pandemia

Ciò che ci stanno insegnando gli studenti del “Telesio” in lotta…

Liceo Classico B.Telesio Cosenza

Bravissimi i ragazzi del “nostro” storico Liceo “B. Telesio”. Con la loro azione di lotta stanno insegnando tante cose ad una città spesso distratta e per di più annichilita dalla pandemia. Ci stanno insegnando che gli studenti e le famiglie non sono pacchetti che si spostano a seconda le convenienze o per inseguire progetti di scuola elitaria modello college americano dell’”Attimo fuggente”. Ci stanno insegnando che la scuola è di tutti e appartiene a tutti, a cominciare da chi la frequenta. Che al di là delle “divise”, dei pullman “Io vado al Telesio” c’è un intero quartiere che si vede privato, nei fatti, di una istituzione storica come il Convitto Nazionale che per statuto deve garantire gratuità a chi non ha mezzi e non può diventare una scuola che addittura nel segmento dell’obbligo chiede rette irraggiungibili per molti. Ci stanno insegnando che il tema delle strutture scolastiche non può essere affrontato con improvvisazione o peggio sotto la pressione di malcelati sogni di “scuola azienda” per le élite. Perché non risulta a nessuno, come hanno denunciato giustamente i sindacati, che a Cosenza sia stato formalmente istituito un Istituto Onnicomprensivo che metta insieme alunni e studenti dalla materna al liceo. Ora questa lezione degli studenti del Liceo non deve andare dispersa. Si convochi subito un tavolo istituzionale con il Sindaco, il Presidente della Provincia e l’Ufficio Scolastico Regionale. Si individuino subito strutture idonee per accogliere in sicurezza e senza gli odiosi doppi turni gli studenti. Si trovino le risorse per garantire la gratuità alle famiglie che vogliono iscrivere i loro figli al Convitto (perché un’altra bella eredità della precedente amministrazione è stata la morosità del Comune nei confronti del Convitto). Si discuta seriamente sulla necessità di istituire un altro Istituto Comprensivo a Cosenza con autonomia gestionale e di dirigenza visto che quelli esistenti letteralmente “scoppiano” di iscrizioni. Questa è la sfida: accogliere la lezione di questi nostri ragazzi.

Il Fatto di Calabria.it

Il Quotidiano del 26 gennaio 2022

Ma ci siamo dimenticati dell’anno scorso ?

Immagine per il corona virus

Chiedo scusa a tutti, ma ci siamo dimenticati dell’anno scorso, quando eravamo in lockdown parziale o totale, bar, ristoranti, cinema e teatri chiusi, i trasporti pubblici praticamente azzerati, le attività produttive a regime ridotto, la scuola e l’università in DAD e ci preparavamo ad un Natale tra pochi e con il coprifuoco ? Ci siamo dimenticati delle centinaia di migliaia di contagi, dei reparti saturi e delle terapie intensive occupate e, soprattutto, dei centinaia e centinaia di morti quotidiani ? Se oggi conduciamo una vita più o meno normale lo dobbiamo ai vaccini che quantomeno ci salvano dalla malattia grave e dalla morte e al tanto vituperato “Green Pass” che oggi tutta l’Europa ci sta imitando. Il Covid 19 è destinato ad essere un insidioso compagno delle nostre vite per molti anni, forse decenni. Dobbiamo essere consapevoli che lo sconfiggeremo non solo rispettando le regole ma promuovendo la vaccinazione globale perché non ci si salva da soli. Questa pandemia impone la solidarietà e rende l’egoismo un vano blaterare di uomini piccoli piccoli. Una sfida per rifondare gli stessi concetti di democrazia e di libertà che mai come questa volta hanno senso se riguardano tutta l’umanità e non solo pochi privilegiati.

Il Primo Maggio non è una natura morta…

1 maggio 2021

Perché il Primo Maggio NON È una natura morta…
Buona Festa del Lavoro a tutti…
A chi lavora, a chi nel lavoro ha pochi o nessun diritto, a chi cerca il lavoro, a chi ha perso il lavoro, a chi studia per trovare lavoro, a chi il lavoro non l’ha mai avuto. Perché la fine della pandemia rappresenti anche l’inizio di un mondo con meno diseguaglianze e più diritti.
Buon Primo Maggio a Tutti !!!

