Lucio Battisti
Lectio Magistralis di Mogol presso l’IIS di San Marco Argentano
Oggi presso l’IIS di San Marco con il Maestro Mogol, che ha tenuto una lezione sul cammino della musica e della canzone popolare (il pop) nel dopoguerra. Una lezione di straordinario spessore culturale e umano. Straordinari i nostri ragazzi, che hanno partecipato con performance musicali, lavori di gruppo e tante domande. Una bella giornata.
Il testo del mio intervento di introduzione alla lectio magistralis di Mogol
Mogol organizzatore culturale dell’Italia del dopoguerra
Mi sia consentito innanzitutto ringraziare tutti per questa giornata, a cominciare dal Maestro Mogol che ci onora con la sua presenza, dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Saveria Veltri che ha sposato con entusiasmo e ha reso possibile l’iniziativa di oggi, i colleghi (saluto qui, per tutti, la cara Selene Falcone che è l’anima organizzativa di questa scuola) che hanno lavorato nelle classi, gli studenti e tutti coloro che si sono impegnati per offrirci il loro contributo stamattina.
Ringrazio, infine, la cara Claudia Battaglia, componente della struttura della Presidenza della Giunta Regionale che, con i suoi buoni uffici, ha reso possibile la presenza di Mogol tra noi.
Già la nostra dirigente ci ha detto, molto bene, il significato educativo e didattico della lezione che il Maestro ci terrà oggi.
Io mi limiterò ad offrire, e spero di riuscirci, soltanto qualche spunto di riflessione sul ruolo che Giulio Rapetti Mogol ha svolto e continua a svolgere non solo nella storia della canzone ma, più in generale, della cultura italiana.
Innanzitutto una premessa: la canzone italiana, per come è andata delineandosi nel corso di un secolo e mezzo di storia unitaria, ha svolto e svolge la stessa funzione che ha svolto il melodramma nell’Ottocento ed è andata sostituendosi ad esso nei consumi culturali nazionali e popolari soprattutto nel corso del ’900.
Che le canzoni che accompagnano le varie fasi della nostra vita non sono più soltanto “canzonette”, utilizzando l’espressione autoironicamente dispregiativa di Edoardo Bennato, è ormai chiaro da tempo non soltanto ai critici musicali ma anche a quelli della letteratura italiana.
La canzone italiana è uno dei prodotti più preziosi di quello che una volta veniva definito il “genio italiano” ed ha conquistato un suo posto d’onore nel panorama internazionale accanto ad altri grandi fenomeni musicali di massa come il jazz, il rock, la new wave, la bossa nova, ecc., in quello che possiamo definire con un termine necessariamente generico, pop.
Neppure tanti anni fa, probabilmente, l’idea che le “canzonette” potessero diventare oggetto di studio da parte di critici letterari e “dentro” le scuole, poteva sembrare quasi “blasfemo”. Continua a leggere
Mogol, le ideologie, le emozioni, il Nobel.
Oggi, a margine di un incontro con i giovani a Cetraro, ho avuto l’occasione di conoscere quello che considero uno dei più grandi poeti italiani degli ultimi decenni, Giulio Rapetti in arte Mogol.
Abbiamo parlato dell’iniziativa che sta portando avanti da alcuni anni di formazione rivolta ai giovani e ha detto alcune cose che condivido molto: “solo il genio può essere un dono, il talento va coltivato” e che “i giovani hanno il dovere di essere migliori di chi li ha preceduti”.
Infine mi ha raccontato, divertito, una storia peraltro nota, di quando, negli anni ’70, non riusciva a staccarsi di dosso l’etichetta Continua a leggere