Gabriele Petrone

La lotta ai mascalzoni non possono farla i moralisti

Indro Montanelli

“Ho conosciuto molti mascalzoni che non erano moralisti. Ma non ho mai conosciuto un moralista che non fosse un mascalzone”. Questa frase resa celebre da Indro Montanelli spiega molto del dibattito politico in Italia e in Calabria…la offro agli amici come riflessione. Perché se la lotta contro i mascalzoni la fanno i moralisti c’è da essere molto preoccupati.

Il reddito minimo della malavita

Spacciatori

Pubblicato su “Il Garantista” del 24 settembre 2015

L’operazione che ha portato all’arresto dei gestori della rete di spaccio a Cosenza ha rivelato un aspetto sul quale forse non si è riflettuto a sufficienza.

Pare che agli spacciatori si offriva un mensile di 350 euro, più qualche provvigione, per smerciare la “roba”. Chi magari si assumeva qualche rischio maggiore, come custodire la “merce”, guadagnava di più.

Può apparire sorprendente come, dentro un mercato in cui i soldi che girano sono parecchi e dove l’aspirazione al facile arricchimento è la prima molla che spinge nelle braccia delle organizzazioni malavitose, si riproducono le stesse dinamiche delle più antiche logiche capitalistiche: gli “operai” si pagano poco e proprio su quel lavoro si costruiscono immensi guadagni che, invece, restano prerogativa di pochi. Continua a leggere

Perché difendo il diritto all’oblio di Giovanni Scattone

Giovanni Scattone

Giovanni Scattone si è sempre proclamato innocente. Tuttavia è stato condannato per omicidio colposo, vuol dire un reato in cui si ha colpa della morte di qualcuno senza averla voluta o premeditata.

Un reato grave in cui può incorrere ciascuno di noi se, guidando la macchina, mette sotto qualcuno.

Tale pena, secondo il codice della democratica Repubblica italiana, non prevede l’interdizione dai pubblici uffici.

Scontata la sua pena Giovanni Scattone ha riacquisito tutti i suoi diritti e i suoi doveri nei confronti della società.

La legge è stata rispettata, la giustizia ha fatto il suo corso fino in fondo. E allora, perché accanirsi? Perché continuare a sostituirsi ai giudici ed ai giudizi ? Possibile che il principio rieducativo della pena sia così difficile da comprendere ed accettare nella democratica repubblica italiana ? Continua a leggere

A Camigliatello per presentare “Vil razza dannata” di Filippo Veltri e Aldo Varano

Vil razza dannata

Nell’ambito del Festival della Cuccia a Camigliatello abbiamo presentato il libro di Filippo Veltri e Aldo Varano “Vil razza dannata”.

E’ possibile una lettura del Mezzogiorno e della Calabria che non sia quello proiettato dal pregiudizio e dal punto di vista delle classi dirigenti del Nord del Paese ? Possono questi essere rappresentanti, a maggior ragione dopo lo scandalo di Mafia Capitale e degli scandalosi funerali del boss Casamonica a Roma, solo come sede di mafia, ndrangheta e malaffare ?

E’ possibile, dunque, un racconto che non ceda ai soliti stereotipi, che non nasconda i nostri difetti ma che nemmeno cada nel facile vittimismo o, peggio, in un rivendicazionismo subalterno e fine a se stesso ? Continua a leggere

C’è chi…

Burattini e burattinai

C’è chi si crede un grande stratega ed invece è solo un burattino..

C’è chi dice di non essere servo di nessuno e invece cerca soltanto un nuovo padrone o cerca di tornare con il precedente con lusinghe e minacce…

C’è chi fa il grande oppositore di giorno ed il pigliaordini di notte…

C’è chi, come l’asino famoso, non decidendo se prima mangiare o bere, finisce per morire di fame e di sete… Continua a leggere

Presentazione del libro di Rocco Giuseppe Greco “Il campo verde notte”

Il Libro di Rocco Giuseppe Greco

Sabato 22 agosto, ore 16,30, a Camigliatello nell’ambito del IV Festival delle Pro Loco del Mediterraneo, organizzato da Egidio Bevilacqua, presentazione del volume di Rocco Giuseppe Greco, “Il Campo Verde Notte” sull’esperienza del campo di Ferramonti di Tarsia. Se siete in zona vi aspetto…

Cose buone, cose cattive…

Buono e cattivo

Cose cattive: i morti di speranza nel nostro mare, l’energumeno col pizzo che gli urla andate a casa, i cretini che protestano perché gli italiani perdono i concorsi da direttore di museo senza chiedersi perché capiti che i tedeschi ne capiscano di arte italiana più degli italiani, il solito cervello in affitto che condivide le fregnacce più insulse sul suo profilo…

Cose buone: i nostri marinai che salvano vite nel mare, Enzo Infantino che va a Gaza a distribuire aiuti e medicinali, i giovani volontari che spalano fango a Rossano ferita dal nubifragio, i tanti ragazzi che sorridono nonostante il futuro incerto, che fissano gli occhi nel cielo e si innamorano, la piccola alunna che corre a salutare la maestra sotto l’ombrellone, il vecchio amico con cui chiacchieri dopo tanto tempo…e non chiamatemi buonista…

Il Sud che non piange…

Ruspe sulla spiaggia di Corigliano

Le ruspe sulla spiaggia per ripulire dai detriti. A Corigliano e Rossano si lavora per riportare tutto rapidamente alla normalità. Nessuno si fascia la testa, nessuno si lamenta e basta. Calabresi testa dura e determinati che sanno guardare avanti. Con le istituzioni che stanno al loro fianco, come il Presidente Oliverio e oggi il Ministro Galetti, con il Prefetto, il Questore, la Protezione civile, i Sindaci, le centinaia di volontari e semplici cittadini al lavoro. Quando si fanno cose buone bisogna saperle valorizzare. Altro che piagnistei…

Risolvere il problema del “nostro” Sud.

L'Italia Rovesciata

Pubblicato su “Il Garantista” del 2 agosto 2015

In tutti i paesi la questione dello sviluppo unitario dei territori ha storicamente rappresentato una questione nazionale che è stata risolta a volte pacificamente e democraticamente a volte con la violenza e la guerra. Perché ogni paese ha un “nord” ed un “sud” e c’è sempre un “nord” più “nord”.

Prendiamo, ad esempio, gli USA, dove la questione Nord-Sud fu affrontata e risolta nel quadro di una delle più feroci guerre dell’età moderna, quando il problema dell’abolizione della schiavitù altro non era che la rappresentazione di un feroce conflitto tra due modelli di sviluppo, uno industriale e proteso all’espansione internazionale, l’altro agrario e chiuso in una dimensione tradizionale di una economia coloniale o post-coloniale.

Si pensi all’URSS staliniana dove industrializzazione e liquidazione brutale dell’economia contadina dentro il quadro ideologico della eliminazione dei kulaki come classe altro non erano che la scelta di un modello di sviluppo che si voleva in grado di competere con le altre potenze capitalistiche. Continua a leggere

A San Giovanni in Fiore per presentare il volume di Stefania Fratto, La vita che resta

La vita che resta di Stefania FrattoSan Giovanni in Fiore 2 San Giovanni in Fiore 3 San Giovanni in Fiore 4

IL VIDEO DELL’INIZIATIVA (Clicca qui)

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