1 maggio 2021 Happy Labour day

Buona Pasqua di Speranza e di Resurrezione…

Buona Pasqua 2021

Il Circolo “Centro Storico e Frazioni” augura una serena Pasqua a tutti nella speranza che sia l’ultima che viviamo nell’emergenza della pandemia.
Una Pasqua di speranza e di resurrezione per tutti noi dalle angustie terribili del tempo presente.

A Cosenza come in Calabria: in campo progetto riformista

Buon lavoro Segretario Enrico Letta

Si è svolta ieri in modalità online l’Assemblea del Circolo PD “Centro Storico e Frazioni”. Hanno partecipato numerosi iscritti e simpatizzanti. La relazione è stata svolta dal segretario Gabriele Petrone e sono intervenuti, tra gli altri, il capogruppo PD a palazzo dei Bruzi Damiano Covelli, la deputata Enza Bruno Bossio e i Commissari regionale e provinciale del partito, Stefano Graziano e Marco Miccoli.
La riunione è stata innanzitutto un pronunciamento sui punti contenuti dal questionario su cui Enrico Letta ha promosso una consultazione dei circoli territoriali del PD su scala nazionale.
In particolare, il confronto si è sviluppato sul come il PD riesca ad organizzarsi come partito di “prossimità” e dei territori. Una nuova forma partito che dovrà avere valore come elemento fondativo e identitario e che abbia la capacità di superare le secche del correntismo autoreferenziale.
Un partito organizzato su base orizzontale, in cui i gruppi dirigenti si affermino sul terreno della rappresentanza di interessi sociali diffusi e popolari.
La pandemia ha sconfitto il populismo, ma quando la pandemia sarà veramente archiviata, cosa accadrà ? È stata questa la domanda ricorrente nel dibattito.
Si tratta quindi, di utilizzare efficacemente le opportunità che offre la stessa crisi in atto soprattutto attraverso una forte carica di innovazione politica e culturale per un modello di sviluppo che sappia coniugare crescita e modernità con equità e giustizia sociale.
Non sono mancati, inoltre, riferimenti alla situazione politica locale in vista delle prossime elezioni regionali e comunali.
Tutti gli interventi hanno inteso sottolineare il valore politico e culturale della scelta di Nicola Irto, quale candidato Presidente della Giunta regionale.
Intorno alla candidatura di Nicola Irto si impone organizzare una coalizione elettorale ampia e plurale delle forze riformiste progressiste con l’obiettivo di pervenire ad una intesa, su un programma di governo, con il M5stelle. Bisogna saper declinare così anche in Calabria la sfida aperta in Italia ed in Europa tra populismo e riformismo. Tale impostazione vale anche per le elezioni amministrative della nostra città.
Il prossimo Sindaco di Cosenza dovrà essere un riformista perché solo con un chiaro e ambizioso progetto riformista la città potrà uscire dalla grave crisi economica, sociale e culturale in cui è precipitata.
Sulle problematiche cittadine si è convenuto di convocare nei prossimi giorni incontri specifici di approfondimento delle questioni politiche e programmatiche che coinvolgano rappresentanze politiche e istituzionali, associazioni di categoria.

Corriere della Calabria.it

Cosenza Channel.it

La Gazzetta del Sud del 1 aprile 2021

Il Quotidiano del 1 aprile 2021

La Gazzetta del Sud del 1 aprile 2021

La Gazzetta del Sud del 1 aprile 2021

Il Quotidiano del 1 aprile 2021

Il Quotidiano del 1 aprile 2021

 

2021, Un anno davvero di speranza…

Immagine Buon 2021 a tutti

Ci lasciamo alle spalle un anno davvero orribile. Oltre a togliere la vita a tanti, soprattutto ai più anziani e ai più deboli, questo virus lascia macerie profonde nella nostra vita. Ci ha colpito in una cosa che davamo per scontata, il diritto allo stare insieme, alla socialità, alla gioia di condividere abbracci e sorrisi. Senza contare la gravissima crisi economica e sociale che sarà dura superare. Ma il 2021 si apre con la speranza del vaccino. La scienza viene in aiuto all’uomo come è avvenuto in altri momenti della nostra storia. Per questo la speranza non è solo legittima ma un obbligo vitale. Un grande abbraccio a tutti e buon 2021.

