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Un capolavoro politico

Il Congresso del Circolo PD e la relazione del Segretario Raffaele Zuccarelli

Il Congresso del Circolo PD e la relazione del Segretario Raffaele Zuccarelli

Se due anni fa un bookmaker avesse voluto accettare scommesse sulle chance di vittoria del centrosinistra calabrese lo avrebbe messo cinque a uno.

Come dargli torto di fronte allo spettacolo di un PD commissariato, debole, diviso e marginalizzato che si rappresentava mediaticamente attraverso le elucubrazioni di gente senza testa e senza voti, espulso dal governo delle principali città.

La storia di questi anni ci parla di feroci polemiche tutte interne mentre il centrodestra, tutt’altro che unito, pensava soltanto ad amministrare e ad allargare con arroganza il potere riducendo la Calabria nel modo che conosciamo.

La lunga marcia è partita da un congresso di sezione, quello del circolo del Centro Storico di Cosenza.
L’unità si ritrovò nella e sulla politica e mettendo in campo un rinnovamento vero, non quello enunciato a soli scopi di continuismo e sostituismo.

La presidenza di Mario Oliverio è stata costruita a partire da lì. E non è un caso che i veri sconfitti oggi siano proprio continuisti e sostituisti.

 

Immagini del Congresso

Immagini del Congresso

Un voto politico

Voto politico

Il percorso non semplice, ma comunque esaltante, che ci ha portato a candidare Mario Oliverio a Presidente della Regione Calabria, il significato stesso che ha assunto questa candidatura, rappresentano il punto di arrivo di un percorso cominciato 5 anni fa, quando, sulle rovine lasciate dall’esperienza Loiero, abbiamo cominciato una lunga traversata che ci ha portato fin qui.

Non è questa sede per ripercorrere quella fase: so solo che tutte le cose che dicevamo si sono verificate e la Calabria, forse nel momento più difficile della sua storia, si avvia a votare e ad eleggere un Presidente non sull’onda confusa e distruttiva dell’antipolitica ma sulla base di un vero e proprio progetto politico di cambiamento di questa Regione.

Come tutti i sondaggi e lo stesso umore generale lasciano prevedere, il 23 novembre sarà possibile avviare questo lavoro, che sarà lungo e difficile.

Ai calabresi non abbiamo voluto raccontare chiacchiere e fare promesse facili.

Abbiamo chiesto, invece, un’assunzione collettiva di responsabilità.

Per questo, oltre che un buon Presidente come Mario Oliverio, occorre eleggere anche un buon Consiglio.

Nella mia vita ho sempre dato voti politici. Poi fortuna ha voluto che, seguendo le mie convinzioni politiche, ho anche avuto la possibilità di votare per amici. E’ stato così per Nicola Adamo, per Enza Bruno Bossio, per lo stesso Mario Oliverio. Sarà così anche stavolta.

Ho deciso, infatti, di votare Carlo Guccione.

Con Carlo ci conosciamo da quasi trent’anni. Ne conosco pregi e difetti come lui di me.

A volte siamo stati d’accordo a volte in dissenso. Ma gli ho sempre riconosciuto le grandi capacità di lavoro, la determinazione, la capacità di “stare sul pezzo” della politica.

Carlo Guccione merita di essere sostenuto. Io lo farò e invito tutti coloro che lo ritengano opportuno, di fare altrettanto. Per dare, anche stavolta, un voto politico.

Oliverio Presidente, Lista PD e Guccione come preferenza.

Sistema elettorale delle province vera aberrazione

Provincia di Cosenza

Leggo molti commenti preoccupati e polemici sulla elezione di un esponente di centrodestra alla Provincia di Cosenza.

Al netto del tentativo, peraltro maldestro, di farne l’ennesima occasione di polemica interna al PD (come se non ce ne fossero abbastanza) e su quella che è spesso mitologia dell’inciucio, il sistema elettorale è congegnato in maniera tale che ad essere decisivi sono i governi delle città più grandi. Piaccia o non piaccia, il Centrosinistra in Provincia di Cosenza governa solo a Cassano Ionio (Castrovillari si è sciolta qualche mese fa). Ci si deve convincere, quindi, che era assai difficile spuntarla.
Allo stesso tempo è del tutto evidente che se a votare domenica scorsa fossero stati non i consiglieri comunali ma il popolo sovrano, Mario Occhiuto non solo non sarebbe stato eletto ma neppure si sarebbe candidato. E se si fosse candidato comunque, avrebbe perso le elezioni anche nella città in cui fa il sindaco, potete scommetterci 100 euro contro un fagiolo.

