immigrazione
Auschwitz c’è ancora
Forse non ve ne siete accorti, ma Auschwitz è ancora in piedi, a monito di ciò che è stato, e che continua ad essere, drammaticamente possibile. Ogni volta che giriamo la testa Auschwitz torna. Oggi ha la forma dell’orrore delle morti in mare. Nessuna propaganda può giustificare ciò che sta succedendo.
La pagella
Avevi 14 anni. Venivi dal Mali. Sei morto nel Mediterraneo mentre tentavi di venire in Europa per avere un futuro migliore. Nella tua giacchetta avevi la tua pagella, piena di bei voti. Forse volevi mostrarla a tutti noi, dimostrare che eri bravo a scuola, per dare il contributo della tua intelligenza a questo nostro mondo così chiuso ed egoista…Perdonaci. La lezione oggi l’hai data a noi.
La presunzione di onestà
In questa vicenda di Di Maio padre, figlio, fratelli e mammà c’è qualcosa di più: c’è la presunzione dell’uomo qualunque di essere sempre migliore della classe politica che lo governa (e che comunque si sceglie lui) e la presunzione da mosca cocchiera dei politici demagogici.
Al di là del merito, delle eventuali violazioni di norme, dei possibili risvolti penali e persino delle implicazioni di carattere etico, ciò che emerge, nuda e cruda, è l’Italia, la splendida e meschina terra in cui viviamo.
La Di Maio family non è molto diversa dalle tante che praticano nei confronti dello Stato il vecchio refrain: prendere molto e possibilmente dare nulla. Ma per questo non si sentono in colpa, anzi. Ritengono di compiere una giusta azione risarcitoria nei confronti di una politica e di una pubblica amministrazione inefficiente, corrotta, geneticamente disonesta.
Siamo di fronte ad un fenomeno di ipocrisia di massa, che si nutre di retorica antisistema ed è la prima causa dei fenomeni degenerativi di cui soffre il nostro Stato.
L’antipolitica di questi anni, di cui si sono nutrite tutte le forze politiche, non solo non ha combattuto questo atteggiamento ma lo ha incoraggiato, ne ha fatto una politica. Credendo di essere migliori, un esercito di uomini qualunque insieme a un ceto politico di demagoghi riciclati oggi ha assunto ruoli di governo al grido di “onestà onestà” e in nome della lotta alle tasse brutte, sporche e cattive e del “fuori i poveri disgraziati di immigrati che ci rubano il lavoro”.
È così che abbiamo portato il bar dello sport in parlamento e al governo. Una massa di persone che imprecano per le multe e lasciano la macchina in tripla fila. Che si incazzano per gli immigrati che sono troppi e si lamentano perché non trovano la badante per il vecchio il mese di agosto. Il tipo che ha trovato lavoro facendo la fila nelle segreterie politiche dei “soliti politici” che tuona tutti i giorni contro il clientelismo. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Continua a leggere
Difendere la buona accoglienza
La propaganda giallo-verde mira ad instillare nei cittadini sentimenti che si concretizzano nella criminalizzazione della solidarietà (Mimmo Lucano ne è un esempio piuttosto emblematico).
Per tali motivi, il Primo Circolo PD Centro Storico e Frazioni sostiene il coordinamento SPRAR CS e l’accoglienza diffusa contro i centri di detenzione CAS, CARA e CPR che trasformano i migranti in invisibili della città, senza diritti e senza doveri. Nel centro storico di Cosenza, dove le comunità rom straniere presenti e i migranti subiscono il diniego del permesso di soggiorno lo tocchiamo con mano. Sono, infatti, considerate inesistenti da parte dell’amministrazione comunale generando degrado sociale.
Per questo noi siamo a favore dell’Unione Europea, ci schieriamo dalla parte di Mimmo Lucano e difendiamo, fortemente, l’integrazione. Ci auspichiamo che tutti i comuni si uniscano per difendere il modello SPRAR che Salvini-Di Maio vogliono smantellare.
