Italia
L’angoscia che rafforzò la democrazia
40 anni fa. Ricordo il senso di angoscia che colsi in mio padre e mia madre quando, tornato da scuola (ero alle medie) mi dissero che avevano rapito Moro. Ricordo il dolore popolare che quasi si toccava, nei discorsi di tutti, quando fu rinvenuto il suo cadavere. La morte di Moro costituì uno spartiacque. L’Italia si strinse attorno alla sua democrazia così fragile e decise di difenderla. Comunque. Da ricordare a chi, con troppa disinvoltura, tratta le istituzioni democratiche spesso con sufficienza e superficialità.
Rosario Villari, maestro di storia d’Italia e d’Europa
Quando certa politica è disgustosa
Salvini è un mascalzone. Non c’è altro modo per definire uno che dice che l’Italia è rimasta finora indenne dagli attacchi terroristici perché complice dei terroristi in quanto accoglie gli immigrati. La verità è che lui fa il tifo affinché il prossimo attentato avvenga in Italia. Per lucrarci sopra con demagogia a buon mercato. Disgustoso.
Una questione di onestà…
Lo posso dire a tutti i sinistrosi a nonna che fanno i cacadubbi sulla vittoria di Macron ? Non sarebbe più onesto ammettere che, se foste stati francesi, pur di non far vincere un riformista forse un po’ troppo liberal eravate disponibili a votare una fascista pura? E che quando si voterà in Italia votereste tranquillamente Grillo e finanche Salvini pur di non far vincere il PD ?
Basta ciance…Buon 25 aprile
Provateci un attimo…solo per un attimo provate ad immaginare cosa sarebbe successo se il 25 aprile del 1945 avessero vinto quegli altri…
Capirete allora il fastidio che mi produce il riproporsi ogni anno delle solite polemiche su questa Festa.
Vi apparirà anche discutibile l’ultima arrivata da Roma, quella sul con chi sfilare e con chi no. Per fortuna a Milano e nel resto d’Italia il corteo sarà, come sempre di tutti.
Perché io ci penso ogni anno a come sarebbe stata l’Italia, l’Europa e il mondo se a vincere fossero stati quegli altri.
Perché la libertà, la democrazia e la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo sono cose serie, per le quali dobbiamo ringraziare il cielo (e coloro che ce le hanno conquistare) tutti i giorni. E temercele ben strette, altro che ciance…
26 marzo 1893 nasceva Palmiro Togliatti
Orgoglio PD…
Lo dico con orgoglio, nessun partito in Italia e forse in Europa, discute così apertamente e appassionatamente di sé, dell’Italia, dell’Europa e del mondo. Solo per questo dobbiamo mostrare tutti grande responsabilità. E chi a noi guarda anche da posizioni diverse, dovrebbe mostrare rispetto. Ce la faremo #AssembleaPD
Silenzio, per favore.
È crollata la cattedrale di San Benedetto. È un pezzo della storia non solo dell’Italia ma dell’Europa intera. Da San Benedetto ripartì la civiltà occidentale nell’epoca buia delle invasioni barbariche. Un segnale simbolico a questa Europa sempre più egoisticamente chiusa in se stessa, incapace di essere coerente con gli ideali di democrazia e uguaglianza che ne hanno motivato l’esistenza dopo secoli di guerre e divisioni. Un segnale a questa Italia incattivita, alle polemiche sconclusionate e prive di fondamento logico prima che politico. Vi imploro, almeno voi che avete ancora conservato un po’ di senso critico, tacete e intimate agli imbecilli di stare zitti. Perché quella Chiesa, quella Europa e questa Italia, dovremo ricostruirla. Nonostante tutto.
Cile, tifo e politica
Potete sghignazzare quanto volete sulla crassa ignoranza di Gigi Di Maio che situa Pinochet in Venezuela dopo averlo accostato, in maniera volgare ed istituzionalmente assai discutibile, al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.
Potreste ricordargli che il suo non è un errore di poco conto, anzi, è uno svarione di proporzioni cosmiche ignorare quello che ha rappresentato, anche nella politica italiana, la drammatica vicenda del golpe cileno dell’11 settembre 1973.
Potreste ricordargli i tanti esuli che vennero anche in Italia, a cominciare da quelli più famosi, gli Inti-Illimani, che con la loro musica testimoniarono il fallimento dell’esperienza democratica di Salvador Allende, vincitore di regolari elezioni e a capo di una coalizione di forze popolari e democratiche che tentarono di fare del Cile, un paese dove le ineguaglianze assomigliavano a quelle dell’Egitto dei Faraoni, semplicemente un luogo più giusto in cui vivere, in cui non si morisse di fame o di fatica nelle miniere, in cui una casta (questa si, vera) di pochissimi padroni deteneva tutta la ricchezza tenendo un intero popolo sottomesso e in miseria. Continua a leggere
A Cosenza è necessario ricostruire il senso di una comunità…
Intervista su Il Dispaccio.it di Francesca Gabriele
A Cosenza più di tutto occorre ricostruire il senso di una comunità che è andato progressivamente perdendosi, che non significa coltivare il vezzo un po’ snob di parlare in dialetto, ma interrogarsi sul ruolo e sulla funzione che Cosenza deve avere rispetto alla Calabria, al Mezzogiorno, all’Italia e persino rispetto al Mediterraneo e all’Europa. I cosentini sono stati questo nel corso dei secoli, i più europei dei calabresi, i più internazionalisti del Mezzogiorno, quelli capaci di guardare a ciò che si agita nel “mondo grande e terribile”. Noi siamo la città di Telesio, di Salfi solo per fare due nomi, gente che elaborava idee che hanno cambiato l’Europa e il mondo. Il Comune di Cosenza nei primi anni dell’Unità d’Italia votava mozioni per l’abolizione della pena di morte partecipando ad un dibattito internazionale promosso da Victor Hugo e Alexandre Dumas che a Cosenza ha anche abitato scrivendo uno dei suoi racconti. Eppure a Dumas non abbiamo dedicato nessuna via, nessuna piazza, nessun museo. Ecco, io credo che Cosenza debba ritrovare questo orgoglio del suo essere una grande città produttrice di cultura. Che è altra cosa rispetto a certa paccottiglia sulla leggenda di Alarico che non può essere l’unico brand di una città come Cosenza o, con tutto il rispetto, la lista “Capra” di Vittorio Sgarbi. Leggi l’intervista completa