I dottor Stranamore che a Roma hanno messo a punto questo aberrante sistema di elezione del Presidente e del Consiglio Provinciale con la scusa del risparmio di qualche indennità e gettone di presenza cavalcando l’antipolitica cieca e trinariciuta che in questi anni è stata data in pasto a piene mani all’opinione pubblica, sono riusciti nel loro vero intento: privare i cittadini del diritto di eleggere i propri rappresentanti e quindi di esercitare il loro controllo democratico su un ente di gestione che, altra mistificazione mediatica, non è stato affatto abolito, anzi, continuerà a gestire settori importanti come la viabilità e l’edilizia scolastica.

Grazie a questa schifezza di riforma le province, semplicemente, come avveniva nell’800 notabilare, le gestiranno, senza vincolo di mandato e fuori da ogni controllo diretto o indiretto della cittadinanza, un gruppo di amministratori locali eletti nei loro comuni e su altre opzioni politiche e programmatiche.
Dell’aberrazione di questa legge come di altre che restringono gli spazi di democrazia in nome delle crociate anticasta, e che denuncio da tempo, io sono indignato. E mi piacerebbe fossero indignati i tanti o distratti o in malafede corifei del “nuovismo antipolitico” che ormai albergano anche nella nostra parte politica. Ma so che rimarrò deluso.

Io voto Mario Oliverio

Io voto Mario Oliverio

Domani 5 ottobre invito tutti coloro che hanno la bontà di leggermi ad andare a votare alle primarie del centrosinistra e dare la loro preferenza a Mario Oliverio.

Si vota dalle 8,00 alle 21,00 nei seggi organizzati in tutta la provincia.

Il mio invito parte intanto dalla considerazione che è di per sé un fatto importante che la scelta del candidato Presidente del centrosinistra sia affidata al popolo e non a ristrette conventicole romane.

C’è stato chi ha tentato di impedire che ciò avvenisse con mille sotterfugi e giochini da tre carte. Domani per fortuna si vota e sono in campo tre personalità ed opzioni politiche e programmatiche diverse.

Per quanto mi riguarda ho scelto di sostenere Mario Oliverio perché la Regione Calabria ha bisogno di una guida che unisca alla competenza ed all’esperienza una reale e concreta volontà di cambiamento.

Il cambiamento non si fa né con i slogan né con la carta d’identità, ma è il frutto spesso di coraggiose e determinate battaglie politiche, dell’assunzione di responsabilità, della capacità di dire molti si e molti no.

Perché di chiacchiere se ne sono fatte fin troppe e spesso per nascondere dietro una cortina fumogena i soliti tristi figuri.

Buon voto a tutti.

Perché Mario Oliverio fa tanto paura ?

Mario Oliverio

Avere ragione comincia ad essere stucchevole. Proprio ieri scrivevo ai sinceri sostenitori di Callipo che li stavano portando a passeggio se si illudevano che, con un atto di imperio del principe Renzi, il giovane sindaco di Pizzo sarebbe stato imposto a tutto il PD calabrese come unico candidato facendo ritirare Mario Oliverio.

Di pochi minuti fa la notizia (che prendiamo con le cautele de caso visto il passato recente di nomi agitati e bruciati spesso all’insaputa degli stessi interessati) che Luca Lotti avrebbe proposto come candidato di superamento il dott. Salvatore Di Landro, ex procuratore generale di Reggio Calabria.
Pare che, giustamente, Mario Oliverio avrebbe ribadito, senza nulla togliere alla persona, che l’unico percorso possibile per il PD calabrese sono e restano le primarie per come, del resto, solennemente ribadito dal vicesegretario nazionale Deborah Serracchiani appena 48 ore fa.
Che farà Gianluca Callipo ? Resterà in pista per tentare di ricevere dalla maggioranza degli elettori di centrosinistra calabresi la legittimazione di candidato alla Presidenza della Calabria o si ritirerà in buon ordine, mostrando che in realtà il primo a non crederci a questa possibilità è proprio lui e di essere quindi stato utilizzato, consapevolmente o inconsapevolmente, come una sorta di foglia di fico dall’improbabile renzismo in salsa calabra ?

