Nicola Adamo
Grazie, farò del mio meglio…
Poco fa, in una bella e partecipata assemblea che ha visto gli interventi, tra gli altri di Enza Bruno Bossio, Carlo Guccione, Luigi Guglielmelli, Nicola Adamo, Franco Ambrogio e la partecipazione di una nutrita delegazione di consiglieri del PD e delle liste collegate tra cui Bianca Rende, Francesca Cassano ed Enrico Morcavallo, sono stato eletto all’unanimità Segretario del Primo Circolo del PD “Centro Storico e Frazioni”, il più grande della città con i suoi oltre 400 iscritti.
Subentro a Damiano Covelli, ora capogruppo PD in Consiglio Comunale, che ha retto il Circolo negli ultimi anni e raccolgo una difficile eredità iniziata da compagni di grande esperienza e qualità come Raffaele Zuccarelli, che del Circolo è stato il primo segretario dalla fondazione del Partito democratico.
Sono stati proprio loro a formulare la proposta e li ringrazio per la stima che essa porta con sé e di cui avverto tutta la responsabilità, soprattutto in un momento tanto difficile della vicenda politica del Paese, della Calabria e della nostra città. Continua a leggere
Occhiuto scambia il Comitato Olimpico Internazionale per un Comitato Festa patronale.
Lo chiamano sogno ma è solo il solito trucco propagandistico. Occhiuto pensa che il Comitato Olimpico Internazionale funzioni come il comitato di una festa patronale paesana. Ora sposta la data al 2028 (sic).
La verità è che né Sibari né Milano possono sostituire Roma nel 2024. Al 2028 mancano ancora 12 anni…proiettare la mitomania a quella data è una ulteriore prova del trucco. Anche perché se passa Roma nel 2024, e ancora oggi non sappiamo, nessuna citta italiana può ambire alle olimpiadi successive. Nicola Adamo ha ragione da vendere.
Vedi articolo Corriere della Calabria
Un voto politico
Il percorso non semplice, ma comunque esaltante, che ci ha portato a candidare Mario Oliverio a Presidente della Regione Calabria, il significato stesso che ha assunto questa candidatura, rappresentano il punto di arrivo di un percorso cominciato 5 anni fa, quando, sulle rovine lasciate dall’esperienza Loiero, abbiamo cominciato una lunga traversata che ci ha portato fin qui.
Non è questa sede per ripercorrere quella fase: so solo che tutte le cose che dicevamo si sono verificate e la Calabria, forse nel momento più difficile della sua storia, si avvia a votare e ad eleggere un Presidente non sull’onda confusa e distruttiva dell’antipolitica ma sulla base di un vero e proprio progetto politico di cambiamento di questa Regione.
Come tutti i sondaggi e lo stesso umore generale lasciano prevedere, il 23 novembre sarà possibile avviare questo lavoro, che sarà lungo e difficile.
Ai calabresi non abbiamo voluto raccontare chiacchiere e fare promesse facili.
Abbiamo chiesto, invece, un’assunzione collettiva di responsabilità.
Per questo, oltre che un buon Presidente come Mario Oliverio, occorre eleggere anche un buon Consiglio.
Nella mia vita ho sempre dato voti politici. Poi fortuna ha voluto che, seguendo le mie convinzioni politiche, ho anche avuto la possibilità di votare per amici. E’ stato così per Nicola Adamo, per Enza Bruno Bossio, per lo stesso Mario Oliverio. Sarà così anche stavolta.
Ho deciso, infatti, di votare Carlo Guccione.
Con Carlo ci conosciamo da quasi trent’anni. Ne conosco pregi e difetti come lui di me.
A volte siamo stati d’accordo a volte in dissenso. Ma gli ho sempre riconosciuto le grandi capacità di lavoro, la determinazione, la capacità di “stare sul pezzo” della politica.
Carlo Guccione merita di essere sostenuto. Io lo farò e invito tutti coloro che lo ritengano opportuno, di fare altrettanto. Per dare, anche stavolta, un voto politico.
Oliverio Presidente, Lista PD e Guccione come preferenza.
Quattro anni fa moriva Giulio Grandinetti…Il ricordo dei suoi ultimi giorni nella bufera della bufala “Why Not”.
Il 22 aprile del 2007, dopo una breve e micidiale malattia si spegneva Giulio Grandinetti. Imprenditore nel ramo assicurativo e dirigente politico sin dalla più tenera età nel PCI-PDS-DS, era stato anche amministratore delegato de “Il Quotidiano della Calabria”, contribuendo notevolmente all’affermazione di questa testata nel panorama editoriale calabrese. Negli ultimi anni aveva svolto l’incarico di capo struttura del Vice Presidente della Giunta Regionale, Nicola Adamo.
