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COMUNALI COSENZA: NON SOLO IL SINDACO, SI ELEGGE ANCHE IL CONSIGLIO…
Il 15 maggio andremo a votare per rinnovare Sindaco e Consiglio Comunale della nostra città…L’interesse dei media e dei cittadini è, giustamente, attratto dalla questione dei Sindaci e delle coalizioni e tuttavia il problema di quale Consiglio eleggeremo non è questione trascurabile, anzi.
Da quando esiste il sistema maggioritario (1993) non possiamo non rilevare che la qualità complessiva degli eletti nella nostra città (ma il problema è assolutamente generale) è di molto calata.
Le cause sono diverse: crisi dei partiti, preferenza unica, riduzione del ruolo del Consiglio rispetto a Sindaco e Giunta, impoverimento politico-culturale complessivo della società per cui la rappresentanza che esprime non può che rispecchiarla, ecc..
In particolare la preferenza unica rappresenta un elemento di distorsione, soprattutto a livello amministrativo, dove la caratterizzazione politica appare certamente più sfumata, per cui se si candida il miglior professionista o anche Albert Einstein è quasi certo di non essere eletto e di restare dietro al solito collettore di voti che si aggrega in un gruppo familiare o in un quartiere o in un condominio particolarmente popoloso.
Intendiamoci, non si tratta qui di fare distinzioni di classe o culturali, in democrazia contano i numeri e i consensi, e il voto è la massima espressione della volontà popolare, anche quando il risultato non ci piace.
Tuttavia, non si può non rilevare come questo impoverimento determini una rappresentanza “professionalizzata” al ribasso, con consiglieri che ritengono indifferente l’istanza politica e culturale per la quale si candidano perché al massimo sono espressione di ristrettissimi interessi, delegando la politica al Sindaco con il quale tutto al più intavolano una contrattazione al ribasso per garantire il loro sostegno in Consiglio. Una dissociazione tra politica e rappresentanza che sta creando danni notevoli innanzitutto alla politica.
Lo spettacolo di consiglieri che si candidano ora con uno ora con l’altro schieramento non è solo frutto della vecchia e mai tramontata pratica del trasformismo ma anche del restringimento progressivo della domanda politica dell’elettorato a livello locale, e diciamoci la verità, non fa più neanche scandalo…
Molti, quando discuto di queste cose dicono: “i partiti facciano selezione e non candidino personale politico siffatto”, affermazione giusta, non c’è dubbio, ma irrealistica stante l’attuale sistema elettorale. Quale partito, al fine di concorrere alla vittoria, può rinunciare alla candidatura di questo o quel consigliere che potenzialmente è portatore di un certo numero di preferenze al suo progetto politico ? A maggior ragione come potrebbe farlo un candidato Sindaco ?
Il problema sta, piuttosto, nella necessità che anche nelle assemblee elettive torni la politica, che il Consiglio Comunale diventi davvero il luogo di massima rappresentanza di una comunità e di tutte le sue istanze.
La questione è dunque, nelle mani dei cittadini, nella maturità delle loro scelte, nel comprendere che non eleggono solo un sindaco, non danno il voto solo ad un partito, ma individuano una rappresentanza che deve necessariamente andare al di là degli interessi di famiglia, di quartiere, di condominio.
Saper dire di no al proprio parente, amico, compare, ‘mmasciature, chiedere che chi si sceglie come consigliere sappia rappresentare sicuramente una coalizione e un partito ma anche gli interessi generali della città è la vera sfida anche in queste elezioni. Una sfida aperta…