NO al fascismo, a chi chiude i porti condannando migliaia di esseri umani a morte, alla deriva xenofoba del governo!
#RESTIAMOUMANI
Salvini nel cul de sac
Chiariamo subito prima che si scateni la solita ridda di commenti senza capo e né coda orientati solo dalla tifoseria che ormai caratterizza tutto il dibattito pubblico italiano.
1. Salvini è indagato formalmente per come prescrive la Costituzione presso il Tribunale dei Ministri per abuso d’ufficio e altre ipotesi di reato piuttosto gravi tra cui sequestro di persona. Nessun abuso ma esercizio della obbligatorietà dell’azione penale anch’essa sancita dalla Costituzione. In altre parole il Procuratore, in questo caso di Agrigento, non solo può ma DEVE agire se individua nell’azione di un cittadino, anche e soprattutto se Ministro, elementi di reato. Tutti i discorsi sulla opportunità della azione del Procuratore sono, pertanto, giuridicamente e sostanzialmente inconcludenti.
2. È stato lo stesso Salvini a rivendicare la sua azione, che è consistita nel non aver comunicato al Ministero delle infrastrutture competente sui porti, dove far sbarcare la “Diciotti”. Sorprendersi perché un giudice fa il suo dovere o addirittura minacciarlo per interposta persona è sintomo di una concezione ben strana della legge e di uno Stato democratico sulla cui Costituzione il nostro ha giurato (magari se la leggeva prima non era male).
3. Io sono garantista fino al midollo. In un sistema democratico e di diritto tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva. Salvini non deve dimettersi. Magari qualche imbarazzo lo avranno Di Maio che chiede le dimissioni anche di chi non è neanche indagato (purché suo avversario) o Conte che dice, da avvocato, “non possiamo aspettare i tempi della giustizia”. O vale per tutti o per nessuno. È la legge bellezza.
In ultimo una considerazione politica: Salvini è rimasto incastrato nel suo stesso giochino. Ha fatto il duro con i poveri 170 eritrei della “Diciotti” mentre, nel silenzio generale, da luglio ad oggi di migranti ne sono sbarcati in Puglia e in Calabria più di 500. Ha cercato di forzare l’Europa minacciandola sulla base di presupposti giuridici inesistenti, che gli ha risposto picche. Ha sperato che Mattarella o Conte lo scavalcassero per avere la scusa di aprire un’altra querelle con la UE e magari una crisi di governo che portasse alle elezioni e lui capitalizzasse al massimo la sua battaglia senza paura contro i perfidi poteri forti che non lo fanno governare, ma gli è andata male. Hanno trovato il compromesso grazie alla Chiesa che ha dichiarato di accogliere gli eritrei (a proposito in Eritrea c’è una delle più feroci dittature del globo lo sapevate ?), come se le procedure di accoglienza non rimanessero in capo allo Stato italiano. Un escamotage per uscire dal cul de sac in cui si era infilato insieme al governo. Bugiardo, ipocrita, inaffidabile sul piano politico. Sul piano giudiziario ci saranno giudici a valutare. Perché c’è sempre un giudice a Berlino.
Inclusione scelta decisiva per Cosenza e per il Paese
Congresso del Primo Circolo “Centro Storico e Frazioni” di Cosenza.
Ampia e attiva è stata la partecipazione degli iscritti e di simpatizzanti nel Centro AUSER CGIL dello Spirito Santo a Cosenza, al Congresso del I Circolo PD “Centro Storico e Frazioni”.
Il congresso è stato introdotto da una relazione del segretario Gabriele Petrone, la candidatura di Luigi Guglielmelli è stata presentata dal capogruppo PD al Comune di Cosenza Damiano Covelli, e ha visto numerosi interventi, tra cui la commovente testimonianza sul dramma dell’immigrazione di Lamine, giovane senegalese ospite del CAS di Carolei.