Riaprire la scuola responsabilità collettiva del Paese

Ci rivedremo tutti a scuola

Ci rivedremo tutti a scuola

Articolo su il casinistanews.net
Sulla riapertura della scuola si sta dicendo tanto, forse troppo. Del resto è del tutto naturale che su un tema che attiene praticamente alla vita quotidiana della società, si discuta e si senta la necessità di dire la propria. Personalmente credo che bisogna però orientare il dibattito su alcuni punti fermi, primo fra tutti che non ci si può permettere un lock down del futuro. La scuola, infatti, è l’incrocio delle molteplici domande che la società avanza su di sé e sulle sue prospettive di sviluppo. Senza scuola, quindi, una società semplicemente non ha futuro.
A tutto ciò si aggiunga la considerazione che con il Coronavirus dovremo probabilmente convivere per tempi medio lunghi.
Se si parte da questa consapevolezza il tema diventa non se ma come riaprire.
I mesi che abbiamo alle spalle, caratterizzati dalla cosiddetta didattica a distanza, che pure ha consentito di tamponare le falle in un momento di estrema emergenza sanitaria, hanno dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, come la scuola sia una parte essenziale del sistema-Paese e non ci si può permettere di tenerla chiusa oltre un certo limite. Bisogna dire che questa emergenza ha anche fatto giustizia su certe frettolose analisi che pure avevano fatto capolino nelle discussioni prima della pandemia, sulla “inutilità” della scuola tradizionale, sul predominio delle nuove tecnologie presupposto di una “spersonalizzazione” del processo educativo e, a cascata, sulla inutilità stessa della funzione docente e di tutto l’apparato didattico, tecnico e amministrativo che ruota attorno all’organizzazione scolastica.
Le illusioni descolarizzatrici sono miseramente crollate di fronte al fatto che (dati riferiti ai paesi OCSE) il 9% degli studenti di 15 anni non ha un posto tranquillo per studiare a casa, e solo circa la metà della stessa fascia di età è iscritta a scuole in cui è disponibile una piattaforma di supporto all’apprendimento online. Tralasciamo poi il problema di docenti che, per il 35% non hanno le competenze pedagogiche e tecniche necessarie per integrare la tecnologia digitale nell’istruzione, secondo i dirigenti scolastici.
Ma, in generale, abbiamo appreso tutti quello che noi operatori della scuola sapevamo già, e cioè che la scuola non è solo trasmissione di nozioni, ma anche, se non soprattutto, socializzazione di percorsi, esperienze, bisogni.
Abbiamo scoperto, inoltre, che un conto è smanettare su uno smartphone per sentire musica o stare in contatto con gli amici sui social, un conto è fare lezione, ascoltare, imparare, comunicare competenze.
La pandemia, dunque, ha portato al pettine i nodi di una necessaria modernizzazione del sistema che non è scontato si possa realizzare soltanto con l’acquisizione delle opportunità che offre l’innovazione digitale.
Se questo è il quadro, e tutti dobbiamo esserne consapevoli, riaprire diventa una necessità unita a quella di accelerare i processi di modernizzazione già in atto valorizzando le competenze esistenti e sviluppando nuove forme di insegnamento e di apprendimento. Dobbiamo tutti imparare ed essere disponibili a metterci in discussione, docenti, ragazzi, famiglie. Questo processo deve andare avanti, anzi, l’emergenza può rappresentare, da questo punto di vista, una opportunità per fare di più e più in fretta.
Riaprire, quindi, con responsabilità e sapendo che tutti dobbiamo essere disponibili ad assumerci un minimo di rischio. Perché di questo si tratta. Del resto se la sera i ragazzi escono per incontrarsi con i loro amici nei bar aperti e nei luoghi di ritrovo non si espongono forse ad un rischio calcolato ? E non mi pare che ciò stia suscitando grande scandalo, se consideriamo il fatto che gran parte dei contagi registrati nell’ultimo periodo riguardano ragazzi tornati da vacanze all’estero e dal contatto nei luoghi della movida. Ovviamente tutto ciò non deve diminuire ma anzi aumentare l’attenzione e la prudenza per fare delle scuole dei luoghi sicuri per studenti e personale.
Ben vengano, dunque, tutte le misure, sapendo che qualche contagio ci sarà comunque, che forse bisognerà isolare qualche focolaio, mandare in quarantena qualche ragazzo e qualche docente, magari chiudere qualche classe o qualche scuola. In quel caso si attiveranno didattica a distanza e altre misure, senza allarmismi e con, ripeto, responsabilità. Facendo di questa terribile crisi una occasione per mettere in campo, ancora una volta come nei mesi del lock down quella grande capacità di adattamento che il nostro popolo ha dimostrato, con gli occhi protesi al futuro dei nostri giovani e, quindi dell’intero Paese. Perché riaprire la scuola è certamente più importante di riaprire le discoteche.

