimento 5 Stelle: una forza qualunquista di massa, collettore di istanze più contro che per e quindi assolutamente indifferente ai contenuti. Che li fa interlocutori per certi aspetti anche peggiori e inaffidabili della destra che almeno ha una fisionomia politica chiara e definita. Questo è il tema. Martina sta facendo uno sforzo importante di sintesi. E lo stesso silenzio di Renzi va interpretato come un positivo atteggiamento politico. Io credo, infatti, che per Renzi possa parlare solo Renzi. L’importante è che tutti dobbiamo essere consapevoli che qualunque posizione si assumerà dovrà essere tutto il PD a prenderla.
La democrazia si costruisce rispettando le persone. Sempre e soprattutto quando stanno male.
Buon 25 aprile
L’emergenza male-educativa
A quel ragazzetto di Lucca che insolentisce e minaccia il suo professore c’è poco da dire. È un maleducato nel senso letterale del termine. Educato male dai suoi genitori, che non gli hanno insegnato il rispetto per gli altri, prima che per gli adulti. Punirlo è necessario ma dubito sarà sufficiente e lo farà cambiare, perché forse è già perduto.
Bisognerebbe riflettere sulle responsabilità, ma io ne vedo una, collettiva.
Abbiamo vezzeggiato i nostri figli scambiando l’amore che dobbiamo loro con accondiscendenza, con disponibilità a dargli tutto senza passione e soprattutto a dargli sempre ragione. Abbiamo fatto un grande danno. Non sanno, questi ragazzi, che prima o poi la vita presenterà il conto e sarà salato.
Perché c’è sempre uno più bullo che ti bullizza.
Dall’altra parte noi, insegnanti, abbiamo cessato di amare questo mestiere: parliamo solo di orari, di algoritmi, di trasferimenti, di professionalità docente o, al massimo, ci sorbiamo un corso di aggiornamento e pensiamo di avere imparato la didattica.
Abbiamo cessato di amare tutti. Al massimo ci indigniamo. E quando non c’è amore emerge solo il rancore, la presunzione, la supponenza, il vittimismo, tutte cose sulle quali non si costruisce nulla, a cominciare dall’educazione.
Caro Nicola Adamo, questa sera non andare da Giletti
Caro Nicola,
ho letto sul Quotidiano della Calabria di oggi che stasera sarai ospite della trasmissione su la 7 “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti.
Poiché, nonostante la frequentazione tra di noi e il continuo scambio di opinioni non hai inteso comunicarmi questa tua decisione, sento il dovere di chiederti pubblicamente di non partecipare.
Stasera immagino tu sarai la vittima designata di questa trasmissione.
Sarai oggetto di un processo mediatico e alla tua presenza sarà buttato fango sulla Calabria.
Magari tu credi che potrai argomentare.
Tu credi che riuscirai a spiegare quanta demagogia c’è nella proposta di abolizione dei vitalizi ?
Secondo me non te lo consentiranno.
Non ti faranno parlare, anzi, secondo me ti faranno passare per un simbolo della casta.
Loro si avvalgono di un pubblico che è chiamato a presenziare in studio solo per claque contro di te.
Utilizzeranno tecniche video ed audio per evidenziare solo aspetti negativi contro di te e poi ci sarà Giletti che non ti lascerà spazio perché è lui il vero protagonista dell’Arena.
Noi sappiamo che non è così. Ti conosciamo così come ti conoscono e ti stimano decine e decine di migliaia di calabresi.
Per questo ti prego, per l’amicizia che ci lega e per ciò che tu rappresenti di non prestarti a questo gioco al massacro.
Snobbali come spesso, sempre, hanno snobbato noi.
Con l’affetto di sempre, il tuo amico
Gabriele Petrone
Guardare avanti…
Mario Oliverio ha messo in campo una nuova Giunta con persone valide e capaci alle quali va il mio augurio di buon lavoro. A parte le conferme alcuni li conosco personalmente e hanno già dato modo di mostrare quanto valgono sia politicamente che amministrativamente. Nel contempo il PD di Cosenza si è dotato di organismi snelli e funzionali, con tanti giovani e donne. Credo che abbiamo creato le condizioni della ripartenza, non sufficienti ma necessarie. Ora tocca alla città. Come la pensiamo lo abbiamo detto nella nostra assemblea di circolo il 9 aprile u.s.. Dobbiamo essere conseguenti. Chi si attarda in polemiche fini a se stesse sbaglia. Il terreno per cambiare è qui ed ora. Nessuno ci capirà se non saremo coerenti con quanto abbiamo detto in questi giorni. Chi agisce può sbagliare, ci sta. Chi sceglie di non esserci e non ascolta ha già sbagliato.