Le conclusioni sono state tenute dalla deputata Enza Bruno Bossio, della Direzione Nazionale del PD.
“Oggi svolgiamo il nostro congresso – ha detto tra l’altro Gabriele Petrone – sotto il segno dell’inclusione. Perché l’inclusione è l’unica scelta possibile per garantire un futuro alla nostra società. Ciò è vero soprattutto a Cosenza, dove l’inclusione è praticamente sparita, come dimostra quella che è la più grande tragedia della storia recente di Cosenza, il rogo di Corso Telesio, sul quale non può e non deve calare il silenzio. La disperazione e l’emarginazione sociale la fanno ormai da padrone, a meno che non si intenda per inclusione l’aver consentito la riapertura nel Centro Storico di Cosenza dei “bassi”, dove oggi vive una umanità non solo disperata ma soprattutto sconosciuta, perché di essa il Comune non ha svolto neppure un censimento. Per cui, se si dovessero ripetere le tragedie di crolli e incendi a cui stiamo assistendo in questi mesi non sapremmo neppure chi è vivo e chi è morto”.
Nel suo intervento il capogruppo del PD in Consiglio Comunale Damiano Covelli ha affermato “per noi la priorità non è il destino di Occhiuto ma il destino della città. Con la realizzazione della Metro, del nuovo Ospedale, della Cittadella della Salute nel sito dell’”Annunziata” stiamo disegnando il futuro strategico non solo di Cosenza ma di una area vasta che va dalla Valle del Savuto fino a quella del Crati e si proietta verso la piana di Sibari”.
Al termine delle operazioni di voto il risultato è stato il seguente: Luigi Guglielmelli 387, Angela Donato 2, bianche 3.
RASSEGNA STAMPA
Il Quotidiano del 23 ottobre 2017
Quando certa politica è disgustosa
Salvini è un mascalzone. Non c’è altro modo per definire uno che dice che l’Italia è rimasta finora indenne dagli attacchi terroristici perché complice dei terroristi in quanto accoglie gli immigrati. La verità è che lui fa il tifo affinché il prossimo attentato avvenga in Italia. Per lucrarci sopra con demagogia a buon mercato. Disgustoso.
La vera maggioranza…
Immaginate per un attimo che i protagonisti di questi ultimi anni della vita del PD semplicemente non esistessero.
Niente Renzi, Bersani, Speranza, Letta, D’Alema, Emiliano e co.
Comunque dovremmo discutere di questo PD, del suo ruolo, della sua funzione perché al di fuori di esso rimarrebbero comunque Grillo, Salvini, Berlusconi, Trump, la Brexit, l’Europa in dissoluzione, l’emergenza del Medio oriente e del nord Africa, il dramma dell’immigrazione, la minaccia del terrorismo, il dramma globale della povertà, ecc..
Perché l’aver voluto, giustamente, tenere aperto un partito riformista in questi anni è stata una scelta giusta.
Non a caso a noi guarda ancora oltre un terzo dell’elettorato italiano, siamo la prima forza politica della sinistra in Europa, nonostante tutto. Continua a leggere
Il voto ungherese
Cose buone, cose cattive…
Cose cattive: i morti di speranza nel nostro mare, l’energumeno col pizzo che gli urla andate a casa, i cretini che protestano perché gli italiani perdono i concorsi da direttore di museo senza chiedersi perché capiti che i tedeschi ne capiscano di arte italiana più degli italiani, il solito cervello in affitto che condivide le fregnacce più insulse sul suo profilo…
Cose buone: i nostri marinai che salvano vite nel mare, Enzo Infantino che va a Gaza a distribuire aiuti e medicinali, i giovani volontari che spalano fango a Rossano ferita dal nubifragio, i tanti ragazzi che sorridono nonostante il futuro incerto, che fissano gli occhi nel cielo e si innamorano, la piccola alunna che corre a salutare la maestra sotto l’ombrellone, il vecchio amico con cui chiacchieri dopo tanto tempo…e non chiamatemi buonista…