Giulio era uomo di specchiata dirittura morale, con un rigore che gli era riconosciuto da tutti. Apparteneva a quella schiera di persone che stanno sempre dalla stessa parte e che concepiscono il loro impegno come servizio, in qualunque ruolo sono chiamati.
Fu nella veste di collaboratore di Nicola Adamo che ricevette, nell’ambito della roboante inchiesta Why Not dell’allora PM De Magistris, un avviso di garanzia per una presunta associazione a delinquere insieme allo stesso Nicola Adamo e ad Enza Bruno Bossio.
In verità, in quel settembre del 2006 il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Lombardo, smentì che ad essere raggiunto da avviso di garanzia fosse il Giulio Grandinetti collaboratore di Nicola Adamo, ma un omonimo commercialista di Cosenza che subì anche una minuziosa perquisizione del suo studio e della sua abitazione.
Pochi giorni dopo, Giulio già malato, il Procuratore Lombardo fu smentito da De Magistris che invece individuava proprio nel nostro Giulio l’obiettivo della indagine.
Cos’era successo ? Ai fini di mettere in piedi l’accusa di associazione a delinquere si tirò dentro Giulio Grandinetti senza neppure accorgersi che era la persona sbagliata.
Si parlò della fantomatica Loggia affaristico-massonica di San Marino e si finì per coinvolgere anche Prodi e Mastella, fatto che fu determinante per la caduta dell’allora governo di centrosinistra.
Tutto ciò diede al PM De Magistris una straordinaria proiezione mediatica che lo portò nel 2009 al Parlamento Europeo, in tempo per vedere tutte le sue inchieste sciogliersi come neve al sole, mentre persone perbene venivano additate al publbico ludibrio.
Nel novembre 2009 il GIP archiviò tutte le accuse a carico di Giulio Grandinetti collaboratore di Nicola Adamo per la loro insussistenza, restituendogli, purtroppo postumi, onore e dignità.
Mi sembrava giusto ricordare tutto ciò nell’anniversario della sua morte per riflettere, ancora una volta, su quanto è successo negli ultimi anni di ubriacatura giustizialista.
LE DICHIARAZIONI DI DE MAGISTRIS CONTRO NICOLA ADAMO UN CAPOLAVORO DI INCOERENZA…
E’ ampliamente noto il fallimento di De Magistris nella sua attività inquisitoria.
Da inquirente ha provocato non solo danni all’immagine ed alla credibilità della giustizia italiana ma anche danni erariali, se è vero come è vero che solo per la inchiesta “Why Not ?” ha dilapidato circa 10 milioni di euro.
I fatti dimostrano come ha utilizzato la funzione di pubblico ministero per ritagliarsi tribune mediatiche nazionali nelle vesti di un Savonarola che coltivava l’ambizione di fare carriera politica.
Oggi per quella attività è stato addirittura rinviato a giudizio e, dismettendo i panni del Savonarola di turno, cerca di vestire quelli della vittima per evocare allo stesso modo di Berlusconi, complotti ai suoi danni, lanciando sospetti e diffidenze sulla magistratura.
Da politico, europarlamentare, ora non demorde.
Egli è sempre puntuale a demonizzare gli altri ma sempre pronto a ritrarsi quando coerenza imporrebbe ad egli stesso di rispettare il codice etico e mettersi da parte di fronte alle gravi accuse che gli sono state rivolte prima dal CSM e poi dalla Procura e dal Tribunale di Roma.
Nel dimenarsi nelle sue confusioni, determinate soprattutto dalla commistione tra il ruolo di PM e quello di europarlamentare, ha trovato il tempo di rilasciare dichiarazioni pubblicate stamane da “Il Quotidiano della Calabria” per intervenire nelle vicende del PD calabrese e lanciare strali sull’on. Nicola Adamo.
Vorrei solo ricordare, in questa sede, una differenza che reputo fondamentale tra la storia di Nicola Adamo e quella del citato De Magistris, e che è nota ai più: Nicola Adamo non si è mai sottratto né al giudizio degli elettori né a quello della giustizia né ha mai evocato complotti o invocato immunità, a differenza del nostro che, quando qualcuno lo indaga evoca oscure trame e chiede solo per sé la non applicazione del codice etico del suo partito.
Per gli altri, invece è tutta un’altra cosa fino alla chicca finale: non dimentico di aver fatto cadere con la burla della sua inchiesta il governo Prodi, oggi si propone di dare una mano all’opera di Musi per seppellire il PD calabrese.
Se ciò è la prova di una costante volontà persecutoria nei confronti di Nicola Adamo è anche la dimostrazione che la bramosia di De Magistris punta a sostituirsi alla rappresentanza di un centrosinistra credibile e per davvero legato ai bisogni della gente e capace di costruire l’alternativa al centrodestra. Insomma con De Magistris in campo c’è davvero poco da sperare per chi vuole costruire l’alternativa a Berlusconi e al centrodestra calabrese.