Le primarie sono un diritto sancito dallo Statuto del PD. Se ne convincano finalmente tutti.
Perché alla Calabria dovrebbe essere negato ciò che è stato riconosciuto ovunque, ultima l’Emilia ?

Le primarie sono state inventate proprio per evitare la pantomima dei candidati di superamento che, in genere, non superano un bel niente e fanno solo perdere le elezioni.

E’, dunque, del tutto evidente che ci troviamo di fronte all’ennesimo ed a questo punto disperato tentativo di far saltare le primarie per impedire a Mario Oliverio di candidarsi.

Notoriamente, il complottismo e la dietrologia non mi hanno mai convinto. Sono sempre stato per i percorsi chiari e lineari. Ma non comincia a sembrare anche a voi che tutto questo accanimento contro Mario Oliverio sia quantomeno sospetto ? Perché a tutti i costi si vuole impedire ad un esponente del PD di concorrere alle primarie come garantisce lo Statuto del PD ? Quali interessi oscuri si muovono dietro questa ostinazione ? Se Mario Oliverio è vecchio, inadeguato, usurato come alcuni sostengono, perché fa tanta paura ? Perché con coraggio e dignità non si combatte contro Mario Oliverio una battaglia politica a viso aperto, sulle idee e sui programmi e anche sulle persone come solo le primarie possono garantire ?

Io le risposte me le sono già date e comincio a credere che se le stiano dando tanti in Calabria, dentro e fuori il PD.

Un po’ di dignità

Primarie

Lo dico ai sinceri sostenitori di Gianluca Callipo: la partita in Calabria non è mai stata la data delle elezioni, ma far saltare le primarie, ad ogni costo. Ancora in queste ore questo tentativo è in atto. E chi vi fa credere che senza primarie ci sarà la “nomina” del giovane Callipo vi sta semplicemente portando a passeggio. Lo schema è niente primarie e nomina di un pupo in mano ai soliti pupari, sopra la testa dei calabresi. Tentano di fare come quel tizio che, ad un concorso ippico, siccome stava perdendo il cavallo su cui aveva scommesso, sparò all’animale che stava vincendo e fece annullare la gara. Con questa pantomina sulla data del voto, inoltre, i cosiddetti “renziani” calabresi hanno indebolito oltremodo la candidatura dello stesso Callipo. Un po’ di dignità dunque, come calabresi e come militanti dello stesso partito. Primarie il 7 o il 14 e chi ha più idee e/o filo, tessa.

“Basta con i candidati calati dall’alto”

Vortex news Calabria

Intervista apparsa su www.vortexnewscalabria.com il 9 luglio 2014 di Francesca Gabriele

Lui per primo è quasi sobbalzato quando il ministro Lanzetta ha chiesto le dimissioni dei consiglieri regionali e i motivi li ha spiegati in una nota e poi in questa nostra conversazione. Magorno è il segretario del Pd “non il capo di una corrente” ci ha detto ancora il dirigente democrat, Gabriele Petrone, al quale abbiamo chiesto anche della candidatura di Mario Oliverio, del silenzio di Alfredo D’Attorre e Marco Minniti e dell’ultima indiscrezione, la scesa in campo per i renziani alle regionali del ministro Maria Carmela Lanzetta.

Immaginiamo lei abbia sorriso nel leggere le esternazioni prima del suo segretario regionale, Ernesto Magorno e poi del ministro, Lanzetta. Spiega anche ai nostri lettori perché i consiglieri regionali non devono dimettersi?