Far ripartire la scuola è responsabilità del Paese per evitare un lockdown culturale

Il ricordo di Maria Montessori esempio per la scuola di oggi…Bene Presidente Mattarella

Maria Montessori con i bambini

Maria Montessori con i bambini

Significativa la dichiarazione di oggi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 150° anniversario della nascita di Maria Montessori.

“Maria Montessori nasceva centocinquanta anni fa, a Chiaravalle. La sua umanità, i suoi studi, la sua coraggiosa esperienza di educatrice, hanno impresso un segno profondo nelle scienze pedagogiche e indicato orizzonti nuovi per la scuola, a beneficio di milioni di giovani in ogni parte del mondo, che hanno potuto e saputo accrescere in piena libertà la loro personalità.
Proprio negli anni più duri del Novecento Maria Montessori è riuscita a infrangere antichi pregiudizi, dimostrando la irragionevolezza di metodi di insegnamento basati sull’autoritarismo e contrastando pratiche di emarginazione ai danni di chi era sofferente o veniva considerato diverso, aprendo la strada a un percorso di crescita dei bambini basato sulla piena espressione della loro creatività, nella formazione responsabile alla socialità.
Il suo “metodo” ha varcato le frontiere e, nel suo nome, tantissime educatrici ed educatori, ragazze e ragazzi, hanno conferito alla scuola un valore di crescita nella conoscenza che, accanto al sapere letterario e scientifico, abbia lo sguardo rivolto allo sviluppo integrale della personalità degli alunni.
La vita di Maria Montessori è stata anche simbolicamente una storia di libertà, di intelligenza, di creatività femminile. Sono tante le insegnanti, le educatrici, le operatrici scolastiche che continuano oggi a impegnarsi con la medesima passione.
La comunità della scuola è risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale, proprio in quanto veicolo insostituibile di socialità per i bambini e i ragazzi: ne comprendiamo ancor più l’importanza dopo le chiusure imposte dalla pandemia. Esempi come quello di Maria Montessori esortano ad affrontare efficacemente le responsabilità di questo momento difficile”.

Io, docente, farò il test seriologico…

Un test seriologico

La scuola deve ripartire. Tutti dobbiamo farci carico di questo obiettivo: docenti, studenti, famiglie e, ovviamente, i dirigenti, il Ministero, il Governo, le Regioni e gli enti locali. Tutti. Quindi si discuta fino alla fine ma si lavori per garantire ripartenza e sicurezza. Io farò il test sierologico (che è volontario) e rispetterò tutte le misure che saranno previste. È il mio dovere. E tornerò in classe per ritrovare i miei studenti. Facciamolo tutti il nostro dovere e ce la faremo.

Riaprire le scuole atto di responsabilità…

Riaprire le scuole

Come insegnante credo che riaprire le scuole sia un atto di responsabilità verso il Paese. Un Paese senza scuola muore. Tutti, dirigenti, insegnanti, ATA, studenti e famiglie abbiamo il dovere di fare di tutto perché a settembre si ritorni in classe. Con fiducia e responsabilità individuale e collettiva. Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare.

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