Umberto Petrone

Auguri Umberto, figlio mio…e sono 19

Umberto

Auguri Umberto per i tuoi 19 anni. Il tuo compleanno mi ricorda quanto sei importante per me, e mi richiama a quanto vorrei fare per te e non riesco a fare. Il mondo là fuori è grande e terribile, ma sono sicuro che ce la farai alla grande. Sei ormai nell’età in cui si combatte per cambiare. Non arretrare mai.

Tuo padre

Montagne verdi nel tuo futuro…

Barbara

Mentre ascoltavo la tua esposizione e la tua proclamazione, nel momento stesso in cui il Presidente ha detto: “110 e lode”, mi sono tornate in mente le innumerevoli immagini della tua vita e di quella di Umberto, la tua dedica a me nella tua tesi: “mio padre, una montagna troppo alta da scalare, causa prima di ideali e passioni che hanno fatto di me quella che sono”. Ho pensato che forse avresti preferito un padre più presente. Ho pensato che forse le mie assenze hanno pesato sulla tua vita e su quella di tuo fratello più di quanto credessi. Ma ci ho letto anche il tuo grande amore per me. E ho pianto come un bambino. Amore di papà tu non hai bisogno che qualcuno ti liberi posti da occupare, tu te lo sei conquistato da sola e con l’aiuto soltanto del tuo essere donna forte e autentica di questa terra il posto che meriti in questa società. E a te, ed ai ragazzi come te tocca cambiarla, davvero. Perché non ci sono montagne troppo alte ma solo le montagne verdi del tuo futuro.

Tuo padre

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Il futuro di tutti…

Barbara e Umberto

Ieri abbiamo festeggiato i 18 anni di mio figlio Umberto e i 23 anni di mia figlia Barbara. Portano il nome dei nonni, i miei genitori. Come è tradizione. Questa mattina è partita Barbara. Andrà in Portogallo per sei mesi, con l’Erasmus. Confesso che ieri e oggi a stento ho trattenuto le lacrime. Ho visto scorrere gli anni. Ho rivisto gli amici (alcuni non ci sono più) quando parlavamo del futuro anni fa, animati dalla speranza di cambiare il mondo. E li ho rivisti negli occhi dei miei figli e dei loro amici. Credo che tutti, in Italia, dovremmo guardare e ascoltare di più questi ragazzi. Loro sono il futuro. Ma noi abbiamo cessato da tempo di pensare al futuro, come facevano i nostri genitori e i nostri nonni. Oggi guardiamo al futuro in termini strettamente individualistici. Pensiamo al nostro di futuro, non a quello di tutti, l’unico che può offrire uno sbocco anche ai nostri figli. Il futuro vero, infatti, consiste nel creare opportunità per tutti. Come fecero i nostri padri quando, stanchi di guerre, costruirono l’Europa che oggi consente, ad esempio, a mia figlia di andare a studiare fuori dal suo Paese. Una società muore quando pensa che ci si salva da soli, o peggio, contro gli altri. Se vogliamo davvero bene ai nostri figli pensiamo a tutti i ragazzi del mondo come se fossero i nostri figli. E forse salveremo anche noi stessi.

18 anni di Umberto

Umberto da piccolo al mare

Ti ho visto piccolo, crescere. Ti ho visto cadere e rialzarti nei tuoi primi passi. Ti ho sentito pronunciare le prime parole, tra cui “papà” e mi sono sentito pieno di orgoglio. Ti ho parlato e ti ho ascoltato (forse non quanto avrei voluto). Ti ho sentito ridere e piangere. Ora hai 18 anni.
Auguri Umberto. Ti voglio bene.
Papà.

L’incomprensibile crudeltà della morte

Ambulanza e Vigili del fuoco

Ieri è sparito drammaticamente Alessandro, un ragazzo di poco più di 16 anni. Grande amico di mio figlio Umberto. Lo so, figlio mio, non si può morire a 16 anni. Amore di papà ora sei a pezzi, lo so. Pensa che Alessandro resterà sempre amico tuo, pur nella incomprensibile crudeltà della morte.

Festa del papà: Auguri a mio padre e alla sua generazione

Mio padre e mia madre

Voglio fare gli auguri a mio padre Umberto. E ringraziarlo per tutto quello che è stato e continua ad essere per me. Sai papà, oggi che hai 87 anni continui a rappresentare per me e per i miei fratelli quell’etica della responsabilità (che spesso è anche etica del sacrificio) che ha fatto grande questa città e questa nostra Italia. Oggi il tuo mondo sta sparendo, prima che anagraficamente, nella coscienza civile del nostro popolo. E sento tutta la responsabilità sulle mie spalle di fermare questo declino che non è inarrestabile ma solo il frutto della nostra distrazione, del nostro benaltrismo. Come se il benessere che la tua generazione ci ha consegnato fosse caduto dal cielo e non fosse altro che un magnifico dono di tanti come te. La tua Italia ha conosciuto dittatura e guerra eppure ce l’ha fatta. Dobbiamo farcela anche noi, non solo per onorarvi ed essere all’altezza del dono che ci avete fatto ma per i nostri figli.

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