Non ho sorriso. Ho pensato soltanto che alla propaganda non c’è mai limite. Ma anche la propaganda deve dire la verità. Io non dico che i consiglieri regionali non devono dimettersi, dico soltanto che sarebbe inutile e ininfluente ai fini dell’accelerazione dei tempi per andare a nuove elezioni. Il Consiglio è sciolto dal 3 giugno e resta solo per l’ordinaria amministrazione. La Presidente f.f. della Giunta Regionale dott.ssa Stasi, entro 45 giorni, cioè entro il prossimo 18 luglio, deve, sentito il Ministero dell’Interno e il Prefetto del Comune capoluogo di Regione, individuare la data per le nuove elezioni. Funziona, per analogia, come per il Parlamento, quando il Presidente della Repubblica firma il decreto di scioglimento delle Camere. I singoli parlamentari rimangono in carica fino all’elezione del nuovo parlamento. Nessuno si sognerebbe di chiedere le dimissioni dei parlamentari nel momento in cui il parlamento è sciolto e va a nuove elezioni. Ora, che queste cose le ignorino i singoli cittadini può passare. Che non lo sappiano il segretario regionale di un grande partito o un ministro della Repubblica mi pare assai difficile. Penso che abbiano voluto fare propaganda, ma la propaganda deve partire da dati reali, altrimenti si alimentano nei cittadini sentimenti ingiustificati di ostilità nei confronti non tanto dei singoli uomini politici, che sarebbe politicamente legittimo a condizione di distinguere con nettezza le responsabilità che non sono tutte uguali, ma delle intere istituzioni. E ciò non va bene, perché le istituzioni sono di tutti e vanno sempre salvaguardate in un sistema democratico.

A onor del vero, la Lanzetta parlava di rivolta morale. Si spezzerebbe qualche meccanismo “amorale” all’interno del consiglio regionale con le dimissioni dei consiglieri del Pd?

Ripeto, le dimissioni dei singoli consiglieri sarebbero semplicemente inutili, anzi, con il meccanismo delle surroghe, darebbero addirittura la possibilità a coloro che vogliono perdere tempo, di tentare di prolungare la vita ad un Consiglio ormai sciolto. La Lanzetta, se vuole accelerare i tempi per tornare alle urne sa cosa deve fare. Intervenga sul Ministro dell’Interno e sul Governo per sollecitare alla Stasi l’indizione delle nuove elezioni anche prima del 18 luglio. I calabresi devono tornare a votare al più presto. Questa è la risposta politica e morale che si attendono. Le dico di più: trovo insopportabili i toni moralistici di certa polemica che viene condotta sic et simpliciter contro tutti i consiglieri regionali. Tra questi ci sono tante persone che fanno onestamente e fino in fondo il loro dovere e altre che non sarebbero degne di far parte neanche di un consiglio di condominio. Bisogna quindi distinguere. La polemica indistinta non ci fa individuare le vere responsabilità, a cominciare da quelle che hanno avuto indubbiamente il governo Scopelliti e la sua maggioranza in questi anni.

Dall’ultima polemica, facciamo un passo indietro e andiamo all’ultima assemblea regionale. In che cosa non è stato chiaro il segretario Magorno? In cosa la sua “area” si è sentita presa in giro?

L’ultima assemblea, tenutasi dopo molti rinvii, si è conclusa con un deliberato unanime e chiaro che impegna tutto il partito e a tutti i livelli, anche quello nazionale. Primarie entro il 21 settembre per scegliere il candidato alla presidenza. Rispetto a quel deliberato non si può tornare indietro. Ernesto Magorno deve rispettare quel mandato e farsi garante delle regole. E’ il segretario del partito non il capo di una corrente.

Immaginiamo lei si sia fatto un’idea sul perché non si voglia far candidare Mario Oliverio a presidente della Regione. Al di là delle frasi di convenienza, che cosa pensa veramente di questa situazione?

Davvero non so quali possono essere le ragioni cui lei fa cenno. Io credo che se non si vuole candidare Mario Oliverio, fatto legittimo, ci sia solo un modo: scegliere un candidato da contrapporgli alle primarie e chiedere ai calabresi i voti per farlo prevalere. E’ la democrazia…altre strade fatte di camarille, polpette avvelenate, inciuci, sarebbero sbagliate e ci farebbero solo perdere le elezioni.

Oliverio, potrebbe fare un passo indietro per il bene dell’unità, della Calabria e del partito. O no?

Perché dovrebbe ? Le primarie servono proprio a selezionare candidature e a riportare tutto all’unità dopo. Qualcuno ha chiesto a Battaglia o a Falcomatà, due esponenti del PD di primo piano di Reggio Calabria, di fare un passo indietro per presentarsi alle primarie con un solo candidato del partito in nome dell’unità ? A Reggio Calabria si sono fatte le primarie (con oltre 15mila partecipanti al voto) e i primi due più votati sono stati proprio i due esponenti del PD che già oggi sono insieme nella campagna elettorale per la conquista del Comune. Perché quello che è stato fatto a  Reggio Calabria non può essere fatto a livello regionale ?

Pensa che non dico D’Attorre, l’ex  commissario del Pd calabrese, ma Marco Minniti, abbia tradito Oliverio che proprio nei giorni scorsi ha detto: “Io non mi sono autocandidato, perché la mia scesa in campo mi è stata chiesta da D’Attorre e Minniti, più di un anno fa”.

E’ una domanda alla quale non posso rispondere, dovrebbe rivolgerla agli interessati. Io posso solo dire, in termini assai generali, che in politica cambiare idea è legittimo, purché se ne spieghino sempre bene e pubblicamente le ragioni.

Come se ne uscirà da questa situazione? Si troverà un accordo?

Si, con e dopo le primarie.

Se le dico che a Roma stanno contrattando sul nome della Lanzetta, cosa mi risponde?

Bene. Tutti i nomi vanno bene. L’importante è che si sottopongano alle primarie. Basta con i candidati calati dall’alto. I calabresi scelgano da chi vogliono essere governati.

Link: http://www.vortexnewscalabria.com/blog/interviste20140709intervista-gabriele-petrone-basta-i-candidati-calati-dallalto

 

 

La sconfitta di Grillo

La Caduta

Si dovevano mangiare il mondo…avevano promesso pubblici processi per i nemici del popolo, con loro sarebbe arrivata la palingenesi, la purificazione, loro unici puri e gli altri tutti pattume indifferenziato, per mesi hanno insultato sul web, per strada, nelle e contro le istituzioni. Ora tacciono e dicono che parlano domani. Qualcun altro di fronte al 41 per cento parla di nuova DC e si arrampica sugli specchi di politicismi sconclusionati come tal livido Travaglio o certi radical chic con il porche parcheggiato sotto casa. Noi diciamo loro di non preoccuparsi, il nostro impegno per salvare l’Italia vale per tutti, anche per loro. Domani è un altro giorno.

Renzi al governo ? E dov’è la sorpresa ?

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Come tutto lascia supporre Matteo Renzi riceverà fra poche ore l’incarico per formare il nuovo Governo. Già dalla prossima settimana, credo, riceverà la fiducia e potrà cominciare ad operare.

Considero l’esito di questa vicenda, cominciata dopo la non vittoria nelle recenti elezioni del centrosinistra, tutt’altro che una sorpresa.

Pertanto mi fanno ridere certe stupidaggini ideologiche sul non mandato popolare. Noi siamo una repubblica parlamentare e il premier lo indica, dopo consultazioni formali, il Presidente della Repubblica. E se proprio vogliamo essere onesti se Renzi ha avuto una legittimazione dalle primarie, l’ha avuta più come leader di governo che di partito.

Quanto a tutte le balle che si leggono e si dicono sul premier non eletto e sulle congiure di palazzo, poiché le ho sempre considerate una gran cazzata quando hanno riguardato altri leader (leggi D’Alema) le considero stupidaggini anche adesso.

La politica è matematica applicata e gli errori di valutazione si pagano sempre. Sbagliò valutazione, all’epoca, Prodi, ha sbagliato ora Letta.

L’insofferenza verso un Governo che pure si era fatto carico di affrontare un momento difficile ma che si era impantanato nelle difficoltà politiche che sono sotto gli occhi di tutti sono evidenti ed è inutile tornarci. Renzi riuscirà a superare queste difficoltà e guidare il Paese fuori dalla crisi politica, economica ed istituzionale che stiamo vivendo ? Questa è la vera domanda che dobbiamo porci ed è la domanda che si pongono gli italiani. Il resto è gossip da lasciare a dietrologi e a sfaccendati.

La mia paura è che, se Renzi dovesse fallire, raccoglieremmo solo macerie. Per questo motivo, soprattutto, non l’ho votato nel congresso e continuano a non piacermi atteggiamenti e comportamenti.

Ma il PD, nonostante tutto, è ancora un soggetto collettivo con una sua vita democratica. E’ l’unico partito vero rimasto in piedi.

Ieri al giovanotto di Firenze abbiamo consegnato tutta la leadership. A lui saperla usare bene e per il bene del Paese. A noi vigilare e mantenere in piedi un partito che possa, nella peggiore delle ipotesi, sopravvivere all’eventuale fallimento del suo leader.

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